Inizia la corsa ai vertici della Banca Centrale Europea. Con la scadenza del mandato del vicepresidente Luis De Guindos prevista per maggio del prossimo anno, i leader dell’Eurozona si preparano ad avviare le discussioni per individuare i prossimi vertici dell’istituto di Francoforte. Le nomine, come da prassi, intrecciano equilibri geografici e politici tra i Paesi membri. Vediamo cosa aspettarsi.
BCE: i candidati alla vicepresidenza
Secondo fonti riportate da Bloomberg, uno dei principali nomi in campo per la vicepresidenza è Olli Rehn, governatore della Banca di Finlandia ed ex commissario europeo agli Affari economici. Figura di lunga esperienza a Bruxelles, Rehn è considerato un profilo equilibrato, “né falco né colomba”, e questo potrebbe favorirlo in un contesto di ricerca di continuità e stabilità.
Tra le alternative, si fanno strada diverse candidature femminili, sostenute da chi punta a rafforzare la rappresentanza di genere all’interno della BCE. In particolare, vengono citati i nomi di Clara Raposo, vicegovernatrice della Banca del Portogallo, Christina Papaconstantinou, vicegovernatrice della Banca di Grecia, e Nadia Calviño, attuale presidente della Banca europea per gli investimenti (BEI) ed ex ministra spagnola dell’Economia.
Un altro nome emerso è quello del croato Boris Vujčić, governatore della Banca nazionale di Croazia, considerato un possibile candidato anche per la posizione di capo economista.
BCE: le manovre per la successione a Lagarde
La partita per la vicepresidenza si inserisce in un contesto più ampio: la corsa per la successione di Christine Lagarde, il cui mandato alla presidenza della BCE scadrà nell’ottobre 2027. Fra i candidati più accreditati figura lo spagnolo Pablo Hernández de Cos, ex governatore della Banca di Spagna e attuale direttore generale della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI).
Negli ultimi giorni, tuttavia, la stessa Lagarde ha elogiato pubblicamente l’olandese Klaas Knot, ex governatore della De Nederlandsche Bank, definendolo un banchiere “di grande intelletto, resistenza e capacità di mediazione”. Knot è noto per le sue posizioni da “falco”, favorevoli a una linea monetaria restrittiva e al ridimensionamento del bilancio BCE dopo anni di QE.
Un eventuale arrivo di Knot alla presidenza potrebbe segnare un ritorno a un approccio più ortodosso alla politica monetaria, meno accomodante verso i Paesi ad alto debito come l’Italia. Berlino, dal canto suo, potrebbe spingere per il proprio candidato — Joachim Nagel, presidente della Bundesbank — ma la Germania detiene già ruoli chiave in altre istituzioni europee (Commissione UE e Vigilanza BCE), fattore che potrebbe limitarne le ambizioni.
Gli altri ruoli chiave: capoeconomista e bilanci di potere
Parallelamente, entro il 2027 scadrà anche il mandato dell’attuale capo economista Philip Lane. La posizione è cruciale, poiché influenza direttamente le decisioni sui tassi di interesse.
Per questo ruolo si fanno i nomi di economisti francesi di primo piano come Laurence Boone (ex OCSE), Hélène Rey (London Business School), Agnès Bénassy-Quéré (vicegovernatrice della Banque de France) e Pierre-Olivier Gourinchas, capo economista del FMI.
La Francia, non potendo ambire alla presidenza dopo i mandati di Trichet e Lagarde, potrebbe puntare proprio a questa casella per mantenere peso politico all’interno dell’Eurotower.