La crisi innescata dal Coronavirus ha colpito in particolar modo nel secondo trimestre del 2020, con il PIL dell’Eurozona che nel periodo ha messo a segno un -12,1%. Secondo gli analisti di Goldman Sachs, anche se la contrazione del Prodotto Interno Lordo del Vecchio Continente ha messo a segno un ribasso minore di quello anticipato, vi sono rischi concreti relativamente all’intensità della ripresa a causa di una possibile ripresa dei contagi che potrebbe dare vita a nuove misure di contenimento. Per quanto riguarda l’Italia, tra aprile e luglio il PIL si è contratto del 12,4%: si tratta del dato peggiore dal 1995, quando è iniziata l’attuale serie storica.
Italia: il ruolo del Coronavirus nell’industria
Lo shock causato dal COVID-19 ha provocato una duplice crisi, sia dal lato dell’offerta che della domanda. Questo si ripercuote nell’industria manifatturiera, con un fatturato che ad aprile ha registrato una flessione del 44,5% in termini tendenziali. La rimozione delle misure di contenimento più stringenti ha fatto ripartire in una certa misura la produzione industriale, che su base congiunturale segna un +54,4% e un +47% del fatturato ma resta comunque al di sotto dei valori di maggio 2019.
Come notano gli analisti di Prometeia e Intesa Sanpaolo nello studio dei settori industriali a luglio, i primi 5 mesi dell’anno hanno registrato un calo tendenziale del 21,6% per la produzione, con un -19,3% del giro d’affari. La fiducia delle imprese manifatturiere è ancora su livelli negativi per la produzione e la domanda, ma gli esperti si attendono comunque un’attenuazione del ritmo di caduta nei prossimi mesi, con il peggio della crisi che dovrebbe quindi essere alle spalle.
La ripresa avrebbe comunque la possibilità di essere piuttosto lenta. In un report della Banca d’Italia si sottolinea come i consumi non necessari siano ancora frenati, fatto che penalizza gli investimenti delle aziende. Per Prometeia e Intesa Sanpaolo l’Italia dovrà sfruttare al massimo le opportunità offerte dall’Unione Europea (come ad esempio il Recovery Fund da 750 miliardi di euro, il MES e le misure adottate dalla BCE), in modo tale da stimolare la domanda e aumentare la competitività dell’Italia. Gli effetti di queste misure si potranno vedere anche nel breve periodo grazie all’iniezione di fiducia a imprese e famiglie.
Italia: i settori più colpiti dal Coronavirus
I settori più penalizzati dagli effetti del virus in Italia nei primi 5 mesi dell’anno sono quelli più influenzati dagli investimenti, in particolare quello automotive che ha registrato una flessione del fatturato del 36,8% su base cumulativa. Critica la situazione anche per i beni di consumo durevoli e semi-durevoli (come mobili e moda), che archiviano una flessione dei ricavi del 30%. Qui è da evidenziare come solo ad aprile si sia registrato un crollo dell’80%.
In calo di oltre il 20% il fatturato del settore metallurgico, dei prodotti in metallo e da costruzione e degli elettrodomestici. Mentre la diminuzione dei consumi essenziali è moderata, il settore farmaceutico si è dimostrato in controtendenza con un incremento del fatturato del 3,1% nei primi 5 mesi dell’anno. Il comparto ha svolto un ruolo da leader nell’emergenza sanitaria, beneficiando degli investimenti degli ultimi 10 anni e dell’impatto positivo delle esportazioni.