Sale la febbre in vista della conclusione della due giorni di riunioni della
Federal Reserve che culminerà con l'annuncio sui tassi di interesse e con la conferenza stampa del governatore
Jerome Powell. La riunione di questa settimana non dovrebbe cambiare lo status quo ma potrebbe avere un grande significato in ottica prospettica. Il costo del denaro dovrebbe rimanere per ora fermo nell'intervallo 5,25%-5,5% ma tutta l'attenzione sarà rivolta ai segnali che la Fed lancerà sui
possibili tagli fino alla fine dell'anno.
Gli investitori stanno scontando con quasi certezza una riduzione di un quarto di punto nella riunione del 17-18 settembre. Più incerta invece è l'aspettativa sugli altri due incontri rimanenti prima della chiusura del 2024. In quest'ottica sarà molto importante la comunicazione di Powell di fronte ai giornalisti.
I dati sull'inflazione sono stati abbastanza incoraggianti affinché la Fed si muova verso un maggiore accomodamento, ma non abbastanza perché proceda con estrema tranquillità. L'ultima lettura dell'indice dei prezzi al consumo riferito al mese di giugno ha riportato un carovita al 3%, più basso rispetto al 3,3% del mese precedente. Mentre l'indicatore preferito della Fed - l'inflazione core, ossia depurata dagli elementi variabili di cibo ed energia - si è raffreddata dal 2,6% al 2,5% su base annua tra maggio e giugno. Ci sono però ancora alcuni elementi che non lasciano del tutto tranquilli, soprattutto in merito alle spese dei servizi, mentre probabilmente la Fed vuole ancora avere delle conferme sul calo dell'occupazione.
Tutto ciò significa che il presidente della Banca centrale americana potrebbe essere più cauto di quanto si aspetta il mercato, stando attento a non fare in modo che gli investitori scontino a partire da settembre più tagli di quanti poi ne arriveranno effettivamente.
Riunione Fed: cosa si aspettano gli analisti per questa sera
Secondo gli analisti, i mercati cercheranno una risposta alla domanda di quanto sarà aggressiva la Fed nel tagliare i tassi di riferimento. Il gestore patrimoniale americano Glenmede prevede che a partire da settembre la Fed potrebbe abbassare i costi di finanziamento in ogni incontro fino alla chiusura del 2024. Questo sarebbe ampiamente in linea con le aspettative del mercato, sottolinea la società. Tuttavia, il vicepresidente della strategia di investimento dell'asset manager, Michael Reynolds, ritiene che il FOMC cercherà un equilibrio nella comunicazione. "Non vogliono che gli investitori inizino a scontare un taglio dei tassi in arrivo a settembre e non c'è letteralmente nient'altro che potrebbe accadere", ha detto. Ciò non significa che non ci sarà un'apertura al taglio dei tassi a settembre, osserva l'esperto, precisando che a questo punto questa "è probabilmente la cosa più appropriata". In questo, "i mercati sono già piuttosto entusiasti e stanno valutando la probabilità che ciò accada a quasi il 100%. Quindi la Fed non deve fare molto per cambiare la narrativa", ha aggiunto.
A frenare l'entusiasmo degli investitori è anche David Mericle, economista di Goldman Sachs, che si aspetta una Fed sorniona. Il Comitato potrebbe cambiare la sua comunicazione affermando che "non ridurrà i tassi fino a quando non avrà acquisito maggiore fiducia nel fatto che l'inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il 2%", ha affermato. "I recenti commenti dei funzionari della Fed suggeriscono che rimarranno in attesa nella loro riunione questa settimana, ma si sono avvicinati a un primo taglio dei tassi di interesse".
Bill English, ex direttore degli affari monetari della Fed e ora professore a Yale, invita a non farsi trascinare troppo dall'entusiasmo. "I numeri dell'inflazione sono rimbalzati molto quest'anno e sono stati piuttosto alti lo scorso inverno. Da un paio di mesi i dati sono buoni, ma penso che alla Fed siano davvero incerti su dove sia diretta l'inflazione". Per questo, a suo avviso, la Banca centrale taglierà i tassi sicuramente a settembre, ma non si impegnerà per il momento in una road map dettagliata di ciò che seguirà.