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Investimenti: i Big Tech avanzano nel mondo del risparmio

26 giu 2020 - 12:15

27 ago 2020 - 22:56

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Da uno studio di BCG emerge che colossi del Web come Amazon e Alibaba potrebbero entrare nel mondo del risparmio gestito insidiando i gestori tradizionali. Vediamo come.

  • La ricchezza privata è quasi raddoppiata nell'ultimo decennio e Big Tech come Amazon e Alibaba potrebbero far sentire la loro presenza;
  • Altri giganti come Facebook e Apple si sono già avviati in quella direzione;
  • Il calo dei profitti del settore e le competenze dei gestori tradizionali potrebbero ostacolare l'ingresso dei giganti del Web.

 

ll risparmio privato fa gola alle società Big Tech. Dal 2007 al 2019 la ricchezza mondiale ha avuto una crescita quasi del 100%, passando da 126 a 226 miliardi. E sebbene la crisi pandemica potrebbe portare a una contrazione tra i 6 e i 16 miliardi, il wealth management si riprenderà presto tornando ai livelli antecedenti il Covid-19. Queste sono le stime e le previsioni da parte dl Boston Consulting Group riportate nel rapporto Global Wealth 2020.

La cosa più interessante del documento però è che prevede il possibile ingresso di Alibaba e Amazon nel settore della consulenza finanziaria. A giudizio della multinazionale statunitense tale minaccia farebbe tremare tutto il mondo del risparmio gestito tradizionale che, da un lato farebbe i conti con la riduzione dei margini per effetto della crisi, dall'altro avrebbe a che fare con la presenza di pericolosi concorrenti.

Boston Consulting Group ritiene che il pericolo sia molto reale in quanto in Cina le maggiori Tech hanno già effettuato questo passaggio integrando le App per la gestione del risparmio. Negli Stati Uniti la strada ormai è tracciata visto che la clientela è molto propensa a utilizzare le piattaforme digitali nell'ambito della consulenza finanziaria.

 

Amazon-Alibaba: le criticità dell'ingresso nel risparmio gestito

Nonostante la potenza di fuoco finanziaria a disposizione di queste società e nonostante le inimitabili conoscenze tecnologiche su cui possono contare, l'ingresso delle Big Tech nel settore del risparmio gestito non sarà una passeggiata. Boston Consulting Groupsi ha in tal senso individuato una serie di elementi che potrebbero ostacolare l'ingresso nell'arena competitiva di queste aziende. Le criticità e le sfide possono essere così sintetizzate:

  • Competenze specifiche. I due giganti tecnologici hanno liquidità in abbondanza, però per raggiungere i clienti occorrono anche delle competenze a livello settoriale notevole. Le dimensioni finanziarie potrebbero magari far risalire la piramide ma poi per restare in cima è necessario avere delle capacità di wealth management. In questo i gestori tradizionali avrebbero qualcosa in più in termini concorrenziali potendo contare su un'esperienza di più lunga durata. Per tale ragione forse si renderebbe necessaria una partnership che unisca le forze in campo: Amazon e Alibaba metterebbero le risorse illimitate, gli operatori del settore le competenze.
  • La penetrazione del mercato mondiale. La cosa è tutt'altro che agevole in alcuni Continenti. Come detto sopra in Asia il progetto è sbocciato e in USA ci sono tutte le condizioni perché ciò avvenga. Il problema resta l'Europa per una serie di fattori: in primo luogo per via delle resistenze da parte dei risparmiatori al passaggio al digitale; in secondo luogo per la rigidità della Autorità di Regolamentazione e per la lotta strenua da parte della Commissione Europea a porre un freno all'invasione dei colossi del digitale; infine per l'eccessiva frammentazione del mercato.
  • Gli utili del settore. Secondo i dati BCG, questi si sono ridotti negli anni, passando da 130 miliardi di dollari nel 2007 a 135 miliardi nel 2019. E se il fatto lo si rapporta alla ricchezza privata mondiale che è raddoppiata, le prospettive per i new entry nel settore non sono molto incoraggianti. Per questo la concorrenza potrebbe essere sfrenata nell'accaparrarsi la clientela più interessante, considerato che dalle informazioni del report emerge che la porzione della ricchezza retail è diminuita da 40% al 34%, mentre è aumentata quella in mano ai miliardari del 7%.

 

Finanza e Big Tech: le iniziative di Facebook e Apple

Non solo Alibaba e Amazon, tutto il mondo dell'alta tecnologica sembra ormai indirizzata ad allargare il raggio d'azione del proprio business puntando proprio sul mondo della finanza. Alcuni colossi hanno già portato avanti delle iniziative in tal senso, Facebook e Apple su tutti. 

Il social network creato da Mark Zuckerberg verso la fine del 2019 ha lanciato la sua speciale cryptovaluta, la Libra Coin, nell'ambito del progetto di creare una banca digitale per i suoi utenti. Nel contempo Facebook ha creato un wallet chiamato Calibra per gestire gli scambi e le transazioni riguardo la cryptocurrency di Libra. L'aspetto interessante è che il portfolio prodotti e servizi di Calibra viene integrato nelle piattaforme social di Whatsapp e di Messenger, per rendere tutto più semplice e flessibile. L'obiettivo primario è quello di portare questi servizi agli 1,7 miliardi di persone che non dispongono di servizi bancari.

Rimanendo a Facebook e al graduale ingresso nel settore finanziario, negli ultimi giorni la Banca centrale brasiliana ha stoppato il sistema di pagamento via Whataspp che era stato lanciato nel Paese qualche giorno prima. Alla base di questa decisione il timore che il servizio, senza analisi preliminari da parte dell’autorità monetaria, potrebbe danneggiare il sistema dei pagamenti brasiliano in termini di concorrenza, efficienza e riservatezza dei dati.

Apple offre diversi servizi finanziari attraverso la sua Apple Distribution International Ltd, controllata dalla Banca Centrale d’Irlanda. La società di Cupertino è attiva nel settore dei pagamenti e dei finanziamenti online. Inoltre tramite la sua App Store consente l'accesso al mondo delle cryptovalute per poter effettuare le transazioni con i wallet.

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