Sin dall’inizio del suo mandato, il presidente Donald Trump ha fatto dei dazi commerciali uno degli strumenti principali della sua politica economica estera. Con l’obiettivo dichiarato di proteggere l’industria americana e contrastare fenomeni come l’immigrazione illegale e l’importazione di droghe sintetiche come il fentanyl, le misure imposte hanno generato scossoni sui mercati finanziari e alimentato un clima di incertezza nell’economia globale. Vediamo insieme tutte le mosse del tycoon attuate fino ad oggi.
Trump, guerra commerciale: tutti i momenti chiave
Ecco una cronologia dei principali eventi che hanno scandito la guerra commerciale di Trump dall’inizio del suo secondo mandato come presidente degli Stati Uniti:
Febbraio 2025
- 1 febbraio: Trump impone dazi del 25% sulle importazioni dal Messico e dal Canada, e del 10% su quelle cinesi, con motivazioni legate alla sicurezza e al controllo del fentanyl.
- 3 febbraio: Viene sospesa la minaccia di ulteriori dazi a Canada e Messico per 30 giorni, in cambio di concessioni su immigrazione e lotta alla criminalità.
- 7 febbraio: Slittano le tariffe sui pacchi “de minimis” dalla Cina, in attesa della definizione di un sistema di riscossione efficace.
- 10 febbraio: Le tariffe su acciaio e alluminio vengono fissate al 25% senza eccezioni.
Marzo 2025
- 3 marzo: Nuovi dazi del 25% contro Messico e Canada in vigore dal 4 marzo; intanto, le tariffe sul fentanyl cinese vengono raddoppiate al 20%.
- 5 marzo: Dopo pressioni delle case automobilistiche, Trump rinvia le tariffe su alcuni veicoli provenienti da Canada e Messico.
- 6 marzo: Esenzione temporanea per 30 giorni sui dazi del 25% per merci canadesi e messicane.
- 26 marzo: Viene introdotta una tariffa del 25% su auto e camion leggeri importati.
Aprile 2025
- 2 aprile: Annunciate tariffe globali del 10% su tutte le importazioni, con incrementi mirati verso i principali partner commerciali.
- 9 aprile: Dopo un crollo dei mercati, Trump sospende per 90 giorni gran parte dei dazi appena introdotti. Rimane però in vigore il dazio generalizzato del 10%. Sempre il 9 aprile, Trump annuncia l’aumento delle tariffe sulle importazioni cinesi al 125%, portando il totale dei dazi fino al 145%.
- 13 aprile: Viene concessa un’esenzione sui dazi per smartphone, computer e altri dispositivi elettronici di fabbricazione cinese.
- 22 aprile: Vengono avviate indagini di sicurezza nazionale sulle importazioni di farmaci e semiconduttori, aprendo la strada a possibili nuovi dazi.
Maggio 2025
- 4 maggio: Imposta una tariffa del 100% su tutti i film non prodotti negli Stati Uniti.
- 9 maggio: Annunciato un accordo commerciale bilaterale limitato con il Regno Unito. Restano in vigore dazi del 10% sulle esportazioni britanniche.
- 12 maggio: Washington e Pechino concordano una tregua di 90 giorni con la riduzione temporanea delle tariffe reciproche: quelle statunitensi scendono dal 145% al 30%, quelle cinesi dal 125% al 10%.
- 13 maggio: Viene tagliata la tariffa “de minimis” per le spedizioni cinesi fino a 800 dollari, che scende dal 120% al 54%.
- 23 maggio: Trump minaccia un nuovo dazio del 50% sulle importazioni dall’Unione Europea, a partire dal 1° giugno, e avverte Apple: iPhone prodotti all’estero saranno colpiti da una tariffa del 25%.
- 25 maggio: Fa marcia indietro sulla minaccia all’UE, estendendo la scadenza per i negoziati fino al 9 luglio.
- 28 maggio: Un tribunale commerciale blocca l’entrata in vigore dei dazi generalizzati, giudicando eccessiva l’autorità esercitata dalla presidenza.
- 29 maggio: Una corte d’appello federale sospende temporaneamente la decisione del tribunale inferiore e ripristina i dazi, in attesa del verdetto definitivo. Le parti dovranno presentare le loro memorie entro il 9 giugno.
- 31 maggio: Trump annuncia che i dazi sulle importazioni di acciaio dall'estero passeranno dal 25% al 50% dal 4 giugno.
Dazi Trump: quale effetto su economia e mercati finanziari?
La guerra dei dazi avviata da Trump ha segnato una profonda rottura con la tradizionale politica commerciale statunitense. Mentre le sue misure hanno puntato a rafforzare l’economia interna, gli effetti globali si sono tradotti in instabilità, tensioni diplomatiche e gravi ripercussioni per settori chiave dell’economia mondiale.
Anche i mercati finanziari hanno reagito con forte volatilità: ogni nuova minaccia tariffaria o tregua temporanea ha provocato brusche oscillazioni sulle Borse. L’incertezza generata da politiche commerciali imprevedibili ha frenato gli investimenti e accresciuto il rischio percepito dagli operatori globali.
Con l’evoluzione ancora in corso e il futuro delle tariffe legato anche all’esito delle battaglie legali, resta da vedere se questa strategia porterà i risultati sperati dal tycoon o lascerà solo fratture difficili da sanare nei rapporti economici globali.