Cosa sono i CoCo Bond? Come funzionano? Quali sono i loro aspetti positivi e quelli negativi? Vediamo insieme le peculiarità di questo tipo di obbligazioni, spesso utilizzate come paravento per impedire il collasso di importanti istituzioni finanziarie e delle sue ripercussioni sull'intero sistema economico e finanziario.
CoCo Bond: cosa sono e come funzionano
Un Contingent Convertible Bond è un'obbligazione a tasso fisso emessa da una banca, che ha la caratteristica di poter essere convertita in azioni dell'emittente se si presentano determinati eventi. In tal caso quindi l'obbligazionista diventerebbe azionista, partecipando al capitale di rischio dell'istituto.
La disciplina dei CoCoBond rientra negli accordi normativi sanciti dalla IV Direttiva Europea sui requisiti patrimoniali, dal Regolamento sui requisiti patrimoniali e dalla Direttiva su risanamento e risoluzione delle banche. Il primo a introdurre questo concetto fu il professor Robert Merton nel 1990, il quale voleva conferire agli investitori una forma di garanzia qualora il capitale venisse messo in pericolo al verificarsi di certe condizioni.
L'aspetto centrale dell'asset è quindi l'evento, che può essere dettato da una regola automatica o rimandata alla discrezione dell'emittente. Inoltre può riguardare nello specifico l'emittente stesso, il sistema o entrambe le cose. Ad esempio può essere stabilito che la conversione avvenga qualora il Core Tier 1 Ratio della banca, il principale indicatore patrimoniale dell'azienda di credito, scende sotto un limite prefissato.
Una caratteristica dei CoCo Bond è che si tratta di titoli senza scadenza, ovvero perpetual, per questo molto sensibili alla dinamica dei tassi d'interessi. Gli investitori di CoCo Bond sono esclusivamente istituzionali, ma viene offerta la possibilità anche ai retail di scommettere su questo tipo di asset attraverso alcuni ETF che replicano l'andamento del titolo.
CoCo Bond: aspetti positivi e negativi
Il principale aspetto positivo per questo tipo di strumento consiste nel fatto che, qualora si dovessero verificare delle circostanze avverse, l'investitore non perde il suo capitale investito ma entra a far parte dell'azionariato della banca. Per l'istituto è un modo anche per alleggerire la pressione debitoria. Con questo meccanismo si eviterebbe una crisi singola che potrebbe ripercuotersi su tutto il sistema bancario, come diverse volte è avvenuto nella storia.
Il rovescio della medaglia è rappresentato dal fatto che la conversione in azioni fa diluire il capitale e quindi fa perdere di valore il titolo sul mercato. La situazione verrebbe aggravata dalla percezione che la banca si trovi in difficoltà, generando così le vendite sulle azioni. Di conseguenza gli investitori potrebbero subire perdite consistenti nel capitale impiegato in caso di conversione.
Per tale ragione la rischiosità del CoCo Bond è alta e richiede un ritorno più elevato rispetto ai normali rendimenti di mercato. Il prezzo quindi che si viene a determinare è funzionale ad alcuni parametri che interessano nello specifico l'istituto emittente quali: il coefficiente patrimoniale Tier 1, la rilevanza sistemica della banca, la sede dell'emittente, i rendimenti passati delle azioni bancarie e la volatilità connessa, e lo spread dei credit default swap.
CoCo Bond: il caso della Deutsche Bank
Una delle grandi banche che hanno utilizzato questo strumento in questi anni rischiando di creare una crisi sistemica è stata la Deutsche Bank. Nel 2016 è venuto fuori da inchieste giornalistiche che l'istituto finanziario tedesco aveva un'esposizione in prodotti derivati di svariate migliaia di miliardi di euro (alcuni sostenevano circa 75 mila, ovvero 20 volte il PIL tedesco).
Il meccanismo di finanziamento utilizzato era proprio quello dei CoCo Bond. In sostanza, la banca aveva emesso obbligazioni convertibili con cedole che andavano dal 4% al 6%, collegando la convertibilità al Core Tier 1 del 5%.
Ad acquistare questi titoli sono stati soprattutto fondi pensioni e assicurazioni. Perché? Il motivo fondamentalmente era dettato dal fatto che, per pagare periodicamente e i riscatti dal fondo e i sinistri, occorreva un flusso di denaro costante e perpetuo importante. E i CoCoBond potevano garantirlo.
Il problema era però che la banca d'affari di Francoforte navigava in cattive acque e le azioni sul mercato stavano colando a picco. Cosa avrebbe comportato una convertibilità? Che gli investitori rischiavano di trovarsi un capitale investito fortemente svalutato e, visto che si trattava di importanti istituzioni con riflessi a livello sociale, le conseguenze avrebbero potuto essere drammatiche.