Sono giorni particolarmente concitati per Elon Musk. Dopo il lancio della navicella spaziale Crew Dragon di Space X nella stazione ISS, arriva la notizia tanto attesa da mesi: Tesla entrerà a far parte dell'indice S&P 500 a partire dal 21 dicembre 2020. L'annuncio è stato dato ieri a mercati chiusi e nell'afterhours gli investitori si sono scatenati facendo salire il titolo del produttore di auto elettriche del 13,21%.
L'idea dello S&P Dow Jones Indices è quello di includere Tesla in due tranche per via della capitalizzazione di mercato insolitamente elevata. In un comunicato stampa separato però è stato chiesto un parere agli investitori, che si sono già espressi pronosticando che la quotazione avvenga in fasi separate.
Wall Street: i motivi della promozione di Tesla
La promozione della società guidata da Elon Musk è stato il frutto di un anno assolutamente straordinario nonostante la pandemia. L'accumulo di quattro trimestri consecutivi in utile come condizione per entrare a far parte del principale benchmark americano è stato raggiunto a pieni voti. Anzi, Tesla per la prima volta nella sua storia ne ha messi in fila cinque.
Nell'ultimo trimestre pubblicato l'utile ha toccato livelli record con 331 milioni di dollari, in virtù soprattutto della domanda cinese a Shangai. Sono stati due i fattori trainanti dello sviluppo in loco: la ripresa economica più veloce della Cina e la manodopera più a basso costo. L'alta redditività dell'azienda inoltre è stata sostenuta da una linea di crediti regolamentari di circa 397 milioni di dollari solo nel terzo trimestre.
Quest'anno Tesla ha consegnato nel terzo trimestre 140 mila veicoli, ma è ancora lontana dal raggiungere il suo target di 500 mila entro la fine dell'anno. Nonostante produca meno auto rispetto a colossi come Toyota e Volkswagen, oggi è diventata la casa automobilistica più grande al mondo per valutazione di mercato.
Wall Street: le azioni Tesla sono da comprare?
Solitamente, dopo l'inclusione nell'indice S&P500, le azioni di una società iniziano un rally che però non dura a lungo. Infatti come sottolinea Ned Davis Research, tutte le società che sono state aggiunte tra il 1973 e il 2018, hanno sottoperformato il benchmark dopo un anno dall'inserimento.
Alcuni analisti sono molto scettici su Tesla, essenzialmente per due ragioni: perché le azioni hanno raggiunto una valutazione di mercato eccessivamente alta e in quanto i profitti della società dipendono troppo dai crediti regolamentari. Secondo David Trainer, amministratore delegato della società di ricerca sugli investimenti New Constructs, l'aggiunta di Tesla potrebbe essere un catalizzatore per i grandi fondi che possono approfittare della situazione per monetizzare le posizioni che hanno sulla società.
A giudizio dell'esperto la presenza dell'azienda di auto elettriche potrà generare degli scossoni all'intero indice. Infatti, lo S&P Dow Jones Index ha stimato che i fondi d'investimento indicizzati allo S&P 500, dovranno vendere circa 51 miliardi di dollari di altre azioni per acquistare quelle di Tesla, in modo che i loro portafogli riflettano correttamente l'indice. Questo perché, una volta dentro, Tesla rappresenterà circa l'1% del benchmark.
È convinzione di non pochi che le azioni Tesla, cresciute del 450% quest'anno, si trovino nel pieno di una bolla. A parere di Erik Gordon, professore presso la Ross School of Business dell'Università del Michigan, molti piccoli investitori si sono infiammati nella giornata di ieri, ma rischiano di fare delle valutazioni errate sul reale valore della società. Anche perché molti venditori allo scoperto stanno già prezzando la concorrenza dei big dell'automotive già consolidati sul mercato.