Recovery Fund: su quali settori investire con piano Marshall UE | Investire.biz

Recovery Fund: su quali settori investire con piano Marshall UE

28 mag 2020 - 16:00

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Il fiume di denaro che arriverà dall'Europa pone degli interrogativi su come verrà impiegato. Quindi vediamo quali possono essere i settori che ne beneficeranno.

  • Il piano Next Generation EU libererà risorse che potranno essere spese in molti modi, ma prima bisogna superare le resitenze dei Paesi del Nord;
  • Gli investitori potrebbero aumentare la propensione al rischio per via dei tassi che saranno destinati a scendere;
  • Tra i settori di investimento per il futuro spiccano quelli legati al Green Deal.

 

Forse in pochi si aspettavano così tanta grazia dall'Europa dopo decenni vissuti in un tira e molla perenne tra Paesi ligi delle regole e dell'austerità e Stati che si agitavano per levarsi il cappio del rigore imposto. Il Next Generation EU arriva in un momento in cui più che mai c'è bisogno di acqua fresca per ripulirsi dalle scorie nocive che il Coronavirus ha lasciato sulle economie dei Paesi, come l'Italia, dilaniate dalla crisi. Il punto ora è come utilizzare questo fiume di denaro che arriva dentro le nostre tasche sotto forma di stanziamento o di prestito. Bisogna fare delle premesse: la decisione finale spetterà ai Capi di Stato e di Governo che si riuniranno il 17/18 giugno; gli ostacoli da superare sono parecchi per rimuovere la tenace resistenza dei quattro moschettieri del Nord cristallizzati su posizioni oltranziste; probabilmente si dovrà arrivare ad un compromesso che darà luce al piano non prima del 2021. Tutto ciò premesso, le condizioni per una ripartenza ci stanno tutte e a quel punto gli investitori si interrogano su quali siano i settori che potrebbero trarre beneficio dagli aiuti che arrivano dal grande piano europeo.

Tassi a zero e propensione al rischio le linee guida degli investitori

Il mare di liquidità si riverserà probabilmente sui mercati azionari. E' questa la convinzione di Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte Sim. I tassi sul mercato saranno destinati a scendere con lo spread BTP/Bund tedeschi che entro giugno potrebbe assestarsi tra i 150 e i 170 punti. Questo non solo per un ritrovato clima di fiducia sulle obbligazioni pubbliche targate UE, ma anche per la presenza costante della BCE che, Bundesbank permettendo, potrebbe ampliare il programma di acquisto di titoli di Stato nazionali. Comprare BTP italiani potrebbe essere un'arma a doppio taglio per un investitore. Se fatto subito avrebbe un ritorno importante quando i tassi declineranno verso zero e il rendimento dei titoli in circolazione salirà. Se effettuato a giochi fatti sarebbe un investimento conservativo, basato più sulla sicurezza che su logiche di risk on.

I 4 settori più promettenti su cui investire

Ecco che prende corpo l'idea di allargare gli orizzonti e di individuare quei settori di investimento dove aumentare la propensione al rischio di portafoglio. Vediamo quali possono essere prendendo spunto dal nuovo piano Marshall UE:

Automotive. Il crollo delle immatricolazioni in questi mesi di pandemia ha cambiato forse profondamente tutto il mondo della produzione delle autovetture. Il Green Deal rivendicato ieri in Parlamento Europeo da Ursula Von der Leyen ha già trovato supporto nel piano Macron per l'automotive francese. Renault e PSA nei prossimi anni passeranno all'elettrico e il Governo transalpino varerà misure per 8 miliardi di euro per stimolare in questa direzione costruttori e consumatori. Volkswagen volgerà al verde grazie alla firma di contratti in dirittura d'arrivo con aziende cinesi operanti nel campo delle batterie elettriche e delle vetture ecologiche. A ruota altri leader settoriali potrebbero ultimare accordi, partnership e sodalizi di questo genere.

Energie rinnovabili. Lo shock del petrolio che ha squassato le compagnie petrolifere e le aziende operanti nel settore dell'energia ha risvegliato le coscienze. Alcune shale oil si sono già mosse nella direzione del solare, dell'eolico e dell'idrogeno pulito. Eni ha già lanciato a febbraio il piano trentennale "Rivoluzione Green" grazie a cui si affrancherà sempre più dal petrolio diventando una gas-company. Su questo versante il cane a sei zampe si impegnerà a ridurre dell'80% l'emissione di gas serra fino al 2050 rientrando perfettamente in linea con i dettami della Commissione Europea riguardo le emissioni di CO2. La cosa apporterebbe anche un vantaggio fiscale in quanto metterebbe la compagnia al riparo da future tassazioni che l'UE è intenzionata ad imporre alle aziende che non si adegueranno alla normativa sui gas inquinanti.

Digitalizzazione e e-commerce. La quarantena a cui il mondo produttivo è stato costretto in questi mesi ha fatto rispolverare lo smart-working e l'importanza del digitale. Questo potrebbe essere un input futuro per l'assetto organizzativo delle aziende che potrebbero investire molto di più sull'aspetto telematico dell'attività produttiva. Da qui lo sviluppo di settori legati al 5G, all'intelligenza artificiale, alla cybersecurity, al supercomputing and cloud. In una lettera pubblicata dal Fatto Quotidiano e dal Corriere della Sera, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, tra l'altro annuncia l'introduzione di incentivi alla digitalizzazione, ai pagamenti elettronici e all'innovazione. Quindi il Governo si metterebbe a fianco delle imprese, anche tramite rafforzamento del capitale, per indirizzarle in questo percorso.

Sanità. Non può mancare questo settore, maltrattato dalle istituzioni negli anni tramite tagli senza senso ma ora rivitalizzato dopo la tremenda epidemia che lo ha investito. L'UE ha già stilato un documento chiamato Horizon Europa 2020 che ha lo scopo di finanziare la ricerca e l'innovazione soprattutto nel settore sanitario. Secondo le parole di Ursula Von del Leyen le imprese dovranno prepararsi in futuro ad altre epidemie e per questo bisogna essere resilienti. Tutto questo può avvenire se il sistema sanitario sarà in grado di affrontare un'altra emergenza della portata del Coronavirus. I maggiori investimenti nella ricerca scientifica e nello sviluppo tecnologico delle strutture non possono che favorire le società che operano nel campo della medicina e della scienza.

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