Stati Uniti: effetto coronavirus, record sussidi disoccupazione | Investire.biz

Stati Uniti: effetto coronavirus, record sussidi disoccupazione

26 mar 2020 - 17:17

06 dic 2022 - 10:16

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Un vero ciclone si è abbattuto sul mercato del lavoro USA: la diffusione del Covid-19 negli Stati Uniti ha portato al record storico di richieste di sussidi

Nel primo pomeriggio di oggi il Dipartimento del Lavoro USA ha reso noto i dati relativi alle richieste di sussidi di disoccupazione relativi alla scorsa settimana, quella chiusa venerdì 21 marzo. Ecco, il numero che è uscito dal report è stato impressionante: 3,283 milioni di richieste, in rialzo di 3 milioni circa rispetto alla settimana precedente. Oltre due volte peggio delle 1,5 milioni di richieste messe in preventivo dagli analisti. Quello diffuso oggi è stato il dato più alto da quando il Dipartimento ha iniziato le rilevazioni. Il precedente record era stato registrato nell’ottobre 1982 quando i jobless claims erano stati pari 695mila. All'epoca il balzo fu dovuto alla decisione della FED di alzare i tassi d’interesse fino al 20% per combattere l’inflazione galoppante scatenata dalla crisi energetica iniziata nel 1979.

Record storico per i sussidi ma il peggio deve ancora venire

Questi numeri sono davvero inquietanti se si considerano i tempi: è chiaro che l'aumento dei sussidi è legato alla diffusione del Covid-19 negli Stati Uniti, così come conferma la corrispondenza tra gli Stati più colpiti dall’outbreak del coronavirus e le richieste di sussidi. La settimana precedente, quella dal 7 al 14 marzo, gli Stati americani che avevano segnato le richieste più alte erano state California, Washington, Pennsylvania e Massachusetts. A rendere tuttavia il quadro inquietante è tuttavia un'altra considerazione: il record odierno potrebbe essere battuto già la prossima settimana. E così via per altre settimane ancora, in parallelo con il diffondersi del virus nei 50 Stati che compongono gli Stati Uniti d'America. A spingere verso questa considerazione i dati degli ultimi giorni riportati dalla John Hopkins University: se fino a un paio di settimane fa il numero di contagi in America stazionava abbondantemente sotto le 1.000 unità, oggi il numero è già salito 69.246 casi con 1.046 morti. A ora gli Stati Uniti sono il terzo Paese al Mondo per diffusione del virus, vedendo l'inclinazione della curva di contagio è lecito aspettarsi che nel giro dei prossimi 3-4 giorni diventino il primo in assoluto. 

"Sono i primi dati importanti sul mondo del lavoro che danno un’idea delle conseguenze negative della diffusione del coronavirus negli Stati Uniti", sono state le prime considerazioni di Filippo Diodovich, Market Strategist di IG, secondo cui "l’amministrazione Trump potrà promuovere ulteriori misure a sostegno dei posti di lavoro in caso di peggioramento delle condizioni economiche". FED e Congresso USA nelle ultime settimane hanno già adottato misure importanti per sostenere la liquidità sul mercato del credito per le imprese in difficoltà e introdotto aiuti per le famiglie. L’obiettivo per gli Stati Uniti, come per l’Europa, sarà la difesa dei posti di lavoro con ogni mezzo disponibile. "Il Paese rischia di evidenziare una crisi economica peggiore di quella del 2008, quasi ai livelli di quella del 1929", ammonisce Diodovich, s. Peggiore come velocità ma molto probabilmente di una durata ben inferiore.

Coronavirus: dati del mercato del lavoro cambieranno approccio di Trump?

Secondo il Market Strategist di IG questi numeri potrebbero aumentere i dubbi di Donald Trump su un possibile e nuovo cambio di strategia sulla gestione del coronavirus. "Dopo una iniziale superficialità avevamo assistito a un cambio di rotta da parte del Presidente USA, con misure restrittive dopo la lettura del report dell’Imperial College di Londra con le prospettive di 2 milioni di vittime in caso di mancato lancio delle misure di distanziamento sociale. Negli ultimi tweet di Trump il dilemma tra l’affrontare con misure draconiane l’emergenza sanitaria e il salvare posti di lavoro oltre che l’economia USA si è riproposto". Per Trump i cittadini americani vogliono tornare al lavoro il prima possibile e la cura non può essere peggiore del problema. Tuttavia dovesse seguire una linea più morbida nelle misure da intraprendere per contenere il virus, si creerebbe un nuovo corto circuito istituzionale con una crisi tra Casa Bianca e Stati Federali. "Le tensioni tra Donald Trump e il potente governatore democratico di New York, Andrew Cuomo, sono già ormai elevatissime. Riteniamo che eventuali decisioni di Donald Trump in tal senso potrebbero avere nel medio/breve periodo delle reazioni negative per i mercati", ricorda Diodovich. Alla diffusione dei dati dei sussidi, i Future sugli indici di Borsa americana hanno iniziato a veder le quotazioni salire. Il perchè? Così come avvenuto qualche anno fa quando, nel mezzo dell'era dei QE targati Ben Bernanke, trader e investitori preferivano avere dati macroeconomici brutti per avere la conferma del sostegno della FED ai mercati. Anche in questo caso gli investitori si aspettano che i deludenti dati portino a nuove misure di sostegno da parte delle istituzioni USA.

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