L'operazione General Dynamics di Warren Buffett nacque in un periodo storico molto critico per il settore della difesa. Erano gli inizi degli anni '90 e allora l'azienda americana era il secondo più importante fornitore militare degli Stati Uniti.
Tuttavia, nell'arco di un triennio le vendite annuali della società crollarono da 10 a 3,5 miliardi di dollari. Il motivo era chiaro: nel 1989 ci fu la fine della guerra fredda con il crollo del Muro di Berlino che precedette il collasso del comunismo nell'Unione Sovietica nel 1991. Tutto ciò portò gli USA a dover rimodellare le proprie risorse militari, mentre tutta l'industria provava a riorganizzarsi.
General Dynamics: l'arrivo di William Anders
Warren Buffett è stato sempre convinto che le sorti di un'azienda dipendono in gran parte dalla
capacità gestionale del management. Proprio questo rappresenta uno dei principali criteri che il re del value investing tiene in considerazione prima di investire in una società (
Warren Buffett: ecco i 4 criteri che guidano i suoi investimenti). Quello della General Dynamics è uno dei casi in cui una dirigenza capace riesce a ribaltare una situazione critica.
Nel gennaio del 1991 William Anders fu nominato Amministratore delegato dell'azienda, mentre la quotazione del titolo in Borsa era precipitata al minimo storico di 19 dollari. Il top manager era convinto che con le mosse giuste le azioni avrebbero potuto rilanciarsi. Quindi iniziò la sua opera di ristrutturazione tagliando il Capex e le spese di ricerca e sviluppo per un miliardo di dollari. Nel contempo ridusse la forza lavoro di migliaia di unità e introdusse un programma di incentivi per i dirigenti commisurati all'andamento delle azioni in Borsa.
Anders si rese conto che il sistema della difesa non era più lo stesso e le commesse sarebbero diminuite con la riduzione del budget federale. Per questo bisognava avere quasi un controllo monopolistico degli ordini disponibili e ridimensionare la società. Anders decise di puntare sui quattro pilastri su cui si basava l'azienda: sottomarini, carri armati, aeronautica e sistemi spaziali. Queste erano aree redditizie e sarebbero rimaste tali anche con una contrazione della spesa per la difesa.
Tutto il resto sarebbe stato venduto. Nel novembre del 1991 General Dynamics cedette Data Systems a Computer Sciences per 200 milioni di dollari; nel 1992 Cessna Aircraft a Textron per 600 milioni di dollari e il business missilistico a Hughes Aircraft per 450 milioni di dollari. Tutte queste erano attività non fondamentali e il cui smobilizzo portò 1,25 miliardi di dollari nelle casse dell'azienda. Quanto bastava per far più che raddoppiare il valore delle azioni in Borsa.
Warren Buffett: l'acquisto di General Dynamics
Anders aveva dato una scossa sostanziale alla società facendola riemergere da un periodo di grande difficoltà. Per convincere uno come Buffett ad acquistare le azioni però occorreva altro. Il Ceo di General Dynamics riuscì a coprire le esigenze di cassa e ad abbattere il debito, consolidando la posizione finanziaria dell'azienda. Allo stesso tempo la società generava utili in eccesso rispetto alle sue esigenze, quindi si poneva il problema di come utilizzare la liquidità.
Aumentare la produttività non aveva senso in un contesto di spese per la difesa in calo; diversificare il business sarebbe stata un'attività destinata al fallimento, come dimostrava una statistica in cui risultava che l'80% della diversificazione in attività non della difesa produceva solo perdite.
A quel punto Anders decise di restituire il denaro in eccesso agli azionisti, lanciando un piano di buyback che ridusse il flottante del 30%. La mossa fu decisiva affinché Buffett rompesse gli indugi. Era la mattina del 22 luglio 1992 quando l'oracolo di Omaha chiamò al telefono Anders per comunicargli che la Berkshire Hathaway - il conglomerato finanziario che gestiva - aveva acquistato 4,35 milioni di azioni della General Dynamics a 72 dollari per azione, per un investimento complessivo di circa 310 milioni di dollari.
Warren Buffett: perché acquistò le azioni di General Dynamics
Prendendo l'azienda in sé, General Dynamics non rispettava molti dei requisiti richiesti da Buffett per acquistare le azioni. Egli preferiva società che hanno un business semplice e comprensibile, oltre a una storia coerente di prestazioni positive e prospettive di lungo termine favorevoli. General Dynamics non aveva nulla di tutto ciò. Inoltre, le sue vendite erano appannaggio del governo per il 90% e il settore si stava contraendo. Non finiva qui. La società aveva margini di profitto molto bassi e utili sul capitale inferiori alla media. A completare il quadro, flussi di cassa futuri non prevedibili.
Insomma, cosa spinse veramente Buffett a fare il passo di comprare le azioni? In verità, il 94enne miliardario inizialmente voleva fare una semplice operazione di trading approfittando dei prezzi molto bassi. Poi però fu folgorato dalla capacità gestionale di Anders e decise di tenere le azioni come investimento di più lungo termine. Un approccio che fu rafforzato allorché General Dynamics continuava a cedere attività e ad abbondare di liquidità. Ad esempio, furono smantellate le divisioni aeree e dei sistemi spaziali, che all'inizio sembrava sarebbero state conservate.
Warren Buffett: come andò l'investimento alla General Dynamics
Grazie alla grande liquidità creata, General Dynamics distribuì nell'aprile del 1993 un dividendo speciale di 20 dollari per azione. L'operazione fu ripetuta nel luglio dello stesso anno per 18 dollari e a ottobre per 12 dollari. Il dividendo trimestrale invece fu aumentato da 0,40 a 0,60 dollari per azione. Da quando aveva investito nelle azioni General Dynamics alla fine del 1993 quando le vendette, la Berkshire aveva ottenuto 2,60 dollari in dividendi ordinari e 50 dollari in dividendi speciali. Nel contempo il titolo in Borsa era cresciuto fino a 103 dollari. In pratica, in 18 mesi Buffett ebbe un ritorno del 116%.