L'ingresso di Apple nel settore Buy Now Pay Later fa tremare un sistema che si regge sulla leadership di società come PayPal, Affirm e Klarna,
alzando la post in gioco. Il gigante degli iPhone ha annunciato la novità al Worldwide Developers Conference di lunedì 6 giugno, lanciando un servizio denominato
Apple Pay Later che consentirà agli utenti di pagare un prodotto in 4 rate uguali a scadenza mensile e senza interessi.
I competitor che dominano il mercato ovviamente temono che Cupertino possa cannibalizzare i clienti che usavano i loro servizi. Il problema di fondo non è solo la presenza di un concorrente ingombrante, ma che quest'ultimo dia il colpo di grazia a un settore che versa in una situazione di oggettiva difficoltà.
L'inflazione ha ridotto il potere d'acquisto delle persone, di conseguenza sono meno quelle che comprano beni e quindi che utilizzano il servizio. Proprio ieri è arrivata su questo versante l'ennesima doccia fredda: l'indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è volato all'8,6%, più dell'8,3% atteso dal mercato. Il messaggio più preoccupante è che il carovita ancora non ha raggiunto il picco come si sperava e, non solo non ha iniziato una discesa rapida, ma continua a crescere. Questo per il futuro non depone a favore delle aziende Buy Now Pay Later.
Strettamente collegato all'inflazione è il
rialzo dei tassi d'interesse da parte della Federal Reserve, che per un settore altamente tecnologico è una mazzata terrificante. Tali aziende si reggono molto sugli investimenti a lungo termine e tassi alti significano bassi valori attuali dei profitti futuri e finanziamenti a sostegno degli impieghi di capitale più onerosi.
Accanto a questi 2 effetti micidiali si affianca il rallentamento della crescita economica, che porta le persone a spendere di meno e a usare meno frequentemente il servizio, in aggiunta al fatto che faranno più fatica a ripagare il credito. Questi venti contrari messi insieme hanno costituito un mix esplosivo che ha atterrato le azioni in Borsa. Affirm quest'anno a Wall Street ha perso oltre l'80%, mentre Klarna non è ancora pubblica.
BNPL: Klarna difende il modello di business
Il momento critico che sta vivendo il mercato BNPL pone un problema di regolamentazione. Secondo Charles McManus, Amministratore Delegato della fintech britannica ClearBank, il settore sta spingendo la gente a indebitarsi, non potendo permettersi di farlo, pertanto devono intervenire le Autorità. In effetti in Gran Bretagna si sta lavorando affinché si arrivi a una regolamentazione del settore, mentre gli Stati Uniti hanno aperto un'indagine su di esso.
Il CEO di Klarna, Sebastian Siemiatkowski, però ha difeso tale modello di business, affermando che l'azienda effettua tutti i controlli per assicurarsi che i consumatori acquistino cose che sono poi in grado di pagare. L'imprenditore svedese inoltre ha asserito che rispetto alla carta di credito si è a un livello superiore, perché l'utente medio di Klarna ha un saldo eccezionale di 50 dollari, mentre quello di una carta di credito ce l'ha di 5.000 dollari.
Klarna però non naviga in buone acque, dal momento che lo scorso anno ha riportato una perdita di 748 milioni di dollari e il mese scorso ha annunciato che avrebbe licenziato circa il 10% della forza lavoro, che corrisponde a 6.500 dipendenti.
BNPL: gli effetti dell'entrata di Apple
L'entrata di Apple quindi come potrebbe impattare sul settore, lo riabiliterebbe o contribuirebbe a sotterrarlo definitivamente? Siemiatkowski si è limitato a dire che il lancio di Apple Pay Later "è stato sorprendente per i consumatori", mentre Ken Serdons, direttore commerciale della start-up olandese per i pagamenti Mollie, considera l'intrusione di Cupertino un modo per alzare il livello per le fintech che già stanno operando.
James Allum, Vicepresidente senior per l'Europa presso la società di pagamenti Payoneer, ritiene che tutti gli attori presenti nel mercato dovrebbero trovare il modo di collaborare, invece di farsi la guerra. Ne guadagnerebbe alla fine tutto il settore.