Il GIP lo considerava un soggetto pericoloso, Raul Gardini come colui capace in una trattativa di vendita di spuntare sempre il prezzo migliore. Dove sta la verità? La storia di Sergio Cragnotti è stata molto discussa e controversa, come del resto capita spesso per tutti quei soggetti che sono chiamati a ruoli di grande responsabilità. Nel giorno del suo 71esimo compleanno, ripercorriamo un pò tutte le principali vicende che hanno interessato la vita del finanziere capitolino.
Sergio Cragnotti: i primi passi di un finanziere rampante
Sergio Cragnotti nasce a Roma il 9 gennaio 1940. Una volta laureatosi in Economia e Commercio, inizia a lavorare nella società Calce e Cementi Segni dove svolge mansioni di contabilità. La svolta della sua vita avviene quando emigra in Brasile con l'assunzione nella società Cimento Santa Rita. Quando questa viene acquisita dal gruppo Ferruzzi, il patron Serafino gli affida la responsabilità di tutte le attività brasiliane del gruppo.
La morte di quest'ultimo fa salire al vertice Raul Gardini, il quale dapprima nomina Cragnotti responsabile delle attività in Francia e poi favorisce la sua scalata ai vertici di Montedison, dove assume i ruoli di Vice Presidente e di Amministratore Delegato. Quando avviene la fusione tra ENI e Montedison, che dà vita a Enimont, il finanziere romano conquista nel 1989 il ruolo di CEO dell'azienda e dà il là alla scalata di Gardini.
Sergio Cragnotti: il salto di qualità
Il vero salto di qualità della vita imprenditoriale di Sergio Cragnotti si ha all'inizio degli anni '90 allorché esce da Enimont con una super liquidazione di 80 miliardi di lire e fonda la Cragnotti & Partners Capital Investment NV, che sarà il motivo della sua grande visibilità ma anche la causa di tutte le sue sventure.
L'azienda è una banca d'affari che si prefigge come scopo quello di acquisire aziende sottovalutate e di rilanciarle nel mondo dell'imprenditoria. Così avviene per Bombril, società brasiliana del settore dei detergenti e per Lawson, azienda canadese quotata e che opera nel settore degli imballaggi. In Italia acquista la società produttrice di lucido per le scarpe Brill e l'impresa capofila di Federconsorzi Polenghi Lombardo.
Sergio Cragnotti: il mondo del calcio e la Lazio in Borsa
Nel 1992 il finanziere romano decide di entrare nel mondo dello sport e rileva la S.S.Lazio per 38 miliardi di lire, diventando Presidente. Con il suo ingresso, la società biancoceleste si conforma alla tendenza delle spese folli di mercato che in quel periodo prende piega nel calcio italiano. Infatti, durante la prima sessione di calciomercato il patron della squadra capitolina spende 60 miliardi di lire per portare a Roma giocatori come Gascoigne, Signori e Winter.
Durante la sua gestione, la Lazio arricchisce la sua bacheca di trofei, vincendo uno Scudetto, due Coppe Italia, una Coppa delle Coppe, due Supercoppe Italiane e una Supercoppa UEFA. Tuttavia i dispendi economici per accaparrarsi i migliori giocatori sulla piazza impoveriscono le casse della società che, a un certo punto, si trova in una condizione di grave crisi finanziaria.
In questa ottica nel 1998 la Lazio si quota in Borsa ed è il primo club del calcio italiano a farlo. Purtroppo le difficoltà finanziarie, che portano a un certo punto la società a non pagare più gli stipendi ai calciatori, non viene ben vista dal mercato. Così una quotazione delle azioni che inizialmente era arrivata a oltre 60 euro, precipita nel tempo a meno di 30 centesimi di euro.
Sergio Cragnotti: lo scandalo Cirio e l'iter giudiziario
Nel 1994 Cragnotti diventa unico azionista della Finanziaria Cirio-Bertolli-De Rica e da lì comincia a crearsi il suo impero economico con una serie di acquisizioni di società strategiche. Nello scacchiere vengono inserite la Centrale del Latte di Roma, quelle di Ancona, Legnano, Napoli e Vicenza, la società Eurolat e il colosso agroalimentare Del Monte Royal Foods.
Il castello costruito poggia su una montagna di debiti che nel 2002 portano al default di una serie di bond per 1,125 miliardi di euro, dando luogo a quello che alla storia è passato come il crac Cirio. Tutto questo gli vale prima l'inserimento nel registro degli indagati per bancarotta fraudolenta nel 2003 e poi l'arresto e la reclusione nel carcere di Regina Coeli nel 2004.
Sergio Cragnotti esce dalla prigione però lo stesso anno in attesa del processo. La prima sentenza arriva il 5 luglio 2011 emessa dal Tribunale di Roma, con l'imprenditore romano viene condannato a 9 anni di reclusione per bancarotta relativa alla vicenda di Del Monte Royal Foods.
In appello viene assolto nel dicembre 2016 con riferimento alla Cisim Food, sempre del gruppo Cirio, in quanto il fatto non sussiste. Per il resto la condanna sarà di 8 anni e 8 mesi. Nel 2017 arriva l'assoluzione da parte della Corte di Cassazione in relazione al crac Cirio e rinvia a nuovo processo l'affaire Bombril. Negli ultimi anni vi è stato un ritorno di fiamma nel mondo calcistico con la fondazione della Cragnotti Football Club.