L'inflazione più bassa del previsto in Europa ha riproposto il tema del taglio dei tassi d'interesse da parte della
Banca centrale europea. Da diverso tempo molti funzionari dell'Eurotower insistono sul fatto che i costi di finanziamento dovrebbero rimanere alti a lungo, ma il mercato non crede a queste affermazioni.
Il costo della vita si dirige ad ampie falcate verso l'obiettivo di lungo termine della BCE del 2%. I dati rilasciati la scorsa settimana hanno riportato un indice dei prezzi al consumo al 2,4%, molto al di sotto delle aspettative degli analisti, fissate al 2,7%. Questo è il terzo mese consecutivo che l'inflazione rallenta più delle stime e questo andamento è tanto più significativo se si tiene in considerazione una crescita economica in difficoltà.
La reazione dei membri del Consiglio Direttivo della BCE ai dati sul carovita ha riacceso la
vecchia lotta intestina tra falchi e colombe. Il presidente della
BundesBank,
Joachim Nagel, ha insistito, dopo la pubblicazione dei risultati, sul fatto che i rischi di inflazione siano "inclinati al rialzo". Viceversa, il neo governatore della Banca d'Italia,
Fabio Panetta, ha avvertito di non mantenere i tassi alti troppo a lungo per "evitare danni inutili all'attività economica e rischi per la stabilità finanziaria, che alla fine metterebbero a repentaglio la stabilità dei prezzi".
In definitiva, al di là delle dichiarazioni degli esponenti del Board di Francoforte, è molto probabile che l'istituto centrale vorrà evitare scenari catastrofici per l'economia del Vecchio Continente, già messa sotto pressione dalla crisi energetica e dal pericolo di un'estensione della guerra in Medio Oriente.
BCE: riduzione dei tassi più rapida del previsto?
Sulla prospettiva di una BCE più accomodante sembrano essere d'accordo gli economisti di Goldman Sachs, che prevedono il primo taglio dei tassi nel secondo trimestre del 2024. La banca statunitense dopo gli ultimi aggiornamenti macroeconomici ha modificato la sua previsione precedente, secondo cui il costo del denaro sarebbe stato tagliato nel terzo trimestre. "Sebbene vediamo un ostacolo significativo per i tagli dei tassi prima del secondo trimestre, i rischi sul nostro scenario di base sono chiaramente orientati verso un ciclo di tagli più rapido se l'inflazione dovesse continuare a rallentare più velocemente del previsto o se la crescita non riuscirà a migliorare l'anno prossimo", hanno scritto gli analisti.
Dello stesso parere sono gli analisti di Bank of America, che vedono un'azione della BCE più lesta di quanto si possa pensare. "Ci chiediamo se ci stiamo muovendo velocemente verso il vecchio equilibrio di bassa inflazione, che abbiamo segnalato come uno scenario più probabile di un'inflazione più alta da sempre. E ci chiediamo se giugno 2024 potrebbe essere troppo tardi per la BCE per iniziare a tagliare i tassi", hanno scritto in uno studio.
Anche gli esperti di Deutsche Bank sembrano sulla stessa linea. Marc de Muizon, economista della principale banca tedesca, ha osservato che il ritmo attuale di crescita dei prezzi sia già sceso al di sotto del 2%. "Di per sé, gli ultimi dati sull'inflazione aumentano i rischi di un allentamento della BCE prima e più velocemente del previsto", ha affermato.