Questa mattina il premier Giuseppe Conte salirà al Quirinale alle 11 per ufficializzare con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella il suo saluto a Palazzo Chigi, dopo aver percepito che al Senato i numeri per il SI alla relazione del ministro della giustizia Bonafede sono in forte dubbio.
A questo punto si apriranno gli scenari tipici di una vera e propria crisi formale. Ma il saluto di Conte potrebbe essere un arrivederci o un addio. Vediamo insieme cosa potrebbe succedere nelle prossime ore.
Dimissioni Conte: cosa succede ora?
Dopo aver ricevuto Conte al Colle, il Presidente della Repubblica deve aprire il rito delle consultazioni. Al Colle saliranno il presidente del Senato Elisabetta Casellati e quello della Camera Roberto Fico. Successivamente sfileranno tutte le forze politiche rappresentate alla Camera e al Senato. L'obiettivo di Mattarella sarà trovare una maggioranza di governo pronta a votare la fiducia in entrambe le camere a un Presidente del Consiglio. Gli scenari ad oggi sono sostanzialmente tre:
Scenario 1, Conte-Ter: nuovo incarico a Giuseppe Conte per la formazione di un esecutivo ter. Dovrebbero dare la disponibilità Movimento 5 Stelle, Pd e Leu. Ma saranno determinanti Italia Viva e il gruppo centrista dei responsabili-costruttori. Se da loro arrivasse il sostegno, Conte avrà i numeri per giungere al termine naturale della legislatura. L’unica incognita sarebbe il buon sostegno di Renzi.
Scenario 2, nuovo presidente del Consiglio: Conte fallisce e si dà l'incarico a una personalità neutrale, con una autorevolezza riconosciuta trasversalmente, che potrebbe compattare l'attuale maggioranza (Pd, M5S, Leu) con quello di Italia Viva, di Forza Italia e Cambiamo di Toti. A quel punto sarà importante capire se i pentastellati saranno disposti a sacrificare la figura di Conte.
Scenario 3, elezioni anticipate: se Mattarella ritenesse impossibile trovare una maggioranza e un presidente del Consiglio pronto a rappresentarla potrebbe sciogliere le camere per ridare la parola agli italiani. Le elezioni sono fortemente volute solo da Meloni e Salvini, ma fino a che punto non è dato sapere perché anche loro non sono certi di guadagnare consensi.
Il primo scenario, ovvero il Conte-Ter, è ciò che ha spinto il premier a dare le dimissioni. Il Partito Democratico ha assicurato all’avvocato del popolo che farà il suo nome per il reincarico e lo ha convinto al passo decisivo. Subito dopo l'annuncio della convocazione del consiglio dei ministri il MoVimento 5 Stelle, il Partito Democratico e Liberi e Uguali hanno annunciato sostegno a Conte "per un nuovo governo chiaramente europeista e sostenuto da una base parlamentare ampia, che garantisca credibilità e stabilità per affrontare le grandi sfide che l’Italia ha davanti", come ha scritto il segretario del PD sui social media.
Crisi governo e dimissioni Conte, uno sguardo a Piazza Affari
I mercati finanziari accetterebbero di buon grado lo scenario numero 1. Ma in realtà sarebbe ancora più gradito lo scenario numero 2, se la figura super partes godesse di grande ampio credito a livello internazionale. Lo scenario peggiore sarebbe dunque il numero 3, con elezioni anticipate condotte con il vecchio sistema elettorale e il rischio di non riuscire a formare un governo in grado di funzionare.
La crisi di governo ha influenzato negativamente i corsi del listino guida di Borsa Italiana, il FTSE Mib, che dai top in area 23.000 punti a inanellato una serie di sedute negative. Le quotazioni ora si trovano al di sotto della soglia psicologica dei 22.000 punti.
L’accelerazione del fronte ribassista è stata innescata dalla rottura del supporto a 22.300 punti, dove transitano il livello orizzontale espresso dai minimi del 28 dicembre 2020 e il 38,2% del ritracciamento di Fibonacci disegnato dai minimi del 21 dicembre 2020 ai massimi dell’8 gennaio 2021.
In tale quadro tecnico, i corsi potrebbero spingersi di nuovo sui 21.500 punti, livello di concentrazione di domanda che, se violato, permetterebbe l’approdo verso i 21.000 punti dove vi è il supporto orizzontale lasciato in eredità dal minimo registrato il 21 dicembre.
Operativamente si potrebbero valutare strategie long in caso di segnali di forza in area 21.500 punti per tentare un ritorno in area 22.000-22.100 punti. Una rottura di tale livello invece farebbe privilegiare strategie di matrice ribassista con target verso il livello chiave posto a 21.000 punti.