I mercati finanziari globali oggi assomigliano a quelli del 2016-2017. L’osservazione arriva dagli strategist di Barclays, che sottolineano come, ora come allora - dopo un anno di presidenza di Donald Trump - il divario tra azioni e obbligazioni in termini di rendimenti sia molto marcato, mentre Bitcoin risulta il miglior performer. “Similmente al 2016-17, gli asset rischiosi sono aumentati vertiginosamente dalla rielezione di Trump 12 mesi fa, anche mentre l’oro è salito alle stelle e il petrolio è sceso”, ha scritto il team guidato da Emmanuel Cau.
Tra i mercati azionari che hanno fatto meglio, Barclays cita quelli emergenti, la Cina e il Giappone, mentre l’Europa è rimasta indietro. In entrambi i periodi storici, il dollaro americano si è indebolito. Al contrario, l’oro ha intrapreso un rally strepitoso nel secondo mandato di Trump, cosa che non era avvenuta durante il primo.
L’aspetto interessante è che la propensione al rischio degli investitori si è manifestata in entrambi i cicli, dopo un anno di presidenza, nonostante le tensioni geopolitiche e le preoccupazioni per l’andamento dell’economia.
Mercati finanziari globali: ma ora cosa succede?
Se si guarda a ciò che accadde un decennio fa, ma anche a ciò che normalmente succede nel secondo anno dei cicli presidenziali, gli investitori azionari non possono stare tranquilli. Se la storia è una guida, il 2026 potrebbe non riservare buone notizie. "Il secondo anno tende a essere meno favorevole, spesso portando maggiore volatilità e rendimenti azionari inferiori, come si è visto nel 2018", hanno affermato gli strategist.
C’è però da fare un distinguo: il 2018 fu l’anno in cui scoppiò la prima guerra commerciale sui dazi e la Federal Reserve iniziò ad alzare i tassi di interesse. Oggi, la guerra commerciale si è consumata nel primo anno di Trump, mentre la Banca centrale americana ha cominciato a settembre il ciclo dei tagli. Tuttavia, i motivi per innescare nuove turbolenze non mancano, a cominciare dalle elezioni di metà mandato del 2026 negli Stati Uniti. Ci potrebbe essere "maggiore volatilità" man mano che ci si avvicina alle urne, hanno sottolineato gli strategist.
Inoltre, il capitolo dazi non è stato chiuso: bisogna ancora attendere la sentenza della Corte Suprema sulla legittimità delle tariffe applicate da Trump, il che potrebbe aggiungere ulteriore incertezza. Secondo gli esperti, Trump avrebbe comunque gli strumenti per "perseguire politiche commerciali simili", anche se la sentenza dovesse annullare i dazi. In ogni caso, "l’impatto sul mercato" dovrebbe essere "contenuto" e di "breve termine", precisano da Barclays.
In sintesi, l’analisi di Barclays suggerisce che i mercati globali si trovano in una fase che ricorda da vicino quella del 2016-2017, ma con alcune variabili cruciali che potrebbero cambiarne gli esiti. Se da un lato la propensione al rischio resta elevata e gli asset come Bitcoin e l’oro continuano a brillare, dall’altro il secondo anno del ciclo presidenziale di Trump potrebbe portare più instabilità che crescita.
Le elezioni di metà mandato, le incertezze commerciali e l’evoluzione della politica monetaria della Fed potrebbero infatti mettere alla prova l’ottimismo degli investitori. In questo contesto, prudenza e selettività tornano a essere le parole d’ordine per navigare un mercato che, pur somigliando al passato, potrebbe riservare sorprese molto diverse.