La Swiss National Bank (SNB) potrebbe essere la prima Banca centrale a tornare a tassi di interesse negativi. Quanto accaduto questa settimana ha lanciato segnali preoccupanti. L'indice dei prezzi al consumo in Svizzera ha registrato una crescita negativa dello 0,1% su base annua, il che fa pensare all'inizio di una deflazione. Il franco svizzero continua a rafforzarsi e quest'anno ha guadagnato quasi 10 punti percentuali nei confronti del dollaro Usa.
La valuta elvetica è la principale preoccupazione in questo momento, in quanto rischia di danneggiare enormemente l'economia del Paese basata sulle esportazioni. Ad aprile il cambio
USD/CHF è scivolato a ridosso di quota 0,80, un livello che non si vedeva da quel drammatico 15 gennaio 2015 quando l'allora presidente della SNB Thomas Jordan scioccò i mercati valutari rimuovendo il peg 1,20 sull'
EUR/CHF (
EUR/CHF: il 15 gennaio 2015 fu il giorno del collasso).
Da allora, la Banca nazionale svizzera si porta dietro la nomea di manipolatrice di valuta. Un epiteto contro cui da anni combatte nel tentativo di riguadagnare una reputazione agli occhi esterni. Per tale ragione, calibra attentamente le mosse sul franco svizzero, compatibilmente con le azioni sui tassi di interesse per controllare l'eccessivo rafforzamento valutario.
A complicare le cose sono i dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che stanno mettendo in fuga gli investitori dal dollaro americano in direzione di destinazioni tradizionalmente sicure come il franco svizzero. Questo significa che gli strumenti tradizionali che la SNB può mettere in campo - come la svalutazione valutaria o l'utilizzo dei tassi di prestito a breve termine - rischiano di dimostrarsi inefficaci.
Ad ogni modo, l'istituto ora guidato da Martin Schlegel, ha dichiarato ieri che, ove necessario, interverrà sui mercati valutari per mantenere l'inflazione in carreggiata. Questo nonostante la Svizzera sia stata aggiunta a un elenco di Paesi monitorati dagli Stati Uniti per pratiche valutarie e commerciali sleali.
SNB: cosa farà alla fine?
Portare ai tassi negativi o effettuare direttamente interventi valutari per rilanciare l'inflazione e arrestare il super franco è molto complicato. "Ci sono buone ragioni per pensare che i tassi negativi non siano impossibili nei prossimi anni, ma al momento non credo sia fattibile, a meno che non ci sia un grande cambiamento nella narrativa economica", ha affermato George Moran, economista europeo di RBC (Royal Bank of Canada). Attualmente i tassi di interesse in Svizzera sono allo 0,25%.
Per quanto concerne il franco, Toby Gibb, responsabile delle soluzioni di investimento presso il gestore di fondi britannico Artemis, ha affermato che per la SNB "sarà difficile essere eccessivamente aggressiva sulla valuta, benché lo sia stato in passato". Tuttavia, "se la cosa ovvia che intende fare è svalutare, si tratta di uno strumento da tenere in considerazione", ha aggiunto.
James Athey, gestore del reddito fisso di Marlborough, avverte che "i rapidi cambiamenti in atto nell'economia globale stanno aumentando il rischio di passi falsi".