Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha firmato il decreto che regola le modalità di rilascio del Green pass. Da ieri 17 giugno è anche operativo il sito dgc.gov.it dove, entro il 28 giugno, verranno messe a disposizione tutte le certificazioni associate alle vaccinazioni effettuate fino al 17 giugno.
Il Green pass sarà disponibile sull'app Immuni e su IO, superate con l'ultimo aggiornamento dell'app le criticità segnalate dal Garante della privacy. Vediamo quindi come funziona e come richiedere il pass, ecco tutto quello che c’è da sapere.
Green pass UE: cosa è, come funziona, da quando si usa e come richiederlo
I Green pass sono i documenti che permettono di spostarsi in tutta Italia. I lasciapassare permettono inoltre ai turisti stranieri di visitare l'Italia e di spostarsi da un Paese all'altro evitando la quarantena. Ma non solo, sono infatti utili anche per chi deve fare visita a un parente ricoverato in una RSA o per partecipare alle cerimonie. Si tratta di certificazioni che vengono rilasciate in ambito regionale, valide solo sul territorio nazionale e fino all'entrata in vigore dell'EU-Covid 19 il 1° luglio 2021.
Il nuovo documento conterrà un QR code per verificarne digitalmente l'autenticità e la validità e arriverà anche sull'app Immuni e anche sull'app IO. Oltre che in ambito nazionale, il nuovo pass consentirà di muoversi anche all'interno dei Paesi dell'Unione europea.
In alternativa alla versione digitale, il Green pass potrà essere richiesto al proprio medico di base, pediatra o in farmacia utilizzando la propria tessera sanitaria. Per avere maggiori informazioni è possibile contattare il Numero Verde della App Immuni 800.91.24.91, attivo tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 20.00. È anche possibile rivolgersi al numero di pubblica utilità del ministero della Salute (1500) e all’assistenza di PagoPa per le segnalazioni che arrivano dall’app IO.
Il cittadino ha diverse possibilità per accedere al Green pass: il sito dedicato dgc.gov.it, tramite fascicolo sanitario elettronico, tramite l'App Immuni, tramite l'app IO, attraverso il sistema Ts (per il tramite dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta, dei farmacisti e degli altri medici delle aziende sanitarie, Usmaf, Sasn autorizzati alla funzione del Sistema tessera sanitaria).
Green pass: le tre certificazioni previste
Le "certificazioni verdi" previste finora servono per muoversi liberamente sul territorio nazionale, anche tra regioni e province autonome in zona arancione e rossa, e possono attestare una delle seguenti tre condizioni:
1. Vaccinazione anti-Covid-19, al termine del prescritto ciclo
Il pass ha una validità di nove mesi ed è rilasciato in formato cartaceo o digitale, su richiesta dell’interessato, dalla struttura sanitaria che effettua la vaccinazione. È possibile ottenere il Green pass anche con una sola dose di vaccino: in questo caso il lasciapassare è valido dal quindicesimo giorno dalla prima e fino alla seconda somministrazione. La certificazione sarà disponibile anche nel fascicolo sanitario elettronico del paziente.
Oltre alle generalità dell'interessato in questo caso il certificato deve indicare anche alcuni dettagli relativi alla vaccinazione. Deve quindi riportare la malattia o agente bersaglio, il tipo di vaccino eseguito, la denominazione del vaccino o l'indicazione del titolare dell'autorizzazione all'immissione in commercio. Il documento deve anche indicare il numero della dose effettuata e il numero totale delle dosi previste, la data dell'ultima somministrazione effettuata, lo Stato membro in cui è stata effettuata la vaccinazione, la struttura che detiene il certificato e il suo identificativo univoco.
2. Guarigione e termine dell’isolamento in seguito all'infezione
La certificazione ha una validità di sei mesi ed è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, ovvero, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, ed è resa disponibile nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato.
La certificazione cessa di avere validità qualora, nel periodo di vigenza semestrale, il cittadino sia positivo al Covid-19. Le certificazioni di guarigione rilasciate precedentemente dall’entrata in vigore del decreto sono valide per sei mesi a decorrere dalla data indicata nella certificazione.
Il certificato deve necessariamente riportate alcune informazioni: oltre ai dati anagrafici, sul documento devono essere indicati la data del primo test positivo, lo Stato membro in cui è stata certificata la guarigione, la struttura che ha rilasciato il certificato, l'identificativo univoco del certificato e la sua validità.
