Il Comitato di Politica Monetaria (MPC) della Banca d’Inghilterra annuncerà domani, 19 giugno 2025, la sua decisione sui tassi d’interesse (qui il calendario della BoE per il 2025). Dopo il recente taglio di 25 punti base a maggio, il consenso di mercato indica con circa il 90% di probabilità il mantenimento del tasso base al 4,25%, in un contesto caratterizzato da segnali contrastanti sull’economia e l’inflazione.
Dati inflazione in lieve calo, ma emergono dubbi su affidabilità
L’inflazione complessiva nel Regno Unito è scesa da 3,5% in aprile a 3,4% a maggio, in linea con le attese. Tuttavia, l’Office for National Statistics (ONS) ha ammesso un errore nella lettura di aprile, dovuto all’inesattezza di alcuni dati forniti dal Dipartimento dei Trasporti, che aveva sovrastimato l’inflazione di 0,1 punti percentuali.
Sebbene l’ONS non abbia rivisto i dati ufficiali, questo episodio ha sollevato preoccupazioni più ampie circa la qualità e affidabilità delle statistiche economiche UK, come sottolineato da Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm.
L’inflazione core, che esclude prezzi volatili di alimentari ed energia, rimane ferma al 3,5%, ossia circa 1,5 punti percentuali sopra l’obiettivo del 2% della BoE. Le famiglie britanniche continuano a sentire la pressione combinata di prezzi ancora elevati e costi di finanziamento onerosi, situazione che rende i policymaker prudenti nell’orientamento futuro sui tassi.
Regno Unito: PIL in calo e segnali contrastanti
Ad aprile, il PIL è diminuito dello 0,3% su base mensile, più di quanto previsto, segnando il calo più marcato dall’ottobre 2023. Questo dato, influenzato da modifiche fiscali nel settore immobiliare, ha aumentato le preoccupazioni sulle prospettive di crescita del Regno Unito. Tuttavia, l’indice Citigroup Economic Surprise suggerisce un miglioramento complessivo, dato che recenti dati macro, come le vendite al dettaglio (+1,2% ad aprile), hanno superato le attese.
Il governo britannico ha annunciato un ambizioso pacchetto di spesa triennale che punta a incrementare gli investimenti in sanità, difesa, energia, edilizia abitativa e infrastrutture, con un possibile forte effetto moltiplicatore sull’economia. Inoltre, l’accordo commerciale con gli Stati Uniti e un’intesa di “reset” con l’UE promettono di ridurre alcune incertezze e i costi, favorendo la crescita economica.
Nonostante l’aumento recente dell’inflazione dei servizi oltre il 5%, gli esperti come Kristina Hooper (Man Group) ritengono improbabile un vero e proprio scenario stagflazionistico. Si prevede che la crescita sarà migliore delle attese e che l’inflazione elevata sarà temporanea, sostenuta dal progressivo allentamento del mercato del lavoro e da ulteriori accordi economici.
Prospettive della politica monetaria della BoE
La Banca d’Inghilterra appare quindi orientata a mantenere un atteggiamento attendista nel breve termine, in attesa di conferme sull’andamento dell’inflazione e dei dati economici. Le prossime mosse sui tassi dipenderanno dalla capacità dell’inflazione di tornare verso il target senza danneggiare la crescita.