In questo nuovo appuntamento di “Lupo’s Way” come di consueto analizzo il quadro macro, geopolitico e grafico dei principali mercati finanziari. Negli ultimi giorni, il mercato finanziario ha mostrato ancora una volta la sua fragilità strutturale, sempre più dipendente dalla narrativa politica.
In meno di 24 ore, abbiamo assistito a un ribaltamento totale del sentiment: lunedì il panico, mercoledì la fiducia. Siamo passati dalla fuga dal rischio a un improvviso rally rialzista su tutti gli asset più rischiosi. Nonostante la frequente normalizzazione di questi scenari, la loro frequenza e natura dovrebbero sollevare interrogativi sulla sostenibilità dell'attuale contesto di mercato.
Le due crisi in corso
Questa reazione è dovuta a due principali fronti di crisi: l'escalation della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, e le dichiarazioni destabilizzanti del presidente Trump, che ha messo in discussione l'indipendenza della Fed, minacciando la rimozione del presidente Jerome Powell. Un attacco diretto alla credibilità della Banca centrale, un elemento cruciale della fiducia nel sistema economico americano.
Questi eventi contribuiscono a creare grande confusione nel mercato, come è stato evidente con il violento sell-off di lunedì scorso, che ha visto gli indici americani perdere fino al 4% in una sola seduta. Il VIX, l'indice della volatilità, è risalito dai minimi recenti, segno di una crescente incertezza tra gli operatori.
Il rifugio nei Treasury e l'ascesa dell'oro
Di fronte a questo scenario di avversione al rischio, gli operatori hanno cercato rifugio nei Treasury, l'oro ha raggiunto nuovi massimi storici, e il dollaro ha mostrato segni di nervosismo. Gli analisti sottolineano che questo comportamento riflette una crisi di fiducia più che una vera e propria crisi economica.
L'incertezza, alimentata da dichiarazioni politiche e mancanza di concretezza, ha continuato a scuotere i mercati. La volatilità e la reazione emotiva degli investitori sono, ormai, gli attori principali in scena.
Trump si ammorbidisce con Powell e Cina
Nella giornata di martedì, nel finale di seduta, è iniziato un recupero grazie a un'ondata di acquisti, motivati da sensazioni positive più che da notizie concrete. Le dichiarazioni dalla Casa Bianca, in cui Trump ha affermato di non voler rimuovere Powell e ha parlato di progressi nelle trattative tariffarie con Cina, India e Giappone, hanno sollevato l'umore degli investitori. Tuttavia, questi annunci non hanno portato novità sostanziali. Gli analisti avvertono che questa reazione del mercato sia più una risposta emotiva che un cambiamento fondato su dati concreti.
La manipolazione emotiva del mercato
Secondo molti analisti, il mercato non risponde più ai dati economici fondamentali, ma piuttosto alla comunicazione politica, al linguaggio del corpo e al tono delle dichiarazioni. Le parole sono diventate strumenti di manipolazione emotiva, utilizzati non per descrivere la realtà, ma per modificarla. Questa volatilità di percezione è estremamente pericolosa, poiché le reazioni emotive del mercato possono portare a movimenti di prezzo completamente irrazionali.
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La panoramica sui principali mercati
Andiamo ora ad analizzare – come di consueto - la situazione tecnica e grafica dei principali mercati, partendo dallo S&P 500.
S&P 500
Partiamo dall'S&P 500, che ha iniziato un recupero rapido, cercando di superare le resistenze precedenti tra 5.380 e 5.527 punti. Le attuali condizioni di mercato suggeriscono che, con la continua influenza della narrativa politica, i prezzi potrebbero raggiungere la resistenza intermedia a 5.706 punti.
Il supporto in area 5.086 punti, una zona volumetrica importante, potrebbe fungere da supporto settimanale. Tuttavia, la volatilità rimane alta e la situazione potrebbe cambiare rapidamente, suggerendo la possibilità di un pattern di inversione a “V”, con pullback e inversione al rialzo.
