Tregua commerciale, inflazione e rally: cosa succede sui mercati? | Investire.biz

Tregua commerciale, inflazione e rally: cosa succede sui mercati?

13 giu 2025 - 13:00

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Nel nuovo appuntamento con “Lupo’s Way” analizzo gli ultimi sviluppi che hanno guidato i mercati e il quadro tecnico delle principali asset class

In questo nuovo appuntamento di “Lupo’s Way”, come di consueto analizzo il quadro macro e grafico dei principali mercati finanziari. Il primo tema che affrontiamo oggi riguarda i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina, conclusi l’11 giugno a Londra con un’intesa di principio.

 

Accordo commerciale USA-Cina: i mercati vogliono vederci chiaro

Le delegazioni hanno annunciato un accordo preliminare per riattivare i flussi di esportazione di terre rare, magneti e altri materiali strategici. Secondo quanto riportato da Bloomberg News e confermato dal Segretario al Commercio Howard Lutnick, l’intesa punta a sbloccare risorse fondamentali per settori ad alta tecnologia, come i veicoli elettrici, la difesa, i laser e i semiconduttori.

Tuttavia, al momento si tratta solo di una bozza priva di contenuti esecutivi, ancora in attesa dell’approvazione formale dei due presidenti. I mercati hanno reagito con una certa freddezza: Wall Street è rimasta pressoché invariata, il cambio dollaro-yuan si è rafforzato solo leggermente, e i listini asiatici – fatta eccezione per Cina e Hong Kong – hanno registrato variazioni marginali.

Questo perché, come osservato da Reuters, lo scenario di de-escalation commerciale era già stato in parte incorporato dai mercati. Gli indici globali si sono riportati sui livelli precedenti all’imposizione delle tariffe, ma l’accordo attuale, pur simbolico, segna solo l’inizio di una partita ancora tutta da giocare.

Restano infatti numerosi nodi irrisolti, come le restrizioni su software e chip per l’intelligenza artificiale, il controllo sui dati digitali e la gestione delle piattaforme – TikTok in primis. Tensioni che, secondo Reuters, rendono ogni tregua estremamente fragile, anche a causa del risentimento ancora vivo in Cina per il duro avvio della guerra commerciale sotto l’amministrazione Trump.

 

Borse in rally: motivi tecnici piuttosto che fondamentali

Un altro punto chiave – forse il più sottovalutato – riguarda il rally azionario in corso, sostenuto da fattori prevalentemente tecnici piuttosto che da fondamentali economici solidi. È ciò che gli analisti anglosassoni definiscono un "upside risk": un rialzo alimentato non da crescita reale, ma da flussi, posizionamenti e vincoli legati ai benchmark.

Il Wall Street Journal offre un’analisi approfondita dei posizionamenti attuali: gli hedge fund stanno aumentando l’esposizione netta chiudendo posizioni short e rafforzando quelle long, mentre i fondi macro sistematici – che operano con logiche top-down – sono tornati a livelli medi di esposizione. Gli investitori retail, fermi da maggio, stanno progressivamente rientrando sul mercato, concentrandosi su titoli come Tesla e sul comparto del quantum computing.

Secondo i dati di Goldman Sachs, i buyback da parte delle aziende americane superano i 6 miliardi di dollari al giorno e dovrebbero proseguire fino alla fine di giugno, per poi riprendere a fine luglio dopo la consueta finestra di blackout.

JP Morgan sottolinea inoltre che i dealer di opzioni sullo S&P 500 risultano "short gamma" sopra i 6.000 punti e "long gamma" al di sotto: ciò significa che, indipendentemente dalla direzione del mercato, sono tecnicamente costretti ad acquistare per coprirsi, contribuendo così a sostenere e amplificare i movimenti al rialzo, smorzando invece le correzioni. È questo il motivo per cui, da circa un mese, assistiamo a una salita dei listini priva di segni di debolezza.

 

Occupazione USA sopra alle attese, ma prevale la cautela

Un ulteriore elemento da considerare è il dato sull’occupazione statunitense diffuso venerdì scorso, il celebre "non-farm payrolls". Il report ha mostrato la creazione di 139.000 nuovi posti di lavoro, un dato superiore alle attese. Tuttavia, Bloomberg invita alla cautela: le revisioni negative dei mesi precedenti – pari a circa 95.000 posti di lavoro persi – e il tasso di partecipazione alla forza lavoro raccontano una realtà più sfumata.

