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Terzo mese consecutivo in calo per il Rublo russo tra tensioni geopolitiche, rischio sanzioni e politica monetaria
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Lo schieramento di Putin al fianco di Lukashenko sembra voler rinverdire i fasti di una Russia che non esiste più
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UsdRub mantiene un quadro tecnico bullish che necessiterà di conferme prima di parlare di inversione di tendenza
Il Rublo russo è indubbiamente una delle delusioni più cocenti del mondo emergente. Nell’ultimo mese, tutto sommato non così negativo per le valute emergenti, il segno negativo campeggia nelle perfomance contro il già acciaccato Dollaro americano, superato solo da Real brasiliano e Lira turca.
Non va meglio da inizio anno con un calo che si attesta oltre il 20% in un contesto di prezzo del petrolio assolutamente favorevole all’andamento del Rublo. Basta considerare che, se negli ultimi tre mesi il Rublo ha sempre perso terreno, il petrolio ha portato a casa un guadagno del 30%.
Quindi cosa sta determinando questa sottoperformance che ha portato EurRub a chiudere il mese di agosto sui massimi storici? Certamente ci sono questioni di natura geopolitica.
Le contestate elezioni in Bielorussia ed il teorico appoggio anche militare di Putin al confermato premier bielorusso Lukashenko, offre la sponda agli speculatori per immaginare scenari di nuove sanzioni verso Mosca dopo quelle, tuttora in essere, legate all’invasione della Crimea.
Poi c’è la questione dell’avvelenamento di uno degli oppositori più importanti del premier Putin, un’altra ombra gettata su una classe dirigente non certamente trasparente e sempre più contestata da una fetta della popolazione ora colpita pesantemente dalla pandemia. La sceneggiata in pompa magna sul vaccino altro non sembra che un patetico tentativo di mantenere accese le luci della ribalta sulla Russia.
Altra questione che pesa sulle valutazioni del Rublo è rappresentata dalla politica monetaria. La banca centrale ha tagliato in modo aggressivo i tassi di interesse nell’ultimo anno e mezzo di 350 punti base, una mossa logica se consideriamo il rallentamento economico, ma che ha fatto perdere appeal agli investimenti obbligazionari in Rubli.
I tassi reali sono infatti sempre più risicati (l’inflazione è stabilmente sopra il 3%) ed il prossimo 18 settembre è atteso un nuovo taglio di 25 punti nel costo del denaro che a quel punto si posizionerebbe al 4%. Vedremo se la recente debolezza della moneta di Mosca cambierà l’idea della banca centrale per frenare i deflussi.
Tecnicamente la situazione di UsdRub sembra ancora chiara. L’up trend partito a giugno è tuttora in corso con la media mobile a 20 giorni che finora ha sempre garantito un ottimo sostegno alla ripartenza.
Anche un eventuale break al di sotto di questo livello di supporto pensiamo tenderà ad essere arginato dalla zona di 72.50 dove per tutto il mese di agosto il cambio ha indugiato. Probabilmente saranno proprio le decisioni della banca centrale a spostare gli equilibri, ma fino ad allora andare lunghi di Rubli appare prematuro.