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Il Covid-19 ha sensibilizzato gran parte dei Paesi a livello mondiale per abbandonare il petrolio e puntare sull'energia verde;
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L'attuazione della Strategia per l'idrogeno UE porterà entro il 2050 alla decarbonizzazione totale in ogni settore;
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Tra le società italiane che potrebbero approfittare della transizione energetica vi sono ENEL e Prysmian
È solo questione di tempo. La transizione energetica è già in atto e secondo alcuni esperti a partire dal 2030 l'energia sarà per gran parte pulita, con la conseguente apertura alla fase di declino del petrolio. Tra le poche accezioni positive, il Covid-19 ha lasciato una maggiore sensibilizzazione a livello mondiale verso i temi ambientali.
Il piano Von Der Leyen della Next Generation UE presentato al Parlamento europeo nella scorsa primavera mira a una vera rivoluzione verde nei prossimi anni. Mentre all'inizio dell'estate la Commissione Europea ha varato la Stategia per l'idrogeno che si pone come obiettivo la riduzione e l'annullamento dell'emissione di CO2 in ogni settore dell'industria e dei servizi.
Strategia per l'idrogeno: cos'è e cosa prevede
Nel piano della Commissione UE, le fasi attraverso le quali il passaggio dal combustibile fossile all'energia pulita avrà luogo sono le seguenti:
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2020-2024: inizio dello sviluppo dell'idrogeno rinnovabile attraverso l'installazione di 6 gigawatt di elettrolizzatori che comporteranno una produzione di un milione di tonnellate di idrogeno;
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2025-2030: crescita ad almeno 40 gigawatt di elettrolizzatori, quindi con l'idrogeno che diventerà un elemento fondamentale di tutto il sistema energetico;
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2030-2050: fase accentuata della decarbonizzazione totale fino all'utilizzo quasi esclusivo di energia verde.
Tutto il processo della durata trentennale avrà bisogno del supporto di alcuni organi istituzionali come la Banca Europea per gli Investimenti, con lo scopo di finanziare gli investimenti diretti all'incremento della produzione di idrogeno. Sarà poi compito della stessa Commissione UE mettere insieme tutte le norme che permettono di favorire il passaggio all'energia pulita senza alcun intoppo.
Certamente sarà molto importante il contenimento delle spese, riguardo l'installazione e il funzionamento sia degli elettrolizzatori che degli impianti fotovoltaici. A tal proposito Mediobanca ha stimato che le prime si stanno riducendo in maniera rapida; infatti ad oggi un elettrolizzatore comporta una spesa dai 450 ai 650 euro a kilowatt e l'obiettivo della Commissione è quello di portarlo sotto un costo di 200 euro. Per quanto riguarda invece il fotovoltaico, secondo una previsione dell'International Renewable Energy Agency entro il 2030 un impianto solare ed eolico costerà circa 20 euro a megawattora. In base al programma europeo, si conta di arrivare a 8 euro prima del 2050.
Strategia per l'idrogeno: quali società italiane si avvantaggeranno
Una delle realtà italiane più convintamente operative nella transizione energetica è sicuramente ENEL. La società guidata da Francesco Starace ha un piano ben preciso sul fronte delle energie rinnovabili: aumentarne la potenza da 46 GW a 60 GW entro il 2030, con l'obiettivo di eliminare totalmente l'emissione di carbonio entro il 2050.
Gli investimenti dell'Unione Europea in tale direzione non possono che accelerare il processo in atto da parte di ENEL. Gli analisti di Mediobanca suggeriscono di scommettere sull'azienda vista la scalabilità delle spese in conto capitale. Quest'anno in Borsa la multinazionale italiana ha guadagnato il 4,2% da inizio anno, con un recupero del 45% dai minimi di marzo.
Secondo gli strategist della banca d'affari milanese, un'altra società su cui varrebbe la pena puntare è Prysmian. Specializzata nella produzione di cavi e fibre ottiche, trarrebbe un enorme vantaggio dall'integrazione tra energia eolica e idrogeno. A Piazza Affari i guadagni nel 2020 sono stati dell'8,6% per l'azienda guidata da Valerio Battista, con un rialzo del 77% dal punto più basso dovuto alla crisi pandemica.