Nella riunione della Federal Reserve di oggi, la banca centrale Usa non dovrebbe stupire i mercati: come nei tre precedenti meeting, la stretta sui Fed Funds è vista allo 0,75%. Nel caso, si tratterebbe del sesto incremento dei tassi Usa del 2022.
Di conseguenza, il costo del denaro nella prima economia dovrebbe passare dall’attuale 3-3,25% al 3,75-4%. Il CME FedWatch Tool a questa ipotesi attribuisce una probabilità di oltre il 92% e la quota residuale è per un innalzamento dello 0,5%.
Con la decisione sui tassi di questa sera, la Fed dovrebbe confermare un approccio decisamente aggressivo alla lotta all’inflazione che, dopo il 9,1% di giugno, a settembre ha evidenziato un incremento annuo dell’8,2%. La stessa cosa non si può dire del tasso di l’inflazione “core” (quello calcolato al netto delle componenti più volatili), cresciuto nello stesso arco di tempo dal 5,9 al 6,6%.
Questo “spread” tra dato complessivo e depurato ci dice che, nonostante il costo degli alloggi (uno dei principali fattori di aumento dell'inflazione di fondo) sia destinato a contrarsi in scia del rallentamento dell’immobiliare, per l’istituto guidato da Jerome Powell c’è ancora parecchio lavoro da fare.
Perché la Federal Reserve alzerà i tassi
La dinamica dei prezzi, negli Stati Uniti, può far affidamento su un’economia in crescita, il Pil nel terzo trimestre ha segnato un +2,6% (-0,6% nel Q2), e sulla forza del mercato del lavoro. Con un tasso di disoccupazione al 3,5%, il mercato del lavoro Usa rappresenta l’elemento principale in grado di indirizzare, in un senso o nell’altro, la dinamica inflazionistica.
Al momento il tasso di disoccupazione USA si trova un punto percentuale al di sotto di quel livello che si ritiene non alimenti le pressioni rialziste sui prezzi. L’elemento chiave è rappresentato dal tasso di partecipazione al mercato del lavoro sceso, rispetto al pre-pandemia, dell’1,1% (1,8 milioni di persone hanno deciso di non tornare al lavoro).
Cosa guardare nel comunicato della Fed
Il primo strumento per valutare il grado di “hawkishness” della Fed sarà il comunicato emesso al termine della due giorni di riunioni del Fomc ( Federal open market committee, il board della Fed). In genere le differenze tra il comunicato del meeting precedente e quello corrente forniscono importanti indicazioni sulla direzione che la banca intende intraprendere.
La conferma della frase “il Comitato prevede che nuovi aumenti (dei tassi, ndr) saranno appropriati" rappresenterebbe un’indicazione “da falco” mentre la modifica di questa frase, o la sua cancellazione, saranno interpretati come segnali di un approccio meno aggressivo in grado di rilanciare i mercati azionari, far scendere i rendimenti dei Treasury e salire l’eurodollaro.
È proprio questa “voglia” dei mercati di salire che potrebbe rappresentare un freno per la Fed ad adottare, o semplicemente approcciare, un atteggiamento più rilassato. Proprio per questa ragione, dalle parole del chairman Powell non dovrebbero arrivare grandi indicazioni: dopo il fallimento delle precedenti guidance, il n.1 è cosciente del fatto che è necessario aumentare il livello di prudenza.
Cosa farà la Fed nella riunione di dicembre
Anche alla luce del fatto che la politica monetaria è caratterizzata da un certo ritardo, in genere si parla di 6-9 mesi, è possibile che nel meeting in calendario a dicembre ( Calendario della riunioni della Fed) la banca centrale possa decidere di aumentare i tassi di “soli” 50 punti base per valutare gli effetti di quanto fatto finora ed evitare il rischio di un eccessivo inasprimento.
Il CME al momento valuta questa probabilità, che secondo il Wall Street Journal è al vaglio del Fomc, al 46% mentre con il 5,5% troviamo un incremento dello 0,25%. Di poco sotto il 50% c’è l’ipotesi di una nuova, sarebbe la quinta consecutiva, stretta da 75 punti base che porterebbe i tassi al 4,75%, un livello visto per l’ultima volta nel 2006. I mercati dei futures stimano che il picco sarà raggiunto, al 5-5,25%, nella prima metà del 2023.
Come rilevato da Gergely Majoros, membro dell’Investment Committee di Carmignac, rialzi dei tassi meno accentuati potrebbero implicare che il processo di normalizzazione durerà più del previsto.
“Se si considera una prospettiva più a lungo termine, in contrasto con la retorica da falco degli ultimi mesi, il dibattito del Fomc riportato dal Wall Street Journal e i messaggi meno hawkish di Christine Lagarde all’ultima riunione della BCE segnalano in modo abbastanza chiaro che le banche centrali vogliono evitare di esercitare troppa pressione sull'economia e sui mercati finanziari. In breve, la lotta all'inflazione non sarà così aggressiva come annunciato. E, quindi, durerà più a lungo”.