L'oro è in caduta libera. In questi ultimi giorni è arrivato sotto la soglia di 1.700 dollari l'oncia, perdendo
oltre il 10% dall'inizio del 2021. Questo per il Gold è il peggiore trimestre sotto il profilo della performance da quasi 40 anni. Dal suo record storico a 2.075 dollari di agosto 2020, ottenuto dopo un rally partito a maggio del 2019, il metallo giallo ha subito l'inversione da parte dei fondi d'investimento che si sono improvvisamente posizionati short.
E questo soprattutto quando buona parte degli analisti vedeva le quotazioni della materia prima agguantare traguardi estremamente audaci, come quello di 3.000 dollari pronosticato da Bank of America. Adesso sono in pochi a credere a un rilancio dell'oro verso alte vette, ancor più che lo shock pandemico è stato completamente assorbito dal mercato, il quale comincia a scontare una ripresa futura dell'economia globale.
Oro: tutte le ragioni delle vendite
Eppure gli investitori dovrebbero comprare il metallo prezioso, se non altro in ottica di protezione dalle aspettative inflazionistiche che in questo periodo sono molto ricorrenti. Invece così non è e le ragioni possono essere diverse. In primis il mercato sta considerando quello che l'inflazione produce sui rendimenti delle obbligazioni.
L'attesa di tassi più alti rende poco conveniente detenere un asset che non produce interessi come l'oro, facendogli perdere la funzione principale di bene rifugio. In altri termini l'inflazione viene messa in secondo ordine dagli investitori.
In secondo luogo le quotazioni dell'oro non vanno mai a braccetto con un'economia in sviluppo. Il lancio dei vaccini contro il Covid-19 che, soprattutto nella seconda parte dell'anno, inonderanno il mercato globale, aprirà la strada per quella ripresa economica tanto sospirata, dirottando così gli operatori verso attività più rischiose.
Un terzo aspetto va rilevato nella concorrenza del Bitcoin come alternativa all'oro quanto a bene rifugio. Anche se la volatilità della criptovaluta non si addice perfettamente a un ruolo di questa portata, in molti si è fatta forte la convinzione che la valuta digitale potesse essere l'ideale per affrontare il pericolo di un'inflazione strisciante e di rendimenti reali più bassi. Non solo, si fa sempre più strada l'idea che laddove ci sia incertezza di mercato, la criptomoneta potrebbe addirittura fungere come porto sicuro per gli investimenti nel futuro.
Oro: la posizione degli analisti
Si riprenderanno le quotazioni dell'oro? Molti analisti hanno dovuto rivedere le loro previsioni, a partire da Bank of America, che non è più convinta che i prezzi raggiungeranno quella quota di 3.000 dollari l'oncia stimata durante il periodo di massimo fulgore del metallo prezioso.
Anche altre grosse banche d'affari come Goldman Sachs e UBS stanno correndo ai ripari dopo le vendite da parte degli hedge fund iniziate a partire da maggio, consce del fatto che la curva dei rendimenti non aiuta di certo il metallo giallo. Tuttavia c'è anche chi sostiene che gli investitori potrebbero tornare a comprare lingotti.
Ad esempio Evy Hambro, responsabile globale degli investimenti tematici e settoriali presso BlackRock, afferma che forse è prematuro considerare l'oro fuori dalle scelte di portafoglio, almeno nel lungo termine. L'aumento dei redditi dei mercati emergenti ad esempio stimola la domanda di oro fisico mentre dal lato dell'offerta l'estrazione tende a diminuire.
Questo squilibrio crea inevitabilmente una correzione del prezzo verso l'alto. Per l'esperto, è indicativa la ripresa degli acquisti da parte dei due maggiori importatori di oro al Mondo, come Cina e India, dopo un rallentamento dovuto alla crisi pandemica.