Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) getta un'ombra inquietante sul settore immobiliare in Cina: nell'ultimo rapporto sul Paese, l'ente sovranazionale ha affermato che la domanda di nuovi alloggi crollerà dal 35% al 55% in un decennio, perché ci saranno meno nuove famiglie urbane e subentrerà una quantità elevata di proprietà vuote. Il calo della domanda di nuove abitazioni implicherà che le scorte in eccesso difficilmente verranno assorbite, "prolungando l'aggiustamento a medio termine e pesando sulla crescita", si legge nel rapporto.
Il
FMI ha osservato che nel decennio passato, la quota degli investimenti residenziali in rapporto al PIL in Cina era vicina ai livelli di picco dei boom immobiliari in altri Paesi. Con l'inizio del nuovo decennio, però, è arrivata la repressione del governo, che ha messo in guardia contro l'impennata dei prezzi, rimarcando il fatto che "le case sono per viverci, non per la speculazione". Da quel momento, sul mercato immobiliare sono calate le tenebre. Tuttavia, "la grande correzione del mercato immobiliare, a seguito degli sforzi del governo per contenere la leva finanziaria nel 2020-21, era giustificata e deve continuare", ha osservato il FMI.
Cina: FMI, cosa deve fare il governo per l'immobiliare
Il giro di vite di Pechino nel settore immobiliare ha creato sconquassi, con il default di giganti come Evergrande - di cui un tribunale di Hong Kong la scorsa settimana ha ordinato la messa in liquidazione - e Country Garden. Ciò ha fatto temere per ripercussioni a livello sistemico preoccupanti.
Per cercare di risollevare il moribondo mercato immobiliare che ha contribuito ad affossare, il governo ha attuato alcune misure dalla fine del 2022 allentando le restrizioni finanziarie per gli sviluppatori e i nuovi acquirenti di case. I risultati, tuttavia, sono stati inferiori rispetto all'esito sperato ed è per questo che "è importante che le autorità intervengano con maggiori finanziamenti per completare le abitazioni prevendute incomplete", ha affermato Sonali Jain-Chandra, capo missione per il dipartimento Cina, Asia e Pacifico del FMI. La politica di bilancio quindi deve essere proattiva, secondo il rapporto dell'istituto monetario.
Recentemente
è scesa in campo la People's Bank of China con un allentamento monetario per cercare di stimolare le banche a concedere maggiori finanziamenti all'economia, incluso il settore immobiliare che rappresenta un quarto del PIL cinese. La Banca centrale ha
ridotto dello 0,5% il coefficiente di riserva obbligatoria degli istituti di credito (
La PBoC taglia il coefficiente di riserva obbligatoria, quali effetti?). Si è trattato del taglio più grande dal 2021, ma soprattutto è stata una mossa che libera liquidità da riversare nell'economia reale.
"Pensiamo che questa sia una mossa nella giusta direzione, ma anche che sia necessario un ulteriore allentamento della politica monetaria, in particolare lo strumento del tasso di riferimento", ha detto Nir Klein, vice capo missione per il dipartimento Cina, Asia e Pacifico del FMI.