Negli ultimi tempi, alcuni Paesi come la Cina hanno avanzato l'idea di utilizzare i diritti speciali di prelievo (DSP) come alternativa al dollaro Usa negli scambi internazionali. Sostituire la moneta americana, principale riserva mondiale, non è facile, visto che essa è il punto di riferimento valutario della stragrande maggioranza delle transazioni commerciali a livello mondiale.
Tuttavia, dopo le sanzioni comminate alla Russia - con il congelamento di oltre 600 miliardi di dollari a causa dell'invasione dell'Ucraina - sono aumentate le discussioni per trovare un candidato che possa eventualmente rimpiazzare il biglietto verde. In questo articolo vedremo cosa sono i DSP e quale funzione esercitano nel contesto internazionale.
DSP: cosa sono e come funzionano
I DSP sono una specie di valuta, introdotta nel 1969 con gli accordi di Giamaica, che esprime
l'unità di conto del Fondo Monetario Internazionale. In pratica, si tratta di una divisa ottenuta da un paniere di valute nazionali il cui calcolo risulta da un denominatore comune. Le valute in questione sono il dollaro Usa, l'euro, lo yen giapponese, lo yuan e la sterlina britannica. La composizione del paniere, però, è rivista ogni 5 anni dal Comitato esecutivo dell'FMI.
In verità, i DSP non sono una moneta vera e propria, ma più che altro un diritto di acquisire una o più valute detenute nelle riserve ufficiali dei Paesi membri. L'allocazione dei DSP avviene sulla base della quota versata da ogni Paese all'FMI. Come funziona? In termini pratici, se un Paese vuole usare i DSP, si rivolge alla Banca centrale di uno Stato membro per effettuare uno scambio con una delle valute del paniere liberamente utilizzabili. Il Paese richiedente quella valuta (ossia liquidità) paga un interesse in proporzione ai DSP ceduti alla Banca centrale che fornisce la liquidità in divisa.
Quali funzioni esercitano e quali i loro limiti
I DSP esercitano alcune funzioni che possono essere importanti per la stabilità dei mercati finanziari. Ad esempio, le Banche centrali possono accedere a liquidità in valuta estera senza dover vendere le proprie riserve di attività estere sui mercati valutari. Questa può essere una forma di rassicurazione per i mercati.
Inoltre, i DSP hanno un ruolo di unità di conto per le operazioni dell'FMI e di altre organizzazioni internazionali. L'FMI alloca i diritti speciali di prelievo agli Stati membri quando deve incrementare le attività di riserva globale, come è avvenuto nel 2009 a seguito della grande crisi globale. All'epoca, oltre 204 miliardi di DSP furono allocati presso i Paesi membri.
Alcuni spingono per promuovere il ruolo dei DSP a componente centrale del sistema monetario internazionale sulla base del fatto che, rappresentando le principali valute mondiali, i diritti speciali di prelievo hanno un tasso di cambio stabile.
Questo permetterebbe di far fronte alle problematiche inerenti alla volatilità delle coppie di valute. Tuttavia, non essendo sviluppato un mercato privato, i DSP farebbero fatica ad affermarsi, persino se l'FMI dovesse aumentarne la quantità disponibile presso le Banche centrali. Pertanto, questi diritti, non solo sono distanti dall'assumere uno status di valuta comunemente utilizzabile nelle transazioni internazionali, ma anche dal rivestire un ruolo di primo piano nelle attività di riserva mondiali.