Coronavirus, FED e tassi: come si muovono le banche centrali | Investire.biz

Coronavirus, FED e tassi: come si muovono le banche centrali

04 mar 2020 - 18:15

05 dic 2022 - 13:58

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Il Coronavirus potrebbe portare una crisi economica senza precedenti. Oltre alla FED, diverse banche centrali hanno già iniziato a intervenire. Quali e in che modo?

Il Coronavirus sembra stia sconvolgendo le sorti dell'economia mondiale. La chiusura di molte attività commerciali, industrie e la limitazione sul fronte del trasporto, per via aerea o marittima, stanno avendo pesanti implicazioni. Molte banche d'affari stanno iniziando a delineare nuovi scenari che incorporano stime di una contrazione congiunturale in diversi Stati. In alcuni casi, le previsioni sul Pil dei Paesi colpiti dal virus sono così disastrose che le banche centrali hanno gi iniziato a ragionare sulle modalità e i tempi di intervento per sostenere il rilancio dell'economia. Finora i banchieri centrali si sono indirizzati verso il supporto alla liquidità, il taglio dei tassi d’interesse e il sostegno fiscale alle aziende. Ma vediamo ora tutte le decisioni prese finora della diverse banche centrali e quali sono i prossimi appuntamenti di rilievo per la gestione della politica monetaria internazionale

FED: taglio straordinario dei tassi

La FED ieri ha annunciato il taglio dei tassi di interesse di 50 punti base, con costo del denaro prestato alle banche sceso dall'1,75% all'1,25%. Era dal 2008, anno della grande crisi generata dallo scoppio della bolla dei mutui subprime che la banca centrale americana non tagliava i tassi di interesse. La notizia ha lasciato un pò di sorpresa gli operatori di mercato. Dalle dichiarazioni di Jerome Powell, numero uno della Federal Reserve americana, si era capito chiaramente che l'istituto centrale USA avrebbe tagliato il costo del denaro per fronteggiare le sfide economiche poste dal Coronavirus. Gran parte degli operatori si aspettavano che questa decisione fosse presa il prossimo 18 marzo, ossia in corrispondenza con l'appuntamento ordinario previsto dal calendario delle riunioni FOMC per questo 2020

L'esempio della People's Bank of China...

La FED non è stata la prima banca centrale a scendere in campo per allentare le pressioni economiche causate dal Coronavirus. Epicentro dell'epidemia è la Cina, con l'ex Impero Celeste che già a gennaio è stato costretto a mettere in quarantena diverse aree produttive del Paese. A inizio febbraio la People's Bank of China ha così deciso un primo intervento, iniettando nel sistema liquidità per 1.200 miliardi di yuan (circa 156 miliardi di euro) abbassando i tassi sulle operazioni di rifinanziamento a 7 e 14 giorni al 2,4%. Con questa operazione la PBOC ha iniziato a comprare titoli dalle banche, con l'impegno degli istituti a riacquistarli a una scadenza data. L'intervento di Pechino non si è limitato a questo. La Banca centrale cinese ha infatti sforbiciato anche i tassi di interesse a un anno, passati dal 3,25 al 3,15%. Queste sono state le prime mosse dalla Cina. Se però le difficoltà congiunturali dovessero proseguire o acuirsi, la PBOC ha già fatto sapere che sarà pronta a nuove inziative di stimolo. 

...e la reattività di Hong Kong, Canada e Australia

Rimanendo nell'area di influenza di Pechino, molto reattiva è stata la Banca centrale di Hong Kong. A seguito della decisione di ieri della FED, nella notte le autorità che gestiscono la politica monetaria della regione cinese hanno tagliato di 50 punti base i tassi di interesse, con il costo del denaro passato dal 2 all'1,50%. Il mercato ha letto in modo positivo questa iniziativa, vista come una mossa anticipatrice di nuovi interventi della People's Bank of China. Hong Kong ha peraltro intrapreso anche un percorso di distribuzione di liquidità ai cittadini. I residenti permanenti riceveranno 1.150 euro a testa (10mila dollari di Hong Kong) in un’operazione dal valore complessivo di 120 miliardi di dollari. 