Morgan Stanley osserva che il vero motivo per cui il tasso di disoccupazione resta fermo al 4,2% è il calo dell’offerta di lavoro, dovuto in particolare alla contrazione della manodopera immigrata. Il cosiddetto break-even rate, ovvero il numero di nuovi posti necessari per mantenere stabile il tasso di disoccupazione, è sceso da 210.000 a 170.000 al mese e potrebbe addirittura scendere sotto quota 90.000 entro la fine dell’anno.

In sostanza, la disoccupazione appare stabile solo perché ci sono meno persone attivamente in cerca di lavoro. L’economia sta già rallentando, ma questa dinamica può sfuggire alle metriche tradizionali. Lo stesso presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, ha riconosciuto che questa asimmetria tra domanda e offerta di lavoro potrebbe portare la banca centrale a una lettura errata della situazione.

 

Mercati: il punto della situazione in sintesi

In sintesi, il rally in atto è sostenuto più da dinamiche tecniche e flussi forzati, come i buyback, che da fondamentali macroeconomici. Il posizionamento degli operatori resta reattivo e potrebbe generare sorprese.

Il mercato del lavoro appare più fragile di quanto sembri e l’equilibrio tra domanda e offerta è precario. In questo scenario, il rischio che la Fed interpreti erroneamente i segnali economici o agisca troppo tardi rimane concreto.

Per concludere, sulla base delle indicazioni di Bloomberg, possiamo dire che ci troviamo in una fase di mercato sensibile e complessa. L’apparente calma nasconde tensioni latenti, sia sul piano geopolitico sia su quello economico.

Il rally prosegue, ma poggia su basi tecniche più che su fondamenta solide. I prossimi giorni saranno quindi cruciali: ogni nuovo dato potrebbe cambiare la narrativa, ed è fondamentale monitorare con attenzione le variabili macroeconomiche chiave, evitando di distrarsi con elementi secondari.

 

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La panoramica sui principali mercati

Andiamo ora ad analizzare – come di consueto - la situazione tecnica e grafica dei principali mercati, partendo dallo S&P 500.

 

S&P 500

Lo Standard & Poor's 500 continua a mantenere la sua corsa al rialzo. Come possiamo osservare, l'indice mantiene un posizionamento solido al di sopra dell’area 6.000 punti, mostrando – nelle attuali condizioni di mercato – la possibilità concreta di attaccare i massimi storici in area 6.230 punti.

Solo un aumento della volatilità innescato da dati macroeconomici percepiti negativamente potrebbe interrompere o rallentare questo rally. Al momento, il movimento al rialzo prosegue in modo verticale, con frequenti fasi correttive che però vengono assorbite rapidamente, spesso entro le 24 ore successive.

Tecnicamente, solo una perdita dell’area 5.700 punti, corrispondente alla chiusura del gap di inizio maggio, potrebbe aprire la strada a una correzione più profonda. Tuttavia, questo scenario si concretizzerebbe solo in presenza di un marcato aumento della volatilità.

 

Nasdaq 100

Il Nasdaq 100 prosegue la sua corsa rialzista e si trova attualmente molto vicino ai massimi storici, situati intorno all’area 22.300 punti. Al momento, non si evidenziano segnali di correzione, grazie al posizionamento solido da parte sia degli investitori retail sia dei fondi istituzionali.

Tuttavia, una chiusura settimanale al di sotto di area 21.425 punti potrebbe innescare correzioni tecniche veloci, anche se contenute. Solo una rottura decisa dell’area 20.600 punti potrebbe aprire la strada a una correzione più ampia e strutturale.

 

Dow Jones

Il Dow Jones si trova attualmente in una fase di lateralità marcata, come evidenzia il grafico daily, che mostra un consolidamento prolungato con una leggera inclinazione rialzista. In questo contesto, l’accumulazione in corso potrebbe generare spike improvvisi sia verso l’alto che verso il basso.

Attualmente, l’area 42.368 punti rappresenta un primo livello di supporto, mentre area 42.000 punti funge da supporto psicologico chiave. Tuttavia, solo una rottura decisa di area 43.000 potrebbe innescare un'accelerazione al rialzo, con target naturale in area 43.821, corrispondente alla resistenza formatasi nel febbraio 2025.

