I 32 membri dell’alleanza NATO hanno raggiunto un accordo per aumentare la spesa militare fino al 5% del PIL entro il 2035. Il piano prevede che il 3,5% sia destinato alla difesa pura, mentre l’1,5% andrà a infrastrutture di sicurezza come cyberdifesa e intelligence.
La mossa rappresenta una risposta alle richieste, soprattutto statunitensi, di una più equa ripartizione dell’onere difensivo. Tuttavia, raggiungere questa soglia sarà tutt’altro che semplice. Vediamo perché.
Difesa: Est Europa e Grecia in prima linea
I dati NATO stimano che nel 2024 solo 23 membri abbiano raggiunto l’attuale target del 2% del PIL in spesa militare, introdotto nel 2014. Paesi come Polonia, Estonia, Lettonia, Grecia e Stati Uniti superano ampiamente il 2%, ma grandi economie come Italia, Spagna e Canada sono ancora al di sotto. Nessun Paese ha ancora toccato il 5%.
Paesi come Polonia ed Estonia sembrano vicini al target della NATO. Varsavia è già prossima al 5% del PIL per la difesa, mentre Tallinn ha approvato un programma che porterà il budget al 5,4% dal 2026 al 2029. Anche la Grecia figura tra i maggiori contributori, con una spesa del 3,1% nel 2024, motivata in particolare dalle tensioni storiche e strategiche con la vicina Turchia, anch’essa membro della NATO.
Tuttavia, il Paese presenta vulnerabilità strutturali: molte dotazioni militari sono obsolete, e la capacità industriale interna resta debole. Per Atene, l’investimento nella difesa è anche una strategia di posizionamento internazionale.
Il legame con fornitori come Stati Uniti e Francia rafforza il ruolo della Grecia all’interno dell’alleanza, offrendo una maggiore protezione strategica in un’area turbolenta come il Mediterraneo orientale. Tuttavia, come sottolineato da alcuni analisti, un’alta spesa non si traduce automaticamente in capacità militari efficaci, specialmente in presenza di inefficienze strutturali e logistiche.
Difesa NATO: una coesione difficile da mantenere
Nonostante l’accordo sul 5%, la divergenza nelle priorità strategiche - dalla Russia per l’Est Europa alla Turchia per la Grecia - evidenzia quanto sarà difficile armonizzare l’approccio degli alleati. Inoltre, persistono tensioni su altri fronti, come le politiche commerciali e l’atteggiamento verso la Cina. Come osservato da Carsten Nickel di Teneo, l’incremento della spesa sarà solo una parte della più ampia sfida nel mantenere coesa l’alleanza transatlantica.