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Il regency bias è un comportamento degli investitori che tendono a perdere di vista il quadro generale ricordando gli eventi più recenti;
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NZD/JPY sembra essere in questa condizione. Colpite le resistenze di lungo periodo ora sta ripiegando, ma il quadro grafico è molto interessante;
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Da settembre 2020 in avanti la valutazione di long su NZD/JPY potrebbe essere un'opzione da mettere sul tavolo
Uno dei bias comportamentali più frequenti tra gli investitori ed i trader di tutto il mondo è il cosiddetto recency bias. La definizione di questo comportamento è la seguente: in periodi di crisi proiettarsi verso scenari positivi può apparire una forzatura. L'idea che i prezzi di mercato possano tornare a salire viene sopraffatta dall'informazione relativa ai recenti cali dei valori di mercato, che diventa saliente fungendo da ancora (euristica dell'ancoraggio). Gli individui tendono a recuperare nella memoria l'informazione più recente (in base all'euristica della disponibilità) e a basare su quella le loro aspettative per il futuro (recency bias).
Anche se può apparire strano, questo concetto si trova applicato all’analisi tecnica. Prendiamo per esempio EUR/USD. Gli speculatori si stanno gettando a capofitto sullo short di Dollaro USA ignorando che la trendline discendente di lungo periodo del cambio transita proprio dalle parti di 1,19. Non bisogna perciò stupirsi se il mercato si è mosso dalla parte opposta di quelle che erano le attese di breve periodo sulle quali erano proiettati la maggior parte degli schemi operativi.
Questo schema lo possiamo applicare anche su NZD/JPY, molto utilizzato da chi cerca di muoversi sull’onda del carry trade più speculativo e uno dei peggiori cross di agosto dal punto di vista stagionale. Un messaggio che abbiamo ripetuto diverse volte nelle ultime settimane ma che molti trader ignoravano sull’euforia di un poderoso rally portato avanti da marzo. In realtà quello che sarebbe successo era già tracciato sul grafico.
NZD/JPY: l'analisi tecnica
Il grafico parla chiaro. Per due volte NZD/JPY ha cercato di superare 71,5 senza successo. Questo anche per la contemporanea presenza di un insieme di resistenze rappresentato dalla trendline ribassista di lungo periodo che passa proprio su tale area. Per abbracciare il rischio con tranquillità serve una rottura netta e decisa di questo livello. Al contrario si potrebbero preferire strategie di natura short. Ritengo che la tendenza in atto possa proseguire ancora per un po’.
Lo scenario positivo vede un il cross veleggiare sulla media mobile a 200 giorni. Lo scenario negativo vede la formazione di un doppio massimo con neckline posta a 68,5, che proietterebbe le quotazioni verso la zona di 63-64. Al momento, è meglio privilegiare un approccio attendista, anche se si può immaginare la teorica figura di testa e spalle rialzista con la spalla destra in formazione che potrebbe costruirsi nelle proprie settimane. Per questo comincio a monitorare con estrema attenzione la price action di NZD/JPY per un eventuale trade settembrino.