 

DAX

Spostandoci in Europa, il DAX entra in una fase di leggera lateralità, pur mantenendo un impostazione strutturalmente rialzista, dopo aver recentemente segnato nuovi massimi storici. L’area 24.000 punti si conferma un livello magnetico per i prezzi, fungendo da baricentro nelle ultime sedute.

Attualmente, non emergono segnali chiari di inversione, e un ritorno sotto area 23.156 sarebbe il primo campanello d’allarme per un possibile cambio di sentiment. Fino ad allora, lo scenario rimane costruttivo, e una rottura di area 24.500 potrebbe aprire la strada a una prosecuzione verso il prossimo obiettivo psicologico e tecnico in area 25.000 punti.

 

FTSE Mib

Passando all’Italia, il FTSE Mib continua a mostrare una struttura rialzista solida, sostenuta dalla tenuta dell’area 38.832 punti, confermatasi come supporto chiave sin da marzo 2025. L’obiettivo di medio-lungo periodo resta ambizioso: ritornare sui massimi storici del 2007.

Nel breve termine, l’indice sta attraversando una fase di consolidamento laterale, ma il bias rimane rialzista, soprattutto su base settimanale. Solo una violazione di area 39.442 punti potrebbe indebolire la struttura e aprire a scenari più cauti. Fino ad allora, l’impostazione favorevole resta confermata.

 

Hang Seng

L’indice di Hong Kong continua a mostrare una solida spinta rialzista, supportata da condizioni di mercato favorevoli. I prezzi si stanno avvicinando ai massimi di febbraio, e una rottura di tale livello aprirebbe la strada verso un possibile target in area 25.000 punti. Il supporto in area 22.492 punti è stato confermato e rappresenta il primo livello tecnico da monitorare in caso di eventuali ritracciamenti. Finché questo livello tiene, il momentum rialzista rimane intatto.

 

VIX

Il VIX prosegue la sua discesa, segnalando una fase di stabilità nei mercati azionari. L’area attualmente raggiunta suggerisce la possibilità di ulteriore calma, ma è fondamentale non sottovalutare l’effetto delle news macroeconomiche e delle scadenze tecniche previste per la prossima settimana, che potrebbero innescare un rapido aumento della volatilità.

Un eventuale ritorno dei prezzi verso area 19 rappresenterebbe il primo segnale di allerta, mentre una stabilizzazione in area 17 rafforzerebbe ulteriormente il trend rialzista degli indici azionari. Al momento non si rilevano segnali di inversione, ma è prudente monitorare con attenzione i principali dati macro in uscita nei prossimi giorni.

 

Dollaro USA

L’indice del dollaro USA continua la sua discesa iniziata diverse settimane fa. Nonostante qualche breve spike rialzista, il quadro rimane dominato da una crescente sfiducia verso gli asset denominati in dollari, legata soprattutto all’aumento del debito pubblico statunitense, come evidenziato dai dati Bloomberg.

I massimi decrescenti confermano la pressione ribassista, con l’area intorno a 99 che si avvicina a una possibile rottura al ribasso. È importante monitorare attentamente le news, poiché in questo contesto la volatilità potrebbe aumentare. In caso di conferma del movimento ribassista, il target minimo indicativo si colloca attorno a 98, con possibili estensioni verso 94 nelle prossime settimane/mesi.

 

EUR/USD

L’euro-dollaro continua a mostrare una solida forza rialzista, sostenuta dalla debolezza del dollaro USA. I prezzi si muovono in modo graduale, con frequenti oscillazioni di breve periodo, ma senza perdere la direzione di fondo.

Le condizioni di mercato indicano che, in caso di rottura dell’area 1,1473, potrebbe esserci un’accelerazione al rialzo. L’obiettivo rimane quello di mantenere i prezzi sopra il livello di 1,15, puntando a raggiungere la zona di 1,19 nei prossimi mesi. A livello settimanale, si conferma la solidità del supporto in area 1,1150, che ha retto l’ultimo movimento ribassista.

