- La proposta a sorpresa di Conte e il funzionamento dei Coronavirus Bond;
- In Cina questi strumenti hanno funzionato ma insieme ad altre misure;
- I mercati aspettano però misure concrete e non annunci.
Le Borse europee si muovono in territorio negativo anche oggi, ormai una costante da qualche settimana. In queste prime ore di contrattazione si registrano perdite tra tutti gli indici di Borsa del Vecchio Continente. A Piazza Affari il FTSE Mib fa segnare un calo del 2,6%, a Francoforte il DAX arretra di oltre 5 punti percentuali. I cali fanno seguito a quelli della notte sui mercati asiatici, intimoriti dall'allargarsi su scala mondiale del virus e soprattutto dagli effetti sempre più deleteri sull'economia reale. Emblematici i dati sull'attività produttiva cinese rilasciati nella notte tra lunedì e martedì. Il rimbalzo della seduta di ieri di Wall Street, generato dall'azione coordinata di Casa Bianca e FED attraverso 1.000 miliardi di sostegno a famiglie e imprese, non è servito quindi da spinta agli altri mercati continentali. La mossa congiunta, che utilizza lo strumento dei commercial paper, richiama alla memoria il canale straordinario che fu utilizzato dalla FED nel 2008 per fronteggiare la crisi dei mutui subprime nella speranza che, come allora, si dia una scossa al mercato gravemente depresso dal fenomeno in atto del coronavirus.
Coronavirus bond: il 'whatever it takes' di Conte
La risposta dell'Europa ai provvedimenti USA potrebbe venire dalla proposta a sorpresa che il nostro Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha effettuato ieri durante la videoconferenza dei leader europei: l'istituzione dello strumento finanziario dei Coronavirus Bond o, in alternativa, di un fondo di garanzia europeo. La misura avrebbe carattere di immediatezza basandosi sul modello cinese che, in piena fase di contagio, ha fatto sì che il Dragone elargisse alle aziende 34 miliardi di dollari per fronteggiare l'emergenza. Ma come funzionano le misure? In sostanza con i Coronavirus Bond i paesi dell'Eurozona emetterebbero 500 miliardi di obbligazioni, garantite da istituzioni sovranazionali come la Banca Europea degli Investimenti, con l'obiettivo di coprire tutte le spese che interessano in primis il sistema sanitario che sta andando al collasso e poi di dare sostegno delle aziende che si trovano coinvolte nella crisi. Il fondo di garanzia europeo potrebbe funzionare come surrogato, sempre con lo scopo di utilizzarlo per investimenti nelle strutture sanitarie, per costruire ospedali, reparti di terapia intensiva, per i vaccini sperimentali e per assumere personale soprattutto nei posti dove il virus ha colpito maggiormente ed è richiesta urgenza di intervento. Il tono utilizzato dal Premier italiano è stato quello della piena emergenza, dove è stato ribadito che nessun Paese può considerarsi immune da questo Tsunami economico-sociale che ha investito tutti. Eventi straordinari richiedono interventi straordinari senza indugio. Secondo Conte questa pandemia potrebbe addirittura considerarsi un'opportunità, vista in chiave prospettica, per solidificare l'unione degli Stati che rappresentano l'Eurozona e quindi per adottare finalmente una politica fiscale coordinata. La proposta, ora, dovrà essere vagliata dalle varie diplomazie europee e messa in piedi superando tutte le regole del Trattato che ne impediscono l'implementazione e, soprattutto, la resistenza dei Paesi nordici , storicamente riluttanti ad avallare qualunque ipotesi di Eurobond. Stavolta però la situazione sembra diversa, la tempesta economico, finanziaria e sanitaria ha fatto venir meno il rigore che il patto di stabilità richiedeva. Dai leader della Commissione europea e dei banchieri centrali europei si è visto un netto ammorbidimento delle posizioni, anche da parte di quelli più intransigenti.
Serviranno i coronavirus bond per arrestare il calo delle Borse?
La reazione dei mercati probabilmente sarà più chiara nel momento in cui agli annunci seguiranno i i fatti. Perché quelli soltanto potrebbero dare la misura di quanto l'Europa in questa situazione di piena emergenza manifesti unità di intenti e spirito collaborazionista. E mai come in questo periodo gli investitori si muovono sulla concretezza. Le vendite dettate dalla paura non si arrestano facilmente soprattutto fin quando il numero dei contagi e dei morti in tutto il Mondo continua a salire e, a detta della maggior parte dei virologi, il picco sembra ancora lontano. Sintomatico il nuovo crollo delle quotazioni del petrolio, scivolato sotto i 26 dollari al barile nonostante le ingenti iniezioni di liquidità delle banche centrali che avrebbero dovuto contribuire indirettamente a stabilizzarne i prezzi. ( Leggi le previsioni degli analisti) Un'indicazione al riguardo potrebbe darla l'andamento dei Coronavirus Bond in Cina. Come sopra accennato, le aziende cinesi sono riuscite ad usufruire, attraverso questo strumento, di ben 34 miliardi di dollari, finanziandosi a tassi molto bassi, che vanno dall'1,6% al 6%, però è anche vero che queste misure sono state accompagnate da provvedimenti da parte della PBOC che ha aperto delle linee di credito agli istituti bancari per oltre 70 miliardi di dollari, il che ha reso più facile per le banche sottoscrivere questi titoli. In Europa, però, la BCE sembra più incerta anche se, stando alle ultime dichiarazioni ad una radio spagnola di Louis De Guindos, vice-presidente di Eurotower, la BCE è pronta ad agire con strumenti più efficaci degli interventi sulla politica monetaria se è necessario. Ma anche qui, per contenere la furia ribassista dei mercati, c'è bisogno di azioni concrete e in questo momento sembra difficile intravedere il punto più basso da cui i prezzi potrebbero ripartire.