Il taglio di 50 punti base del costo del denaro adottato dalla Federal Reserve sembra che stia diventando un vero e proprio banchmark anche per le altre banche centrali. Poco fa la Bank of Canada ha annunciato un taglio dei tassi di interesse dall'1,75% all'1,25% evidenziando come "prima dello scoppio dell'epidemia l'economia globale stava mostrando segni di stabilizzazione" mentre ora il Coronavirus "rappresenta uno shock negativo materiale per le prospettive canadesi e globali". Il Consiglio direttivo della Banca centrale canadese si è inoltre detto pronto a nuovi interventi di poltica monetaria qualora vi fosse la necessità di sostenere la crescita economica e mantenere l'inflazione vicina al livello target. 

Sempre ieri, la Reserve Bank of Australia per contrastare gli effetti negativi della diffusione del Coronavirus sull’economia ha tagliato il tasso d’interesse ufficiale di 25 punti base, facendolo scendere dallo 0,75% al minimo record di 0,5%. La RBA si è peraltro detta disposta ad ulteriori allentamenti di politica monetaria qualora fosse necessario. 

 

Banche centrali: le prossime riunioni in calendario

La mossa della FED, così come la pronta risposta di BoC, RBA e della HKMA di Hong Kong, sarà certamente un argomento di dibattito tra i diversi banchieri centrali chiamati nelle prossime settimane a discutere della gestione della politica monetaria ai tempi del Coronavirus. Tralasciando la BCE, di cui parleremo dopo, e andando in ordine cronologico sui prossimi meeting delle banche centrali mondiali più importanti, ecco quelle in programma da qui a fine marzo:

BoJ

La Bank of Japan ha in agenda un meeting per il prossimo 19 marzo. Il Giappone è tra i Paesi al mondo con più contagi da Coronavirus ( leggi qui gli aggiornamenti quotidiani). A questa mattina il bilancio segnava 6 decessi e 293 contagi. La vicinanza alla Cina e il rischio di cadere in recessione sono due elementi che catalizzeranno l'interesse di Kuroda. "Stiamo osservando l'impatto con grave preoccupazione e tenendo d'occhio i rischi al ribasso", ha dichiarato il Governatore della Bank of Japan. La banca centrale potrebbe iniettare liquidità nel mercato per stimolare l'economia nipponica, acquistando nel breve termine circa 500 miliardi di yen per le banche.

RBNZ

La Reserve Bank of New Zealand ha in programma un meeting il 25 marzo 2020. Nella riunione di febbraio, la banca centrale capitanata dal Governatore Adrian Orr ha confermato il costo del denaro all'1%. Nel meeting di marzo vi dovrebbe essere invece una sforbiciata. Quanto alla portata del taglio, molto dipenderà dalle scelte delle altre banche centrali. In questo momento tutti gli analisti prevedono un taglio dei tassi di 25 punti base, con il costo del denaro che così scenderebbe allo 0,75%. 

 

BCE: cosa fare e come gestire la situazione? 

In un contesto dove praticamente tutte le principali banche centrali sono già scese in campo o lo faranno a breve, la BCE mantiene un atteggiamento attendista. Il cambio alla guida dell'Eurotower è un elemento che non gioca a favore della dinamicità della Banca centrale europea, storicamente molto lenta nel dare adeguate risposte agli stati di crisi. Emblematico è quanto avvenuto in occasione dello scoppio della crisi dei mutui subprime e del debito nazionale europeo. Una guida forte come quella di Mario Draghi poteva essere un'assicurazione sul pronto intervento da parte della BCE. Ora sarà da capire come si vorrà comportare Christine Lagarde. Se a parole la Banca centrale si è detta pronta è pronta a sostenere l’economia, se necessario, va evidenziato come solo un paio di giorni fa il membro del board Bce Francois Villeroy de Galhau abbia evidenziato come allo stato attuale delle cose "non sono necessarie ulteriori azioni di allentamento monetario". Il prossimo meeting della BCE è in calendario giovedì 12 marzo ( leggi qui il calendario completo delle riunioni BCE per il 2020). Da qui alla prossima settimana andrà dunque monitorata l'evoluzione dell'epidemia di Coronavirus in Europa. Se i mercati dovessero continuare a scendere e se il virus dovesse propagarsi con ancora più forza in Germania, Francia e Italia, ecco che allora la BCE potrebbe realmente muoversi. Rimane da capire se il taglio dei tassi sia la giusta risposta in questo contesto. Questo è però un argomento di discussione che interessa tutte le banche centrali, anche quelle che nel dubbio si sono già mosse. 

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