 

GBP/USD

La sterlina continua a mostrare solidità, con l’area di 1,34 che svolge un ruolo importante come supporto chiave. I prezzi hanno avviato una nuova fase di accumulazione, suggerendo una possibile continuazione del trend.

Le condizioni di mercato indicano che il target a 1,3694, corrispondente all’area dell’ultima fase distributiva di novembre 2021, potrebbe essere raggiunto nel breve termine. A livello orario, il livello di 1,34 rappresenta uno spartiacque psicologico: solo una rottura decisa al di sotto di questo livello potrebbe innescare ulteriori movimenti ribassisti.

 

USD/JPY

Il cambio dollaro/yen si trova in una fase di relativa calma, nonostante la debolezza del dollaro USA. L’attività della Banca centrale giapponese, come dichiarato dal presidente, è focalizzata a evitare ulteriori pressioni sui bond e sulle azioni americane generate dal carry trade.

Al momento, la rottura del livello di 141,63 non si è concretizzata. Le condizioni di mercato attuali mostrano una lieve fase di distensione, che potrà essere confermata solo nel caso in cui i prezzi chiudano sopra 146,56 su base settimanale, a indicare una possibile forza rialzista.

Per ora, i prezzi restano in una fase molto laterale, pertanto è consigliabile mantenere alta attenzione nella gestione delle posizioni su USD/JPY, considerando l’alta volatilità e le decisioni della BoJ.

 

Oro e argento

Passando ai metalli preziosi, l’oro sta attraversando una fase correttiva. I prezzi continuano a oscillare intorno all’area di 3.364 dollari l’oncia. C’è stato un tentativo di rottura verso il basso fino a circa 3.400 dollari, ma nonostante una certa propensione al rischio, l’oro resta un elemento fondamentale all’interno dei portafogli, soprattutto per contrastare l’effetto del deprezzamento del dollaro sugli asset.

Gli acquisti proseguono grazie all’attuale fase di incertezza, mantenendo i prezzi stabili. Ogni ribasso viene rapidamente assorbito, mentre i rialzi si sviluppano con movimenti caratterizzati da numerosi alti e bassi, segnalando una fase di accumulazione. Le condizioni di mercato attuali lasciano aperta la possibilità di un forte rialzo, soprattutto qualora i mercati azionari dovessero iniziare una correzione.

Per quanto riguarda l’argento, abbiamo finalmente assistito alla rottura della resistenza intorno a 33,92 dollari. Dopo quasi otto anni di accumulazione, i prezzi hanno superato la zona di 34 dollari, confermando le previsioni delle scorse settimane che indicavano questo movimento come imminente.

Il primo ostacolo significativo si trova ora intorno a 37 dollari, mentre l’obiettivo a 40 dollari rimane pienamente raggiungibile. Solo un ritorno sotto area 33 dollari potrebbe far ripiombare il mercato in una nuova fase laterale.

 

Petrolio

Passiamo al petrolio, che sta vivendo una nuova fase rialzista. Il recupero intorno a 64 dollari al barile sta portando i prezzi a livelli molto simili a quelli di equilibrio per i produttori, secondo i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia.

In questa fase, le condizioni di mercato suggeriscono una buona possibilità di continuare la tendenza positiva, con un possibile test dell’area 68 dollari. Sul lato opposto, il supporto chiave si mantiene intorno a 63 dollari, area fondamentale per sostenere il trend rialzista.

 

Bitcoin ed Ethereum

Passando al mondo delle criptovalute, Bitcoin continua ad attrarre liquidità. I dati del CME indicano importanti afflussi sugli ETF, e Bitcoin si avvicina nuovamente ai massimi storici toccati a maggio. Le condizioni di mercato attuali lasciano spazio a ulteriori rimbalzi e potenziali nuovi record. Solo una rottura al ribasso dell’area 102.000 dollari su base settimanale potrebbe interrompere questo slancio positivo.

Per quanto riguarda Ethereum, dopo un mese di accumulazione, i prezzi stanno superando la soglia dei 2.700 dollari. Le attuali condizioni di mercato mostrano la volontà di superare la candela del 3 febbraio, che aveva innescato l’ultima correzione. Se Ethereum riuscisse a recuperare l’area intorno ai 2.900 dollari su base mensile, questo potrebbe dare il via a un nuovo processo rialzista di medio-lungo termine.

 

 

 

 

 

 

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