Con un +9,1%, ad agosto i dati relativi l’inflazione dell’Eurozona hanno evidenziato un nuovo massimo storico. A luglio il dato aveva fatto segnare un +8,9% mentre un anno fa di questi tempi la crescita dei prezzi al consumo di attestava di poco sopra il famigerato 2% tanto amato dalle banche centrali (al 3%).
È probabile che il dato relativo l’Unione europea, passato dal 9,8 al 10,1 per cento, rappresenti una proxy della doppia cifra che, probabilmente, sarà raggiunta anche da Eurolandia prima della fine dell’anno.
Per quanto riguarda l’andamento dell’inflazione nei singoli Paesi dell’Eurozona, i livelli più bassi sono stati registrati in Francia (6,6%), a Malta (7%) ed in Finlandia (+7,9%). La situazione è invece decisamente più critica nei Paesi Baltici, dove i prezzi al consumo crescono di oltre il 20%.
Andamento dell'inflazione in Eurolandia. Fonte: Eurostat
Inflazione Italia: quattro punti di spread tra dato effettivo e “core”
Partendo dal nostro Paese, nel mese di agosto 2022 il dato si è attestato all’8,4%, dal +7,9% del mese precedente. L’accelerazione su base tendenziale si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita è passata dal +42,9% di luglio al +44,9%) e dall’altra a quelli dei beni alimentari lavorati (da +9,5% a +10,4%) e dei beni durevoli (da +3,3% a +4,2%).
L'indice di fondo, quello calcolato al netto degli energetici e degli alimentari freschi (c.d. dato “core”), accelera da +4,1% a +4,4%. Il differenziale tra il dato completo e quello core ci dice quanto l’aumento dei prezzi di energia e cibo abbia “contagiato” gli altri settori economici.
Tassi di inflazione di Eurolandia. Fonte: Eurostat
Inflazione Germania, balzo dell’energia e dei prodotti alimentari
Indicazioni sostanzialmente simili a quelle italiane arrivano dalla prima economia europea, la Germania, che, come del resto anche il nostro Paese, è fortemente dipendente dagli approviggionamenti di energia dalla Russia.
Il mese scorso, ha calcolato l'istituto di statistica Destatis, su base armonizzata l'indicatore è salito dall’8,5 all’8,8%, spinto dal +35,6% dei prezzi dell’energia e dal +16,6% messo a segno dai prodotti alimentari.
Inflazione Eurozona: segno meno in Francia e Spagna
In Francia ad agosto è stato invece registrato un calo al +6,6%, dal +6,8% del mese prima. La contrazione è stata innescata dal rallentamento dei prodotti energetici (dal +28,5 al +22,7%), dell’elettricità (+8,2%, dal +7,7%) e dal gas (+42,4%, dal +37,9%).
In riduzione anche il dato spagnolo, anche se il livello di partenza era decisamente maggiore: dal 10,8 al 10,5%. Il mese scorso in Spagna le spese di trasporto sono cresciute dell’11,5%, 4,5 punti percentuali in meno rispetto alla rilevazione precedente, quelle connesse all’abitazione, con l’elettricità in primo piano, hanno evidenziato un +24,8% ed i prodotti alimentari sono cresciuti del 13,8%, dal +13,5% di luglio.
|
agosto 21 |
luglio 22 |
agosto 22 |
EU |
3,2 |
9,8 |
10,1 |
Eurozona |
3,0 |
8,9 |
9,1 |
Belgio |
4,7 |
10,4 |
10,5 |
Germania |
3,4 |
8,5 |
8,8 |
Estonia |
5,0 |
23,2 |
25,2 |
Irlanda |
3,0 |
9,6 |
9,0 |
Grecia |
1,2 |
11,3 |
11,2 |
Spagna |
3,3 |
10,7 |
10,5 |
Francia |
2,4 |
6,8 |
6,6 |
Italia |
2,5 |
8,4 |
9,1 |
Cipro |
3,3 |
10,6 |
9,6 |
Lettonia |
3,6 |
21,3 |
21,4 |
Lituania |
5,0 |
20,9 |
21,1 |
Lussemburgo |
3,5 |
9,3 |
8,6 |
Malta |
0,4 |
6,8 |
7,0 |
Olanda |
2,7 |
11,6 |
13,7 |
Austria |
3,2 |
9,4 |
9,2 |
Portogallo |
1,3 |
9,4 |
9,3 |
Slovenia |
2,1 |
11,7 |
11,5 |
Slovacchia |
3,3 |
12,8 |
13,4 |
Finlandia |
1,8 |
8,0 |
7,9 |
Tassi di inflazione di Eurolandia. Dati: Eurostat
Inflazione Eurozona: Paesi Baltici sopra il 20%
A livello di Eurozona, le performance annue maggiori sono registrate da Estonia (+25,2% annuo), Lettonia (+21,4%) e Lituania (+21,1%).
Ma quali sono i fattori che spingono di più i prezzi nei Paesi Baltici? La spiegazione è da trovare nel fatto che in questi tre Paesi la spesa destinata a cibo ed elettricità è maggiore rispetto al resto d’Europa. Inoltre, in queste aree sono molto diffusi i contratti elettrici flessibili che fanno sì che i rialzi dei prezzi vengano immediatamente traslati nelle bollette e quindi nel tasso di inflazione.
Secondo i numeri diffusi dalla banca centrale estone, l'aumento dei prezzi dei prodotti energetici rappresenta circa metà del totale e la crescita dei prodotti agricoli è responsabile di un altro 25%.