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Macron prova a risollevare l'automotive in Francia attraverso il passaggio all'auto elettrica con una serie di incentivi a consumatori e imprese;
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L'obiettivo dell'Eliseo è di riportare la produzione in Francia e fare del Paese il principale produttore di auto elettriche a livello mondiale;
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In Borsa crolla Hertz, Renault e Peugeot mettono il turbo.
La Francia ripulisce il settore delle auto. Mentre il Ministro dell'Economia Gualtieri auspica un piano a livello europeo che attraverso il Recovery Fund stabilisca delle linee guida per risollevare il turismo e l'automotive, il Presidente francese Macron mette 8 miliardi di euro per fare della Francia il Paese leader delle auto elettriche. L'annuncio rientra in un grande piano di rilancio della domanda del settore automobilistico, massacrato dal Covid-19. Tra marzo e aprile il crollo delle immatricolazioni è stato nell'ordine dell'80%.
Cosa stabilisce il piano di Macron
Il denaro messo a disposizione dal Governo francese rientrerebbe nella schiera degli aiuti di Stato, che ormai tutti i Paesi europei e mondiali stanno attuando a favore dei settori strategici dell'economia nazionale. Solo che qui non vi è un (ulteriore) ingresso diretto nel capitale societario, cosa che richiederebbe il passaggio dalle forche caudine della Commissione Europea. Bensì il piano verrà espletato soprattutto attraverso dei bonus volti a stimolare il passaggio dall'auto a combustibile fossile a quella elettrica.
Nel dettaglio, il piano Macron per il settore auto ha queste caratteristiche: si possono acquistare vetture elettriche fino a 45 mila euro, con benefici pari a 7 mila euro per il cittadino e 5 mila per le aziende. Chi sceglie un'auto ibrida ricaricabile avrà 2 mila euro di bonus. La conversione invece apporta da 3 a 5 mila euro, a seconda se in cambio di una macchina più inquinante se ne acquista una a diesel o benzina di ultima generazione oppure una elettrica. Il traino al settore delle auto elettrico sarà accompagnato da un investimento governativo sulle colonnine elettriche. La Francia punta ad attivare almeno 100 mila colonnine per la ricarica della batteria tra la fine del 2021 e l'inizio del 2022.
L'Eliseo punta a trasferire la produzione in Francia e a conservare i posti di lavoro
La Francia dunque prova a dare un cambio di marcia con l'obiettivo di limitare la dipendenza dalla Cina, rientrando perfettamente in linea con quelli che sono i programmi di sviluppo concordati a livello comunitario. Lo fa fornendo un assist decisivo a Renault che naviga in acque torbide e che si trova a forte rischio downgrade e di sopravvivenza.
L'appoggio di Parigi al gigante dell'auto avviene attraverso due canali: la partecipazione di Renault al Consorzio europeo per lo sviluppo delle batterie che consentono all'azienda di usufruire della garanzia statale sui prestiti bancari di 5 miliardi; la produzione di auto elettriche di almeno quattro volte quella attuale in un quadriennio.
Potrebbe essere questo il pass-partout che permette all'eccellenza francese dell'automotive di sopravvivere e soprattutto di conservare posti di lavoro. Basti pensare che il sodalizio tra Renault e Nissan è molto costoso e potrebbe portare, come già annunciato del resto, il taglio di 2 miliardi di euro soprattutto di spese del personale, con conseguente chiusura degli stabilimenti in Francia.
L'obiettivo dell'Eliseo è quello di rilocalizzare sul suolo francese le attività produttiva attualmente basate all'estero, come espresso nei giorni scorsi dal Ministro dell'Economia Le Maire. Per questa ragione, in aggiunta ai provvedimenti sui bonus e a sostegno dell'occupazione, il piano prevede la creazione di una joint venture tra Renault, PSA e Total per la produzione tutta francese del materiale fondamentale per le auto elettriche.
In altri termini, Renault e PSA dovranno trasferire in Francia sia la ricerca che la produzione di batterie, motori elettrici, tecnologie, ecc. E per questo il Governo prevede la creazione di un fondo da 1 miliardo di euro a sostegno e 200 milioni di contributi per il rifornimento e l'aggiornamento tecnologico delle fabbriche.
Seppur in questo momento in modo indiretto, il piano auto messo in piedi da Parigi interessa da vicino anche FCA. Il matrimonio con PSA è "scolpito nella pietra" e grazie alle risorse previste dal piano Macron la società italo-americana potrà nel medio periodo beneficiare delle ricadute positive sul fronte dello sviluppo tecnologico e delle vendite. L'obiettivo di PSA è di produrre almeno 450 mila veicoli elettrici all'anno, cosa che andrebbe tutto a vantaggio del gruppo che marcherebbe il territorio in termini di leadership del settore e permetterebbe a FCA di colmare l'attuale gap accumulutato con i competitor. Il Lingotto proprio in queste settimane ha annunciato la volontà di portare sul mercato un'icona della casa automobilistica piemontese: la 500 elettrica.
Borsa: le azioni automotive europee festeggiano
La crisi del settore ha allarmato oltremodo tutto il mondo dell'automotive, ponendo un problema molto serio che riguarda la dipendenza dal combustibile. Nella direzione delle auto elettriche si è mossa anche Volkswagen. Delle ultime ore è la notizia che il leader automobilistico tedesco stia per ultimare l'accordo con alcune grandi società cinesi operanti nel settore dei veicoli elettrici. Da un lato acquisendo il 50% di Anhui Jianghuai Automobile Group Holding, controllante del partner Ev Jac Motors. Dall'altro diventando il maggiore azionista del produttore di batterie per veicoli elettrici Guoxuan High-tech.
E i mercati come hanno reagito? Mentre ieri Hertz si è sfracellata in Borsa perdendo l'80% del suo valore dopo il ricorso della società al Chapter 11, in Europa le azioni del settore auto hanno accolto le notizie del passaggio alle vetture ecologiche in maniera entusiastica. Renault oggi ha messo su un bel 16% nelle contrattazioni di Parigi, Peugeot il 7,6% e a Francoforte gli investitori hanno salutato le indiscrezioni sugli accordi con i cinesi facendo salire il titolo Volkswagen di oltre 4 punti percentuali.