Cos'è il
CAPE? Per rispondere a questa domanda, bisogna fare una premessa importante. Quando un investitore deve decidere se comprare un'azione in Borsa, basa la sua valutazione su alcuni parametri che nel gergo finanziario vengono chiamati multipli. Tra i più importanti vi è il
price/earnings o P/E. Si tratta del prezzo di un titolo in rapporto all'utile per azione della società con riferimento a un anno. Il P/E è stato uno dei capisaldi della teoria di
Benjamin Graham - mentore di Warren Buffet - nella valutazione di un'azione. Tuttavia, presenta alcuni aspetti opachi. Ed è per questo che spesso si fa ricorso al CAPE, almeno come ausilio nella determinazione della convenienza su un titolo.
CAPE: cos'è e come si calcola
Acronino di Cyclically Adjusted Price to Earning, il CAPE non è altro che un P/E riferito però non all'utile di un solo anno, ma alla media dei guadagni di 10 anni. L'indicatore è noto anche come Shiller P/E perché sviluppato proprio dell'economista Robert Shiller, insieme al collega John Young Campbell. Il motivo per cui viene considerato un periodo di 10 anni è per tenere conto del ciclo economico di un'azienda, che alterna periodi di sviluppo ad altri più difficili.
Si è ritenuto che un solo anno fosse insufficiente per dare una giusta valutazione e, di conseguenza, è stato elaborato il CAPE. Le oscillazioni aiutano a capire se una società ha prospettive nel lungo periodo e, quindi, se è il caso di esporsi sulle sue azioni. Il calcolo avviene dividendo il prezzo di un'azione quotata per l'utile per azione medio negli ultimi 10 anni corretto per l'inflazione.
CAPE e P/E: analogie e differenze
Il P/E di fatto esprime quanto il mercato sta prezzando la capacità di un'azienda di produrre utili. I profitti per azione sono limitati però a un solo anno, normalmente i 12 mesi successivi a quello in corso. Questo non considera la storia degli ultimi anni e come la società si è comportata di fronte ai vari cicli economici. Di conseguenza, il risultato che ne viene fuori potrebbe essere fortemente influenzato da una dinamica eccezionale, che non dà una rappresentazione fedele di quella che è la realtà aziendale. Il CAPE invece misura la redditività meno soggetta al ciclo economico, dal momento che abbraccia un periodo decennale dove ci sono stati alti e bassi. Il parametro però incontra una limitazione. Basandosi sulla storia, non è particolarmente adatto per valutazioni prospettiche, visto che le tendenze di mercato cambiano. La metrica, di conseguenza, non può essere accurata al 100%.
CAPE e P/E comunque hanno la stessa funzione, ossia quella di dire se un titolo è sopravvalutato o sottovalutato. Se i valori dei due parametri sono relativamente bassi, allora l'azione presa a riferimento è sottovalutata. Ciò significa che il mercato la sta prezzando di meno rispetto a quella che è la sua capacità di produrre utili. Se il valore degli indicatori è alto, l'azione è sopravvalutata, ovvero il suo prezzo è troppo elevato in rapporto al suo reale valore.
In verità, non c'è un metodo assoluto per definire se il CAPE e il P/E sono alti o bassi. Molto dipende dal settore di appartenenza e dalla media storica dei multipli di quella società. Ad esempio, i titoli tecnologici di solito hanno un CAPE o P/E più alto rispetto ad altri settori più maturi. Quindi, i parametri di una società tech vanno paragonati non con quelli delle società di tutti gli altri settori, ma solo con gli indicatori delle aziende appartenenti all'industria tecnologica.
Per avere un quadro più completo, la sopravvalutazione o sottovalutazione di un titolo la si ricava confrontando come il CAPE e il P/E si sono comportati in passato per lo stesso titolo, quindi osservando la loro media storica. In via del tutto generica, di norma si considera, ad esempio, un P/E uguale a 10 uno spartiacque: oltre 10 azione sopravvaluta, sotto 10 sottovalutata. Ma, per ribadire il concetto, tutto è molto relativo.
La funzione prospettica
Alcuni analisti utilizzano comunque il CAPE per prevedere i potenziali profitti di una società nell'arco dei prossimi 20 anni. Il concetto in sostanza è il seguente: un CAPE basso significa che il rendimento delle azioni nel periodo considerato si allineerà al loro vero valore. Al contrario, se l'indice è elevato, è più probabile che i prezzi sul mercato siano già gonfiati e quindi saranno destinati a scivolare nel tempo verso i fondamentali. In definitiva, il CAPE si presta meglio a un'analisi fondamentale, fornendo indicazioni circa le tendenze ribassiste e rialziste del mercato.