Uno dei titoli più discussi della prima parte del 2020 è sicuramente Tesla. La società guidata da Elon Musk,
reduce da un rally a Wall Street da +274,91% da inizio dell’anno,
pubblicherà i risultati del secondo trimestre del 2020 stasera, mercoledì 22 luglio, alle 23:30 italiane.
A inizio luglio 2020, il colosso del settore automotive ha dichiarato di aver spedito 90.650 veicoli, sorprendendo le stime di Wall Street con gli analisti che stimavano un dato a 72.000 unità. L’obiettivo del produttore di veicoli elettrici è però in pericolo.
Il target di spedizione da 500.000 unità rimane distante, specie se si considera che nella prima metà dell’anno il dato è stato pari a 179.000 unità anche a causa di una flessione della produzione del 20% a causa del Coronavirus (la fabbrica in USA ha chiuso per sei settimane).
Trimestrale Tesla: sorprese anche per il 2° trimestre 2020?
Il nodo principale resta la profittabilità dell’azienda. Dopo aver scalzato Toyota come società automotive a maggior capitalizzazione, i riflettori sono puntati sui conti di Tesla e alla sua
possibilità di entrare all’interno dell’S&P 500. Le attese di Refinitiv sono per una perdita di 0,11 dollari per azione, che si tradurrebbe in un rosso da 240 milioni di dollari.
Se invece il mercato venisse sorpreso con un profitto si verificherebbero le
condizioni per l’esordio di Tesla nel principale indice di Borsa a stelle e strisce, in quanto verrebbe raggiunto il traguardo dei quattro trimestri in utile consecutivi.
Guardando ai dati storici,
negli ultimi due trimestri del 2019 i conti di Tesla hanno registrato utili per azione pari a 0,78 dollari e 0,56 dollari (nel periodo luglio-settembre, i dati di Nasdaq evidenziano una sorpresa delle stime del +153,06%). Superate anche le attese nei primi tre mesi del 2020, con un EPS pari a 0,08 dollari (+105,1% sulle stime a -1,57 dollari).
È da sottolineare anche come
il mercato non abbia mai legato le performance delle azioni Tesla all'andamento fondamentale, quanto più alle dichiarazioni di
Elon Musk, considerato come un visionario. L'ipotesi di base è relativa ad un’esplosione nella domanda di veicoli elettrici spinta dalla svolta green mondiale, dagli incentivi offerti da numerosi Governi e dai tagli ai prezzi delle auto dell’azienda.