La febbre degli investitori sale a Wall Street in attesa dell'evento di questa sera che vedrà il rilascio a mercati chiusi dei dati trimestrali di Tesla. La sensazione diffusa è che i risultati possano battere le aspettative degli analisti e indirizzare le azioni in Borsa verso il record storico di 900 dollari conseguito a gennaio. L'ultima seduta ha visto il titolo Tesla chiudere in leggero ribasso (-0,67%) a 864,27 dollari.
Manca poco ai top di sempre e secondo molti è solo questione di giorni, se non di ore, visto l'andamento degli ultimi mesi. Dai minimi di maggio a 546,98 infatti le quotazioni hanno intrapreso un rally di quasi il 60%, nonostante l'azienda abbia dovuto lottare contro la crisi generalizzata dei semiconduttori. Proprio in ragione della grande resilienza mostrata finora dal gruppo di Palo Alto, come conferma il boom di vendite dei 3 mesi appena trascorsi, il mercato sembra voglia premiare il titolo nella Borsa di New York.
Tesla: 2 ragioni per cui la trimestrale può battere le attese
Ora però il leader delle auto elettriche è atteso da un banco di prova importante, per confermare quanto di buono ha fatto vedere in questi ultimi tempi. Gli analisti si aspettano guadagni per 1,54 dollari per azione e vendite per 13,7 miliardi di dollari. Un aumento di quasi 10 centesimi rispetto agli EPS di 1,45 dollari e di 1,7 miliardi in confronto ai 12 miliardi di fatturato del secondo trimestre.
A molti le previsioni sembrano addirittura un pò basse e 2 segnali lo dimostrerebbero. Nel terzo trimestre Tesla ha consegnato un numero record di veicoli: 241.300. Mentre in quello precedente le immatricolazioni erano state di 201.250.
Tenuto conto che il prezzo medio delle auto vendute nel secondo trimestre è stato di circa 49.000 dollari e posto che tale valore non abbia subito grosse modifiche, ciò significa che nelle casse dell'azienda sarebbero entrati circa 2 miliardi di dollari in più con 40.000 auto in surplus immatricolate.
Un altro segnale deriva dai margini di vendita. Il consensus stima una redditività appena sotto il 24%, in diminuzione rispetto a quella del secondo trimestre attestatosi sopra quella soglia. La Cina potrebbe essere però la chiave di tutto, perché lì Tesla opera con un margine più alto sul territorio rispetto a quello che ottiene esportando le auto in Europa.
Visto che il colosso guidato da Elon Musk ha prodotto consegne per 74.000 unità a Pechino, ossia il 20% in più sul secondo quarto dell'anno, ci potrebbe essere una redditività superiore che va ovviamente a impattare positivamente sugli utili.
Trimestrale Tesla: le opinioni degli analisti
In genere gli analisti hanno leggermente alzato le stime sugli utili rispetto a quanto fatto in precedenza. Ad esempio Joe Spak, strategist di RBC ha portato le previsioni degli EPS a 1,95 dollari dagli 1,68 dollari pronosticati dopo che erano usciti i risultati sulle vendite. Ciò nonostante Spak considera il titolo Tesla Hold e non Buy, visto il livello raggiunto in questo momento dal prezzo.
Viceversa Ben Kallo di Barid e Dan Ives di Wedbush hanno mantenuto le previsioni sugli utili rispettivamente di 1,21 e 1,22 dollari per azione, ma sono più ottimisti sulle azioni alle quali hanno assegnato un rating Buy.