IPO: dopo Klarna, quale sarà la prossima fintech a sbarcare in Borsa? | Investire.biz

IPO: dopo Klarna, quale sarà la prossima fintech a sbarcare in Borsa?

15 set 2025 - 16:35

15 set 2025 - 16:38

Klarna ha aperto la strada a nuove IPO fintech: Stripe, Revolut, Monzo e altre società guardano con interesse a Wall Street. Ecco le realtà da monitorare

L’IPO da 17 miliardi di dollari di Klarna ha riacceso l’interesse di Wall Street per le grandi società fintech. Il debutto del colosso svedese dei pagamenti, che ha registrato un balzo iniziale fino al 30% per poi stabilizzarsi con un guadagno del 15% nel primo giorno di contrattazioni, ha mostrato che il mercato è tornato ad accogliere positivamente le quotazioni del settore.

Non sorprende, quindi, che gli investitori si chiedano ora quale sarà la prossima fintech a seguire le orme di Klarna (Wall Street riparte dalle matricole: Goldman, IPO a livelli da record). Vediamone alcune.

 

Stripe: il gigante dei pagamenti che resta in attesa

Tra i candidati più attesi c’è Stripe, il colosso americano dei pagamenti digitali fondato dai fratelli Patrick e John Collison. Con una valutazione vicina ai 91,5 miliardi di dollari dopo l’ultima vendita secondaria di azioni, Stripe rimane una delle aziende private più preziose al mondo.

Per anni i fondatori hanno resistito alla pressione di quotarsi, ma l’attenzione al caso Klarna potrebbe accelerare la decisione. Per ora, la società si è limitata a operazioni sul mercato secondario per offrire liquidità ai dipendenti, ma l’opzione IPO resta sul tavolo.

 

Revolut: la banca digitale da 75 miliardi

Un altro nome caldo è Revolut, la super-app bancaria fondata nel Regno Unito e oggi valutata circa 75 miliardi di dollari dopo una recente operazione di vendita di azioni ai dipendenti. Con una capitalizzazione superiore a quella di alcuni storici istituti britannici, Revolut è ormai uno dei player fintech globali più rilevanti. Il CEO Storonsky ha espresso chiaramente la preferenza per una quotazione negli USA, giudicando il mercato IPO di Londra poco attrattivo.

 

Monzo: crescita solida in attesa del momento giusto

La banca digitale britannica Monzo, con una valutazione di 5,9 miliardi di dollari, è anch’essa in lista per un futuro sbarco in Borsa. Secondo indiscrezioni, l’IPO potrebbe arrivare il prossimo anno, ma il CEO TS Anil ha precisato che l’obiettivo principale resta la crescita e il consolidamento del business. Monzo punta a rafforzarsi a livello internazionale e ampliare la propria gamma di prodotti prima di affrontare il mercato pubblico.

 

Starling Bank: espansione internazionale con la tecnologia

Starling, altra banca digitale britannica, sta considerando un’IPO come parte delle sue ambizioni di crescita globale. La società, valutata circa 3,4 miliardi di dollari, ha recentemente assunto figure chiave per sviluppare il proprio business tecnologico “Engine” negli Stati Uniti, piattaforma che consente ad altri operatori di lanciare banche digitali. Le indiscrezioni parlano di una possibile quotazione a una valutazione di 4 miliardi di sterline.

 

Payhawk: la scommessa dell’Est Europa

Fondata in Bulgaria, Payhawk è meno conosciuta rispetto ai colossi precedentemente citati, ma rappresenta una storia di forte crescita nel fintech europeo. Valutata 1 miliardo di dollari nel 2022, la società di spend management ha visto i ricavi crescere dell’85% nel 2024.

Il CEO Hristo Borisov ha chiarito che l’IPO è un obiettivo a medio termine, probabilmente in un orizzonte di cinque anni, quando l’azienda raggiungerà livelli di ricavi ricorrenti paragonabili a quelli dei player già quotati.

 

Ripple e N26 rimangono sullo sfondo, per ora

Nel panorama più ampio, anche Ripple e N26 restano osservate speciali. Ripple, valutata 15 miliardi di dollari, ha messo in stand-by i piani di IPO a causa delle incertezze regolatorie negli Stati Uniti, ma il nuovo orientamento pro-crypto dell’amministrazione Trump potrebbe riaprire la strada.

N26, la banca digitale tedesca valutata 9 miliardi di dollari nel 2021, rimane tra i possibili candidati a una futura IPO. Tuttavia, il percorso appare complesso: oltre ai problemi regolatori che hanno rallentato la crescita, il cambio al vertice con l’uscita del co-fondatore Valentin Stalf ha alimentato incertezza sulla governance e sulla strategia di lungo periodo.

 

 

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