I data center, un tempo considerate infrastrutture di nicchia, sono ormai onnipresenti in molte periferie americane. Tuttavia, la recente decisione di Microsoft di annullare i suoi progetti in Ohio ha alimentato il dubbio: il boom dei data center sta forse già volgendo al termine?
Anche un report di Wells Fargo, che segnalava il riesame di alcuni progetti AWS, ha contribuito ad aumentare i timori su questo segmento. In realtà, la "pausa" potrebbe essere solo apparente e inserirsi in un contesto di spesa che resta forte. Vediamo perché.
Data center AI: crescita robusta e segnali incoraggianti
Secondo Giordano Albertazzi, CEO della società Vertiv, specializzata in infrastrutture per data center, la crescita resta robusta, spinta dall'espansione dell'intelligenza artificiale, si legge su CNBC. Le azioni di Vertiv hanno chiuso la scorsa settimana con un +22%.
Anche Amazon e Nvidia hanno confermato il dinamismo del mercato: “Non vediamo cambiamenti significativi nella domanda”, ha dichiarato Kevin Miller, vicepresidente globale di Amazon Web Services. Anche Anat Ashkenazi, CFO di Alphabet, ha confermato che il mercato cloud resta “teso”, pur ammettendo che ci potranno essere variazioni trimestrali nei tassi di crescita.
Con l’evoluzione del mercato AI e l’emergere di progetti come DeepSeek e Stargate, il settore sta semplicemente prendendo tempo per adattarsi. “È una pausa temporanea”, afferma Pat Lynch di CBRE, spiegando che il portafoglio di progetti rimane comunque ampio.
Secondo McKinsey & Company, il mercato dei data center crescerà del 20%-25% nei prossimi cinque-sette anni, pur con variazioni annuali. L'introduzione di nuovi dazi sulle materie prime critiche potrà creare nuove pressioni sui costi e sui modelli di approvvigionamento, costringendo le aziende a diversificare le fonti e ottimizzare le strategie di supply chain.
John Carrafiell, co-CEO di BGO, sottolinea che i principali operatori – Microsoft, Google, Meta, Amazon – prevedono di investire oltre 300 miliardi di dollari in capex quest’anno, in gran parte destinati all’infrastruttura AI.
Il nodo cruciale: l’energia
I data center richiedono enormi quantità di energia, non solo per alimentare i server ma anche per il raffreddamento. Come sottolinea Allan Schurr di Enchanted Rock, la dimensione media di un nuovo data center è passata da 60 a oltre 500 megawatt nel giro di tre anni.
La crescita della domanda elettrica da parte di data center, industria e mobilità elettrica sta sovraccaricando le reti, causando tempi di attesa più lunghi per le nuove connessioni. Secondo un recente report di UBS, Microsoft avrebbe sovraccaricato la propria capacità di data center durante la corsa iniziale all’AI, e ora sta razionalizzando i progetti. Non si tratterebbe quindi di un calo della domanda, ma di una gestione più selettiva.
Georgia, Texas e Ohio sono attualmente i territori più attrattivi per i costruttori di data center grazie alla disponibilità energetica. Secondo Lynch di CBRE, la prossimità a grandi fonti di energia entro 36 mesi è un requisito cruciale. Oggi i data center consumano circa il 3% dell’energia mondiale, secondo Datacenters.com.