Nasdaq 100
Il NASDAQ 100 ha registrato un recupero inferiore rispetto all'S&P 500. Le condizioni di mercato indicano che il livello chiave da monitorare è la resistenza a 19.125 punti. Se questa resistenza verrà superata, potrebbero esserci nuovi rialzi. Tuttavia, la volatilità compressa rende necessario seguire il mercato giorno per giorno. Il supporto a 17.223 punti rimane un livello cruciale per l’indice.
Dow Jones
Il Dow Jones ha mostrato un gap rialzista, ma le quotazioni sono ancora lontani da un consolidamento stabile. Una rottura dei 41.160 punti potrebbe dare forma a una stabilità dei prezzi, ma la volatilità resta alta. Il supporto settimanale a 38.090 punti rimane un livello importante da monitorare. La struttura più "value" del Dow Jones potrebbe offrirgli maggiore stabilità rispetto ad altri indici.
DAX
In Europa, il DAX ha mostrato un rinnovato vigore dopo un crollo verticale che ha portato i prezzi fino a 19.000 punti. Con il gap rialzista, il superamento della resistenza a 21.474 punti potrebbe portare i prezzi verso 23.000 punti, con la possibilità di nuovi massimi storici. La zona dei 22.296 punti è un supporto intermedio che deve essere monitorato attentamente.
FTSE Mib
Il FTSE Mib segue una struttura simile al DAX, con un movimento inferiore. Tuttavia, il recupero di 36.000 punti potrebbe portare a una stabilità dei prezzi. La zona di supporto a 33.593-34.000 punti è cruciale, e - se mantenuta - potrebbe favorire un ritorno verso i massimi storici sopra i 40.000 punti.
Hang Seng
Anche l'indice Hang Seng ha mostrato una ripresa, con l'area di supporto a 19.225 punti che continua a essere fondamentale. I prezzi stanno cercando di chiudere il gap verso 23.000 punti. Tuttavia, la continuazione delle trattative tra USA e Cina sarà determinante per l'andamento di questo indice.
VIX
Il VIX ha mostrato una forte escursione rialzista tra marzo e aprile, ma ora sembra trovarsi in una fase distributiva. Le attuali condizioni di mercato suggeriscono che la pressione rialzista si sta esaurendo, con ombre evidenti nelle candele daily. Il supporto a 31 rimane cruciale e potrebbe segnare l'inizio di una discesa verso i 27 punti. La volatilità, comunque, resta alta e qualsiasi evento negativo potrebbe ribaltare la situazione.
Dollaro USA
L'indice del dollaro americano è tornato in un'area chiave di supporto, tra 98 e 99, mostrando segnali di riassorbimento con un pattern a martello sul timeframe daily. Se confermato, questo potrebbe segnare una fase di distensione, ma la risalita del dollaro dipenderà dalle condizioni di mercato e dalle politiche monetarie in corso.
EUR/USD
Attualmente, il cambio EUR/USD sta attraversando una fase delicata, ma potenzialmente costruttiva. Secondo il consenso tra diversi analisti, un superamento dell’area 1,15 potrebbe rappresentare l’inizio di una fase rialzista più strutturata, con l’obiettivo di riportare il cambio verso un livello di equilibrio tra le due economie.
Questo target viene spesso indicato come una zona realistica nel contesto attuale, e non appare irraggiungibile nel medio termine. Tuttavia, è fondamentale considerare che un rafforzamento del dollaro USA potrebbe interrompere temporaneamente questa dinamica, imponendo una pausa nel trend rialzista.
Un livello chiave da monitorare con estrema attenzione è l’area di 1,1150, che ha già rappresentato una resistenza significativa nelle scorse settimane. Questa zona è stata testata con decisione, ed è ora considerata un livello tecnico di importanza strategica. Affinché il movimento rialzista possa consolidarsi e proseguire, è essenziale che 1,1150 venga mantenuto come supporto.
