Gli esperti di Goldman Sachs hanno rivisto al rialzo le loro previsioni sull’inflazione negli Stati Uniti per il 2025 e il 2026, in parte per tenere conto dell’indebolimento del dollaro a seguito degli annunci tariffari dell’amministrazione Trump. Vediamo tutti i dettagli.
Goldman Sachs: inflazione PCE al 3,8% a fine 2025
Secondo il rapporto pubblicato ieri dagli economisti di Goldman Sachs, Ronnie Walker ed Elsie Peng, una delle principali misure dell'inflazione sottostante — l'indice dei prezzi delle spese per consumi personali (PCE) esclusi cibo ed energia — raggiungerà il 3,8% entro la fine del 2025, prima di rallentare al 2,7% alla fine del 2026.
Queste stime sono in aumento rispetto alle previsioni precedenti del 3,5% per il 2025 e del 2,3% per il 2026. A marzo, lo stesso indicatore si attestava al 2,6%, segnalando già un incremento rispetto ai mesi precedenti.
Il rialzo delle proiezioni riflette principalmente l'effetto dell'indebolimento del dollaro USA sulle pressioni inflazionistiche, una conseguenza diretta delle politiche tariffarie annunciate dalla precedente amministrazione.
Cosa cambia per la Federal Reserve?
L’aumento delle previsioni inflazionistiche potrebbe complicare ulteriormente le decisioni della Federal Reserve, che utilizza l’indice PCE come una delle principali misure per valutare l’andamento dei prezzi e determinare la politica monetaria.
Se il ritmo dell’inflazione si confermerà più sostenuto del previsto, la Fed potrebbe essere costretta a mantenere una politica restrittiva più a lungo del previsto. Sarà quindi interessante osservare come la Federal Reserve risponderà a queste nuove proiezioni e se l’indebolimento del dollaro continuerà a influire sulle aspettative dei prezzi nei prossimi mesi.
In occasione dell’ultima riunione di politica monetaria, la Fed ha mantenuto i tassi di interesse stabili nel range 4,25-4,5%, proseguendo nella sua strategia “wait and see”. L’istituto guidato dal presidente Powell mantiene quindi la cautela, mentre cerca di far maggiore chiarezza sull’impatto dei dazi attuati da Trump.