Il 2025 è stato un anno di forti contrasti per il settore automotive globale. Mentre molti costruttori tradizionali hanno dovuto affrontare un contesto sempre più complesso - fatto di tariffe più onerose, rallentamento delle vendite di veicoli elettrici e concorrenza crescente da parte dei marchi cinesi - altri segmenti dell’industria hanno vissuto una fase di straordinaria prosperità. In particolare, il mondo delle auto di lusso e delle supercar ha continuato a correre a velocità sostenuta, mostrando una capacità di resistenza che ha sorpreso molti osservatori.
Il rally dei marchi più esclusivi si è sviluppato in parallelo a una fase di incertezza per l’elettrico, che nel 2025 non ha mantenuto le promesse di crescita rapida viste negli anni precedenti. Questo divario ha ridisegnato le gerarchie del settore, mettendo in luce chi è riuscito a interpretare meglio i desideri dei consumatori e chi, invece, è rimasto intrappolato in scelte strategiche rivelatesi premature o poco allineate al mercato.
Automotive: ecco chi vince
Il 2025 può essere ricordato come l’“Anno della Supercar”. Marchi come Bugatti, Pagani, Koenigsegg, Lamborghini e Ferrari hanno continuato a registrare risultati eccellenti, con profitti elevati e portafogli ordini pieni che in alcuni casi si estendono ben oltre l’anno successivo. In un settore attraversato da trasformazioni profonde, questi brand hanno dimostrato che esclusività, artigianalità e personalizzazione estrema restano elementi chiave per conquistare una clientela facoltosa e fedele.
Più in generale, il segmento delle auto di lusso ha giocato un ruolo centrale nel 2025. Il prezzo medio dei veicoli nuovi di fascia alta ha raggiunto livelli record, soprattutto negli Stati Uniti, senza frenare la domanda. Al contrario, i consumatori più benestanti hanno mostrato una preferenza marcata per modelli a combustione interna, spesso con trasmissione manuale e configurazioni su misura. In un’epoca sempre più dominata dal digitale, il fascino dell’esperienza analogica e della guida “pura” ha ritrovato nuova forza.
Tra i vincitori assoluti spicca Ferrari. La casa di Maranello ha mantenuto margini elevati e un portafoglio ordini pieno fino al 2027, posizionandosi nettamente al di sopra di molti rivali in difficoltà. La minore esposizione al mercato cinese e la scelta di rallentare il percorso verso l’elettrificazione hanno contribuito a preservare l’identità del marchio e i valori residui delle sue vetture. Nonostante qualche aggiustamento nelle aspettative sugli utili, la fedeltà dei clienti resta altissima, alimentando l’attesa per i nuovi modelli in arrivo.
Automotive: ecco chi perde
Il rovescio della medaglia del 2025 è rappresentato dalle difficoltà incontrate da numerosi costruttori tradizionali, in particolare sul fronte dei veicoli elettrici. Le vendite globali sono cresciute, ma a un ritmo più lento del previsto, penalizzate dalla concorrenza dei marchi cinesi, dalla fine di incentivi pubblici e da una crescente politicizzazione del tema. In questo contesto, brand come Audi, Ford, General Motors e Volvo hanno faticato a difendere le proprie posizioni.
Tesla è stata tra le aziende più colpite. Nel 2025 ha registrato un forte calo delle vendite e dei profitti, insieme a una perdita di quota di mercato negli Stati Uniti. A pesare non sono stati solo fattori industriali, ma anche un clima di crescente ostilità attorno alla figura del CEO Elon Musk, che ha alimentato proteste e critiche da parte di una parte dell’opinione pubblica e degli stessi clienti.
Anche Lucid Group ha attraversato un anno complicato, segnato da debolezze nella catena di approvvigionamento e da tensioni sulla liquidità. Tuttavia, la caduta più evidente è stata quella di Porsche. Il marchio tedesco ha sofferto profondi problemi finanziari e un’accoglienza deludente per i suoi modelli elettrici, nonostante imponenti campagne di marketing.
La domanda debole, in particolare in Cina, ha costretto l’azienda a rivedere più volte le prospettive, fino a registrare una perdita trimestrale e a subire un netto calo in Borsa. Il malcontento dei clienti storici, legato all’aumento dei prezzi e alla percezione di un allontanamento dai valori tradizionali del marchio, ha reso la situazione ancora più delicata. Il cambio ai vertici rappresenta ora un tentativo di rilancio, ma il 2025 resterà come un anno di svolta difficile.