GBP/USD
Anche la sterlina britannica sta mostrando segni di forza, in linea con il recente slancio rialzista osservato nei principali cambi valutari. Le attuali condizioni di mercato evidenziano una fase di consolidamento in un’area cruciale compresa tra 1,33 e 1,34, dove è in atto una vera e propria battaglia tra compratori e venditori.
In caso di superamento deciso di questa zona, si aprirebbe la possibilità di un'estensione del movimento verso i massimi del 2021, con un target potenziale in area 1,3694. Tuttavia, è importante considerare che un rafforzamento del dollaro USA potrebbe provocare una fase di ritracciamento o pausa nel trend rialzista.
In quest’ottica, il livello di 1,32 si configura come un supporto chiave: la sua tenuta è fondamentale per mantenere intatta la struttura rialzista. Solo un break deciso al di sotto di 1,32 potrebbe segnare l'inizio di una fase ribassista di maggiore rilievo.
USD/JPY
Nel contesto attuale, il cambio USD/JPY ha registrato un marcato rialzo, in linea con altri asset considerati rifugio sicuro come il franco svizzero, l’euro, l’oro e persino il Bitcoin. Tuttavia, se dovesse attivarsi una nuova fase di risk-on, ovvero un ritorno generalizzato dell’appetito per il rischio, questi asset – incluso lo yen – potrebbero subire correzioni.
Non a caso, proprio lo yen è recentemente tornato a testare i minimi registrati ad agosto 2024, in concomitanza con la crisi del carry trade. È importante sottolineare come la Banca Centrale del Giappone stia attraversando una delle fasi più complesse degli ultimi anni.
Secondo indiscrezioni, avrebbe comunicato direttamente alla Casa Bianca le difficoltà a proseguire con gli acquisti di titoli di Stato USA. Una situazione che avrebbe attivato un dialogo tra i due governi e che potrebbe avere conseguenze dirette sull’evoluzione del tasso di cambio.
Dal punto di vista tecnico, il livello di 141,36 rappresenta un supporto chiave. La sua tenuta sarà fondamentale per evitare ulteriori pressioni al ribasso che, secondo l’analisi delle attuali condizioni di mercato, potrebbero spingere il cambio fino in area 138. Al contrario, solo una chiusura consolidata sopra quota 141,63 potrebbe offrire un segnale di ripresa strutturale.
In ogni caso, la tendenza di fondo rimane attualmente impostata al ribasso. Un'inversione significativa della dinamica si potrebbe verificare solo qualora si innescasse una vera e propria fase di risk-on a livello globale.
Oro e Argento
L’oro è stato indubbiamente uno dei grandi protagonisti della settimana. Diversi analisti lo hanno descritto, in maniera ironica, come l’asset che ha preso il posto dei “Magnifici Nove”, diventando un punto di riferimento per gli investitori alla ricerca di rifugio in una fase di incertezza.
Il metallo prezioso ha messo a segno un rialzo spettacolare, arrivando addirittura a toccare l’area dei 3.500 dollari, un livello simbolico che ha attirato l’attenzione di molti operatori. Negli ultimi giorni, tuttavia, sono iniziate le prime prese di beneficio, e le attuali condizioni di mercato sembrano suggerire la possibile formazione di un climax di breve periodo.
Questo potrebbe tradursi in uno storno tecnico con aree potenziali di supporto individuate tra i 3.247 e i 3.190 dollari. Gli analisti non escludono nemmeno la possibilità di una discesa fino a quota 3.000 dollari, nel caso in cui ci fosse una rotazione decisa della liquidità verso il mercato azionario.
Tuttavia, questa fase correttiva, se dovesse proseguire, potrebbe rappresentare una concreta opportunità per quegli investitori che sono rimasti fuori dal rally iniziale e che cercano un’occasione per entrare sull’oro con una prospettiva di lungo termine.
