Mancano quasi due mesi al giorno delle
elezioni presidenziali USA e gli investitori di tutto il mondo stanno alimentando il dibattito su cosa potrebbe succedere nei mercati finanziari con la vittoria dell'uno o dell'altro candidato. Gli scossoni non sono di certo mancati per far agitare i mercati: l'uscita di scena di
Joe Biden per far posto a Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca, il doppio attentato a Donald Trump e i dibattiti televisivi tra i leader dei due partiti sfidanti hanno fornito materiale sufficiente per creare volatilità. Il sentiment di mercato si è mostrato molto altalenante, anche e soprattutto in rapporto alle indicazioni dei sondaggi. Questi inizialmente davano sicuro vincente Trump, ma da quando Harris è l'antagonista, i pronostici sono stati ribaltati.
Elezioni USA: gli effetti su azioni e obbligazioni
Cosa potrebbe succedere nei mercati finanziari se prevarrà l'esponente dei repubblicani o quello dei democratici non è dato di saperlo, ovviamente. Ci sono però dei punti di riferimento a cui molti si appoggiano, tipo quello della tassazione che è un argomento molto sensibile a Wall Street. Harris vuole portare le tasse sulle società dal 21% al 28% ed elevare quelle sulle plusvalenze finanziarie dal 20% al 28% per chi guadagna almeno 1 milione di dollari. Durante il suo mandato del 2016-2020, Trump ha portato dal 35% al 21% le imposte sulle società e ora conta di abbassarle ulteriormente al 15%. Gli investitori azionari vanno a nozze di fronte a queste mosse. Quindi, come si comporteranno dopo le elezioni USA?
Secondo un sondaggio realizzato da Bloomberg, che ha intervistato 340 tra gestori di portafoglio, trader ed economisti nel periodo che va dal 9 al 13 settembre, la metà dei partecipanti prevede un aumento dell'esposizione alle azioni qualora dovesse spuntarla il tycoon. Invece, appena il 28% ha affermato la stessa cosa se Harris diventasse presidente degli Stati Uniti. Anzi, più di un terzo ha dichiarato che in questo scenario ridurrebbe le posizioni nelle azioni. Discorso diverso per quanto riguarda le obbligazioni. Quasi il 50% ha detto che abbasserebbe l'esposizione obbligazionaria se vincesse Trump, mentre un trionfo di Harris comporterebbe un taglio della posizione nel reddito fisso per il 23% degli intervistati.
Una buona notizia
A conforto degli investitori a Wall Street c'è il fatto che storicamente le azioni tendono a salire dopo le elezioni USA, indipendentemente da chi viene nominato presidente. Secondo i dati riportati da CFRA Research, dal 1945 a oggi, l'indice S&P 500 ha ottenuto mediamente una performance annuale dell'11% con un guida democratica e del 7% sotto una conduzione repubblicana. Negli ultimi sei appuntamenti elettorali, solo in un'occasione la Borsa americana è scesa, ovvero con la presidenza di George W. Bush perché nel frattempo è scoppiata la grande crisi del 2008.
Questa volta poi vi è
l'inizio del ciclo dei tagli ai tassi di interesse della Federal Reserve che normalmente favoriscono i prezzi delle obbligazioni. Tuttavia, il reddito fisso potrebbe essere colpito dai piani di espansione fiscale, in particolare se dovesse vincere Trump. La sua proposta di portare il rapporto debito/PIL al 142% nei prossimi 10 anni - il 20% in più rispetto a quello della fine della seconda guerra mondiale - rischia di mettere pressione ai titoli di Stato americani. Tuttavia, entrambi i candidati hanno intenzione di aumentare l'indebitamento federale, quindi gli effetti andrebbero debitamente pesati. Ad ogni modo, secondo la stragrande maggioranza degli intervistati da Bloomberg,
gli Stati Uniti non andranno incontro a un declassamento del rating sovrano. Chiunque sia il prossimo presidente.