Tra gli appuntamenti più attesi della settimana, questa sera la pubblicazione delle minute dell’ultimo meeting della Federal Reserve rappresenterà uno spartiacque che, da qui alla riunione del prossimo 14 dicembre, potrebbe decidere l’andamento delle maggiori asset class.
Indicazioni su una linea più morbida da parte dell’istituto con sede a Washington finiranno per spingere al rialzo i mercati azionari mentre dollaro e rendimenti dei bond dovrebbero segnare una correzione. Mutatis mutandis nel caso in cui a prevalere dovessero essere i falchi.
Secondo le indicazioni in arrivo dal CME FedWatch Tool, il FOMC (il braccio operativo della banca centrale Usa) alzerà il tasso benchmark di 50 punti base con una probabilità del 71% (29% per +75pb). Ieri l’ipotesi +50 punti base era a quasi 76 punti percentuali mentre una settimana fa si attestava sopra quota 85%.
Fed: segnali hawkish da Bullard e Kashkari
Al termine dell’ultimo meeting il chairman Jerome Powell ha annunciato che i tassi saliranno ad un livello maggiore rispetto a quello inizialmente preventivato e ci resteranno per più tempo ma, dopo pochi giorni, indicazioni sotto le stime dall’indice dei prezzi al consumo di ottobre hanno innescato il rally di mercati azionari che hanno iniziato a scontare un rialzo da 50 punti base, contro i +75 delle ultime quattro riunioni.
Alcuni commentatori evidenziano come i mercati stiano ignorando i segnali lanciati la scorsa settimana da James Bullard e Neel Kashkari, rispettivamente governatori della Fed di St. Louis e di Minneapolis. Il primo ha rilevato che i tassi potrebbero salire in quota 5-7% (attualmente al 3,75-4%, livello maggiore da 15 anni) mentre il secondo ha evidenziato che, prima di mettere in pausa le strette monetarie, occorrerà essere sicuri che l’inflazione abbia smesso di crescere.
Indicazioni che sono del resto in linea con quanto detto da Powell in conferenza stampa: “se dovessimo alzare eccessivamente i tassi, potremmo utilizzare altri strumenti per sostenere l'economia, mentre se non teniamo l'inflazione sotto controllo perché non restringiamo abbastanza, ora ci troveremo in una situazione in cui l'inflazione si radicherà ed i costi, in particolare quelli relativi l'occupazione, saranno potenzialmente molto più alti".
Minute Fed: cosa attendersi
Dalle minute della riunione dell’1-2 novembre dovrebbero emergere “discussioni sulla possibilità di rallentare l’entità dei rialzi ma anche sulla necessità di proseguire il percorso in direzione del tasso finale”, ha detto David Donabedian, Chief investment officer fi CIBC Private Wealth. “Passeranno al setaccio i numeri relativi l'inflazione e gli indicatori di recessione, e la decisione sarà presa sulla base dei dati”.
I verbali potrebbero far emergere differenze crescenti tra quei membri maggiormente orientati per un approccio “wait-and-see” e quelli che continuano a sostenere che le condizioni monetarie debbano essere ulteriormente irrigidite.
Vincent Reinhart, capo economista di Dreyfus-Mellon, ritiene che potrebbe essere ufficializzato un cambio di rotta. "Quando praticamente tutti i partecipanti hanno convenuto che il ritmo delle strette dovrebbe essere rallentato in tempi brevi, il gioco è fatto". Anna Wang, capo economista di Bloomberg Economics, ritiene che potrebbe emergere un consenso sulla necessità di un rallentamento nelle strette monetarie “ma senza un accordo chiaro su quale sarà il livello finale”.