Elezioni Italiane e Borsa: come reagirà il mercato? | Investire.biz

Elezioni Italiane e Borsa: come reagirà il mercato?

23 set 2022 - 12:40

05 dic 2022 - 16:01

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Domenica 25 settembre riflettori puntati sulle elezioni italiane: vediamo quelle che potrebbero essere le possibili reazioni della Borsa

Le elezioni italiane di domenica 25 settembre rappresentano un appuntamento chiave per provare a capire quello che sarà il futuro andamento della Borsa. Stando a praticamente tutti i sondaggi, la coalizione di centro-destra, composta da Forza Italia, dalla Lega e da Fratelli d’Italia, dovrebbe ottenere una chiara maggioranza di governo. La leader di quest’ultimo partito, Giorgia Meloni, potrebbe quindi essere la prima donna a ricoprire la carica di primo ministro

Proviamo a vedere quelli che potrebbero gli scenari che a partire da lunedì ci troveremo ad affrontare sui mercati.

 

 

Elezioni Italiane: la possibile reazione della Borsa


Già prezzata negli ultimi mesi, l’affermazione elettorale della coalizione guidata da Giorgia Meloni nelle prime settimane non dovrebbe far registrare variazioni particolari alla Borsa di Milano ed al rendimento dei titoli di Stato Italiani. 

Giorgia Meloni, consapevole dell’enorme occasione a sua disposizione, non ha nessuna intenzione di farsela scappare. In quest’ottica vanno lette le posizioni più morbide su diverse questioni ed il filo-Atlantismo messo in mostra negli ultimi mesi

“È improbabile che Meloni si ponga in modo conflittuale fin dall'inizio, riteniamo invece plausibile che voglia evitare rischi inutili con istituzioni come la Commissione UE e la NATO. Fratelli d’Italia vuole presentarsi come un partito credibile e capace di governare, come già fanno altri partiti tradizionali di centro-destra in Europa”, ha evidenziato Neil Mehta, Portfolio Manager, BlueBay Asset Management. I mercati, prosegue l’esperto, “daranno alla nuova coalizione la possibilità di dimostrare la propria competenza”. 


Mondher Bettaieb-Loriot, Head of Corporate Bonds di Vontobel, rileva che anche nel caso improbabile nel quale Giorgia Meloni non ottenesse i numeri per governare ed emergesse una coalizione di larghe intese, la reazione dei mercati potrebbe essere positiva. "Sarebbe vista come una continuazione delle politiche fiscali di Mario Draghi. Sarà lui a elaborare la legge di bilancio 2023, perché il nuovo governo non avrà il tempo di scriverla”. 

 

 

Elezioni Italiane e mercati finanziari: cosa succederà nei prossimi mesi?


Qualche problema per potrebbe arrivare dagli alleati all’interno della coalizione, visto che la Lega sembrerebbe destinata a registrare un deciso ridimensionamento dei consensi che potrebbe portare ad una ricerca di visibilità destinata a minare la tenuta della compagine governativa. 

“Questo - è il parere dell’esperto di BlueBay Asset Management- potrebbe portare a lotte intestine nella coalizione e, con poco o nessun tempo per mettere insieme e approvare un bilancio entro la fine dell'anno, gli investitori potrebbero rapidamente rivoltarsi contro la coalizione”. 

Negli ultimi anni e nel corso della campagna elettorale la posizione della Lega è sempre stata favorevole ad una maggior spesa in deficit, mentre Fratelli d’Italia ha generalmente avuto un approccio più prudente. 

Sylvain De Bus, Deputy Head of Global Bonds di Candriam, ritiene che nel medio termine assisteremo ad un allentamento della disciplina fiscale: “sebbene la destra sembri aver attenuato la propria posizione nei confronti dell'UE e sia intenzionata a garantire che le sovvenzioni del programma NextGenerationEU (NGEU) continuino, probabilmente assisteremo a una maggiore spesa fiscale e a tagli alle tasse, in un contesto economico più sfavorevole”.

