"L'azzardo morale è quando qualcuno utilizza i tuoi soldi, senza rispondere delle conseguenze". Questa frase utilizzata nel celebre film "Wall Street 2: Money never Sleeps" sintetizza un concetto che spesso è riemerso durante le grandi crisi e/o gli scandali finanziari. Coniato nel settore assicurativo, il moral hazard è presente in molti ambiti dell'economia, laddove ci sono un conflitto di interesse e la possibilità di intraprendere comportamenti non corretti.
Sono molti i casi in cui soggetti che si trovavano in una posizione di forza contrattuale hanno sfruttato l'asimmetria informativa per mettere in campo azioni a proprio vantaggio e a danno della controparte. Di seguito vedremo nel dettaglio in cosa consiste l'azzardo morale, i campi di applicazione e gli effetti che comporta.
Azzardo morale: cos'è e i suoi effetti
L'azzardo morale, o moral hazard, o ancora rischio morale, è un termine che esprime una forma di scorrettezza post-contrattuale con lo scopo di perseguire i propri interessi a danno della controparte. In sostanza, in un rapporto negoziale, un soggetto approfitta dell'asimmetria informativa, contando sul fatto che l'altro soggetto non possa verificare la presenza del dolo.
Come dicevamo, la prima volta che è stato utilizzato il termine azzardo morale ha riguardato il settore delle assicurazioni, indicando il comportamento fraudolento degli assicurati che non adoperano la prudenza necessaria per evitare o minimizzare i danni coperti. In questo modo, i pagamenti richiesti all'assicuratore sono più elevati e costui è in condizioni svantaggiose per accertarsi della correttezza operativa del danneggiato.
Il moral hazard produce effetti negativi sull'efficienza di un'attività, di qualunque natura essa sia, perché fa aumentare i costi per le misure di controllo e verifica. Il soggetto che applica un comportamento scorretto è tanto più incentivato a farlo quanto più le possibilità di controllo o prevenzione sono scarse e costose.
A livello macro, l'incentivo è più forte laddove vi è la garanzia che i costi associali delle azioni inappropriate vengano poi sostenuti dalla collettività, o da altre categorie di operatori. Il classico esempio è quello di una banca che concede prestiti ad alto rischio a privati e imprese, non curandosi delle conseguenze. Questo perché, se le cose vanno male, lo Stato interviene con un'operazione di salvataggio facendo ricadere sui contribuenti il peso delle cattive azioni.
Alcuni esempi storici
In ambito finanziario sono stati parecchi i casi in cui si è adottato il meccanismo del moral hazard. Il caso forse più emblematico è quello di alcune banche durante la grande crisi del 2008, allorché arrivò la tempesta dei mutui subprime negli Stati Uniti. Molti istituti di credito concessero prestiti a soggetti che avevano un punteggio molto basso nella scala di valutazione del merito creditizio. Il problema fu che diverse banche riempirono i loro bilanci di obbligazioni cartolarizzate, ossia di prodotti finanziari che impacchettavano questi mutui subprime come garanzia di pagamento.
Nel momento in cui i rimborsi delle rate di mutuo non avvennero in massa, le obbligazioni persero tutto il loro valore determinando un effetto a catena disastroso. Alcune di tali aziende finanziarie si cullavano del fatto che il governo americano le avrebbe sostenute finanziariamente, magari contando sull'assioma del "too big to fail".
In effetti qualcuna riuscì a cavarsela in questo modo; la quarta banca americana di allora, la
Lehman Brothers, invece fallì innescando la più profonda crisi economica e finanziaria dalla Grande Depressione del 1929.
Rimanendo nei giardini di casa nostra, un esempio storico di azzardo morale fu legato al caso Banca Monte dei Paschi di Siena. Una serie di operazioni finanziarie azzardate, di frodi e mala gestio portò la più antica banca del mondo a una voragine di svariati miliardi di euro nel suo bilancio.
Dopo diverse ricapitalizzazioni e un finanziamento del governo Monti di 3,92 miliardi di euro, MPS fu salvata dallo Stato italiano nel 2017 con l'acquisizione di una partecipazione nella banca del 64%. Il Tesoro contribuì contestualmente a un aumento di capitale di 8 miliardi di euro e nel 2022 a un'ulteriore ricapitalizzazione di 2,5 miliardi di euro.
Tutto ciò è stata una sorta di eccezione alle regole del bail-in, introdotte in Europa nel 2016, che proibiscono ai governi di salvare le banche con denaro pubblico, a meno che non ricorrano delle situazioni estreme di urgenza dove vi sono in pericolo la stabilità del sistema finanziario e la salvaguardia degli interessi dei risparmiatori.
Lo Stato italiano riuscì a spuntare un accordo con Bruxelles per evitare il fallimento di una banca importante. Accordo però che prevedeva l'uscita graduale dal capitale. Il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha in gran parte venduto la sua quota, mentre la banca è stata rimessa in sesto. Si è trattato quindi di un caso a lieto fine, ma il comportamento di moral hazard dell'istituto di Rocca Salimbeni è costato agli italiani svariati miliardi di euro.