3. Esecuzione di test antigenico rapido o molecolare con esito negativo
La certificazione ha una validità di 48 ore dal rilascio ed è prodotta, in formato cartaceo o digitale, dalle strutture sanitarie pubbliche da quelle private autorizzate e accreditate e dalle farmacie che hanno svolto il tampone antigenico rapido o molecolare, ovvero dai medici di medicina generale o pediatri di libera scelta.
Oltre ai dati anagrafici, il certificato deve riportare la malattia o l'agente bersaglio, la tipologia di test effettuato, il nome e il produttore. Sul documento devono essere indicati anche la data e l'orario della raccolta del campione e quelli del risultato del test, il centro o la struttura che lo ha eseguito, lo Stato membro, la struttura che detiene il certificato e l'identificativo univoco.
Green pass: certificato valido anche per il “mix di vaccini”
Il green pass sarà valido anche per chi è stato vaccinato con una prima dose di AstraZeneca e una seconda dose di un altro vaccino autorizzato dall’European Medicines Agency (EMA). Ad annunciarlo è stato il portavoce della Commissione Europea Christian Wigand durante il briefing con la stampa del 16 giugno a Bruxelles.
Secondo Wigand, il regolamento che istituisce il pass menziona solo le persone “pienamente vaccinate”, senza scendere nel dettaglio, ma l’ultima raccomandazione della Commissione, adottata dal Consiglio, consiglia agli Stati di riconoscere ai fini del Green Pass questo “Mix” di vaccini alla stessa stregua delle altre modalità di vaccinazione, a patto naturalmente che si tratti di farmaci “autorizzati dall’EMA”.
Green pass: chi e per quali motivi può verificare il certificato
Il decreto, seguendo le indicazioni del Garante della privacy, indica chi e per quali motivi può verificare il Green pass, attraverso la lettura de Qr Code. Rientrano tra questi i pubblici ufficiali nell’esercizio delle proprie funzioni, il personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi, i soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso del certificato verde nonché i loro delegati, il proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso del green pass nonché i loro delegati e i gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l'accesso alle quali, in qualità di visitatori, sia prescritto il possesso della certificazione verde (nonché i loro delegati). Nel momento della verifica il titolare del Green pass deve esibire il documento di identità, qualora venga richiesto da chi effettua la verifica.
Green pass: i casi di revoca del certificato
Il Green pass può essere revocato. Qualora una struttura pubblica del Servizio sanitario regionale, un medico di medicina generale, un pediatra di libera scelta o un medico Usmaf (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera) o Sasn (Servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’Aviazione civile) dovesse comunicare alla piattaforma nazionale la positività al Covid-19 di una persona vaccinata o guarita dal virus, la piattaforma genererebbe una revoca del Green pass eventualmente già rilasciato e ancora in corso di validità, “inserendo gli identificativi univoci nella lista delle certificazioni revocate e comunicandoli al gateway europeo”, si legge sul Decreto, in questo caso la piattaforma invierebbe al soggetto la notifica della revoca.
Green pass: come viaggiare all’estero fino al 1° luglio 2021
Finché non saranno attivi i “green pass” europei, per viaggiare all’estero bisogna far riferimento al DPCM del 2 marzo del 2021 e all’ordinanza del Ministro della Salute del 14 maggio 2021, in base a cui le possibili destinazioni sono state divise in cinque elenchi sulla base del rischio epidemiologico. I Paesi negli elenchi A, B, C e D, sono tutti quelli che l’Italia permette di visitare per motivi non essenziali, e comprendono tutti i paesi dell’Unione Europea, ma anche gli USA.
Va però specificato che ogni singolo Paese può aver adottato misure restrittive che vietano i viaggi turistici: per esempio, gli Stati Uniti al momento non permettono viaggi per motivi turistici a chi nei 14 giorni precedenti sia stato in un Paese dell’Area Schengen (inclusa l’Italia), in Regno Unito, in Irlanda, in Brasile, in Sud Africa Cina o Iran. Per questo motivo è sempre consigliabile informarsi sulle regole in vigore nel Paese in cui si vuole andare, è possibile visitare il sito viaggiaresicuri.it per avere tutte le informazioni necessarie al viaggio.