- La contrazione dell'economia cinese è la peggiore da 30 anni a questa parte;
- Il calo dei consumi preoccupa ma Pechino ha diverse leve per reagire;
- Intanto la riconversione industriale in Cina è già iniziata.
I dati cinesi che impauriscono il mondo
Le mosse delle banche centrali che hanno ridotto i tassi e iniettato liquidità non sono bastate per rasserenare i mercati. Le borse europee nella mattinata di oggi stanno registrando pesanti perdite con il Ftse Mib e il Dax in calo di quasi 10 punti percentuali. I ribassi fanno seguito a quelli della notte nei mercati asiatici dove gli indici hanno chiuso tutti in territorio negativo e i Futures americani sono stati sospesi per eccesso di ribasso. La mossa della FED, la più importante dallo scoppio della crisi dei mutui subprime, non riesce dunque ad arginare le vendite. Oltre agli effetti delle misure restrittive adottate da sempre più Stati per contenere i contagi da Coronavirus, a spingere giù i listini contribuisce la notizia terrificante del crollo della produzione industriale cinese del 13,5% nei primi due mesi del 2020 (il consensus dava +1,5%). Il Paese da cui è partito il contagio pandemico del Coronavirus è stato il primo a dover prendere drastici provvedimenti per arginare la diffusione della malattia. I morti in Cina sono finora oltre 3.000 mila. Tutte le principali voci economiche sono state disastrose per Pechino in questo avvio di 2020. Le vendite al dettaglio sono in calo del 20,5%, gli investimenti immobiliari del 24,5% e il tasso di disoccupazione è salito al 6,2%. A diffondere questi dati l'Ufficio Nazionale di Statistica di Pechino, che rileva come questo sia stato il peggiore crollo degli ultimi 30 anni. Soprattutto le previsioni sono per una contrazione del PIL cinese nel primo trimestre 2020, cosa che non si vedeva dal lontano 1989. 31 anni fa.
Cina: con coronavirus economia in blocco ma motore acceso grazie a poco debito
Dati inquietanti che danno l'idea di come il coronavirus sia stato capace di inferire un colpo pesantissimo all'economia del Dragone, sebbene il quadro non sia del tutto completo essendo che il regime di quarantena è stato attuato a partire dal 23 gennaio. Tutto questo ha spinto parallelamente la Pboc ad annunciare l'espansione monetaria per 14,3 miliardi di dollari tramite prestiti a breve con tasso al 3,15%. Lo scopo, come per tutte le banche centrali mondiali ora in campo, è quello di garantire la liquidità necessaria ai mercati e alle banche, chiamate a sostenere le aziende. In questa direzione va il taglio annunciato venerdì ed effettivo da oggi delle riserve che le banche devono tenere presso la banca centrale. Pechino sta pensando di agire anche tramite la leva fiscale. Il livello di debito governativo relativamente basso lascia margine d'azione, con l'Istituto di statistica cinese che lo ha già evidenziato dopo la pubblicazione dei dati. Le misure potrebbero portare anche all'eliminazione delle barriere commerciali. Al di là delle rassicurazioni, il dato incontrovertibile è che il calo delle vendite al dettaglio, che di solito raggiungono l'apice nei primi due mesi dell'anno per via del capodanno lunare, sia stato frutto di un blocco dei consumi dettato da tutte le misure adottate dal Governo per combattere la diffusione del virus. Le misure, simili a quelle ora adottate in Italia e altri Paesi europei, hanno portato alla chiusura di tutte le attività produttive: dai centri commerciali, ai ristoranti, cinema, teatri fino addirittura ad arrivare ai supermercati.
Riconvertire le aziende per superare gli effetti del virus
Guardando alla sola Cina, ora è lecito ipotizzare la ripresa a pieno regime della produzione grazie al recupero dei consumi interni. La battaglia contro il Corona virus è in quasi vinta, con il numero di contagiati sceso a oggi a 9.960 persone (le vittime sono finora 3.217 e i contagiati totali da inizio pandemia 81.020). I blocchi che sempre più Paesi stanno introducendo, così come le inevitabili ricadute economiche che si avranno a causa di questo Tsunami, fanno tuttavia crescere l'interrogativo su quale sarà il futuro dell'export cinese. La sensazione chiara è che anche i prossimi dati sul commercio estero di Pechino non saranno molto confortanti. In cinese però, rischio e opportunità vengono indicate dalla stessa parola. Ecco che dunque le sfide poste sull'attuale modello economico dal Covid-19 sta già portando alcune aziende cinesi a ripensare il loro business, orientandolo verso la prevenzione delle epidemie. E' il caso, ad esempio, dell'azienda produttrice di giocattoli Hunan Sunny&Sandy Manufacturing Co che ha cambiato gran parte delle sue attrezzature con lo scopo di produrre termometri a infrarossi piuttosto che mini giocattoli di plastica come da tradizione. La società vanta partnership con marchi di assoluto rilievo come la Disney che ha avallato questa forma di business innovativa per adeguarsi ai cambiamenti che il mercato in questo preciso momento storico richiede. Potrebbe questo essere un input verso molte aziende anche al di fuori dalla Cina, per conquistare delle nicchie di mercato notevoli essendo che lo shock creato da questa epidemia lascerà per il futuro dei segni indelebili che faranno moltiplicare gli sforzi sulla prevenzione a tutti i livelli.