L’argento si è mostrato piuttosto stabile nelle ultime settimane, suggerendo, secondo le attuali condizioni di mercato, una fase di consolidamento. Questo comportamento laterale non è casuale: diversi analisti sottolineano come l’area dei 33 dollari rappresenti un livello tecnico chiave, potenzialmente utile alla costruzione di una nuova base di accumulazione.
In questo contesto, le prospettive di medio termine rimangono moderatamente positive. Le proiezioni indicano un possibile target in area 40 dollari nei prossimi mesi, a patto che il quadro macro e tecnico rimanga favorevole.
Tuttavia, per poter confermare questa view, sarà essenziale mantenere intatto il supporto in area 29-30 dollari. La tenuta di questo livello è considerata fondamentale dagli analisti per garantire la prosecuzione della fase di consolidamento attualmente in corso e per evitare l’inizio di una correzione più profonda.
Petrolio
Il petrolio ha subito un crollo significativo. Questa discesa è stata accompagnata da un aumento anomalo dei volumi, segnale che – secondo gli analisti – potrebbe derivare anche da chiusure massicce di posizioni short. Un evento di questo tipo, in un’ottica contrarian, potrebbe innescare un rimbalzo tecnico importante.
Attualmente, i prezzi hanno mostrato un primo recupero, riportandosi in area 63-64 dollari, delineando la possibilità di una prosecuzione rialzista nel breve periodo. Gli analisti individuano nella fascia 66-68 dollari la prima vera area di resistenza, che potrebbe rappresentare il prossimo obiettivo in caso di conferma della forza in acquisto.
Rimane comunque fondamentale il superamento dell’area 70-72 dollari, considerata una resistenza tecnica e psicologica chiave. Per poter infrangere questa zona in maniera sostenibile, sarà necessario un cambiamento nella narrativa macroeconomica. In particolare, senza segnali convincenti di una ripresa economica globale, sarà difficile assistere a un trend rialzista stabile e duraturo sul petrolio.
Bitcoin ed Ethereum
Il Bitcoin sta mostrando una forza notevole e ha recentemente registrato un rally significativo, supportato da ingenti afflussi su ETF e acquisti sia da parte di trader retail che istituzionali. Negli ultimi giorni, gli acquisti sono stati davvero sostanziali, permettendo al Bitcoin di rompere una resistenza che era rimasta intatta per quasi due mesi, in area 86.000 dollari. Attualmente, il prezzo è tornato sui livelli di febbraio 2025, oscillando tra i 93.000 e 94.000 dollari.
Secondo gli analisti, questa fase di crescita potrebbe continuare se la narrativa del recupero globale – in particolare un allentamento delle tensioni legate alla guerra dei dazi – dovesse persistere. In questo scenario, Bitcoin potrebbe tentare un attacco ai massimi precedenti e, staccandosi dall'andamento delle azioni, potrebbe presto raggiungere nuovi massimi storici.
L'opinione comune tra gli analisti è che il Bitcoin possa arrivare a toccare l'area dei 120.000 dollari nei prossimi due mesi. Le attuali condizioni di mercato evidenziano però l'importanza del supporto in area 86.000 dollari, e in particolare, l'area 82.000 dollari, che deve essere mantenuta per evitare un potenziale ribasso.
Per quanto riguarda Ethereum, la situazione rimane più complessa. Gli analisti evidenziano che la criptovaluta sta affrontando sfide legate alla liquidità, con molte altcoin in una condizione simile. Ethereum potrebbe tornare a salire con forza solo se ci sarà un afflusso significativo di liquidità.
In genere, quando Bitcoin intraprende un forte rally, le altre criptovalute tendono a beneficiarne, seguendo un percorso rialzista. Per Ethereum, la resistenza da monitorare è in area 2.227 dollari. Solo un potenziale recupero di questo livello potrebbe segnare l'inizio di una fase di consolidamento.
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