Questo approccio potrebbe far affiorare attriti con la Commissione europea, in un momento in cui la politica fiscale dell'UE tornerà al centro della scena. I fondi NGEU, hanno evidenziato Alvise Lennkh-Yunus e Giulia Branz di Scope Ratings, “rappresentano un forte incentivo all’implementazione delle riforme, a cui i fondi europei sono condizionati [...]. Ci sorprenderebbe molto se il nuovo governo deviasse in maniera sostanziale dalle attuali politiche fiscali e riformatrici ponendo a rischio l’attuale posizione, particolarmente solida, del Paese all’interno dell’UE”. 

“I restanti 165 miliardi di euro (nell'ambito del piano NGEU, ndr), essenziali per le prospettive a medio termine del Paese, sono subordinati all'attuazione di riforme strutturali fondamentali e a una tabella di marcia degli investimenti per preparare il Paese alle sfide future”, ha detto Mabrouk Chetouane, Head of Global Market Strategy, Natixis IM Solutions. “Qualsiasi forma di contrapposizione -ha proseguito l’esperto- rischia di compromettere l'accesso a ulteriori pagamenti e di portare inevitabilmente ad un ampliamento dello spread tra Btp e Bund, aumentando nuovamente il rischio di frammentazione”.

François Raynaud, Fund Manager Multi-Asset & Overlay di Edmond de Rothschild Asset Management, sottolinea come "i negoziati sul Recovery Plan potrebbero ritardare alcuni programmi di investimento in Italia e i negoziati sul bilancio dovrebbero essere complessi, dato che l'Italia non ha margine di manovra senza i trasferimenti di denaro europei e che il programma della coalizione di destra prevede molte riduzioni fiscali e di spesa, ma nessuna indicazione su come finanziarle, se non attraverso la richiesta di nuovi fondi europei”. 

 

 

Nuovo governo Italia: spread in salita nei prossimi mesi?


Per Chetouane, la BCE ha imparato dal passato. “Al di là di ogni condizionalità, il TPI (Transmission Protection Instrument, lo scudo anti-spread della BCE, ndr) è stato concepito per evitare qualsiasi forma di deja-vu, ossia di rischio sovrano. Per noi, il segnale inviato dalla Banca centrale a luglio è stato chiaro e, quindi, lo spread rimarrà sotto controllo”.   

Tensioni con le autorità europee in materia di disciplina fiscale e di riforme strutturali potrebbero crearsi a causa del fatto che il nuovo esecutivo, ha invece evidenziato Pietro Baffico, European Economist di abrdn, “probabilmente punterà a rivedere l'agenda delle riforme e l'allocazione degli investimenti già concordati nell'ambito del piano Next Generation EU con il governo guidato da Mario Draghi”. 

Un anno fa lo spread Btp-Bund quotava in area 100 punti base, ora si attesta a circa 230pb. In 12 mesi il contesto è profondamente cambiato poiché la BCE ha terminato il programma di acquisto di titoli del settore pubblico (PSPP) ed il piano di acquisto di asset (APP) ed avviato le prime strette sui tassi. Il minore sostegno da parte dell’Eurotower è stato solo parzialmente compensato dal mantenimento della flessibilità di reinvestimento nell'ambito del programma emergenziale (PEPP) e del nuovo strumento anti-frammentazione.

La mancata attuazione delle riforme “peserebbe però sul potenziale di crescita dell'Italia e aumenterebbe i timori sulla sostenibilità delle sue finanze pubbliche. Pertanto, l’ago della bilancia dei rischi oscilla verso un allargamento degli spread dei titoli di Stato” e questo eventualmente potrebbe mettere a rischio “l'erogazione dei fondi europei e potrebbe diventare difficile per la BCE sostenere il debito pubblico italiano con gli attuali strumenti, innescando i timori di un'altra crisi sovrana europea”.

“È da accertare fino a che punto il nuovo governo sarà in grado di resistere alle pressioni dei mercati per usare il peso economico dell'Italia in fase di negoziazione e fino a che punto l'Europa accetterà una valutazione del rischio di frammentazione nei mercati, per non concedere troppo spianando la strada ad altri successi di matrice sovranista”, stima Raynaud. 

 

 

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