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Il via libera all'uscita di Atlantia da Autostrade per l'Italia arriva all'alba, dopo scontri accesi all'interno della maggioranza governativa;
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Cassa Depositi e Prestiti acquisirà con un aumento di capitale il 51% di Aspi, che verrà quotata in Borsa;
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Gli analisti giudicano positivamente l'accordo e consigliano di comprare il titolo Atlantia
Si voleva la testa dei Benetton e così è stato. La decisione del Consiglio dei Ministri è arrivata all'alba: niente revoca delle concessioni ma Atlantia deve uscire dal capitale di Aspi entro un anno. Lo Stato quindi si appropria della società autostradale che aveva dismesso nel lontano 1997 a seguito delle privatizzazioni dell'IRI, l'allora holding di Stato guidata da Romano Prodi.
A prendere il posto di Atlantia sarà Cassa Depositi e Prestiti, attraverso un aumento di capitale riservato dove la famiglia Benetton passerà dalla quota di partecipazione in Aspi dell'88% a una quota minoritaria. Nel frattempo la holding venderà le azioni a investitori istituzionali di gradimento del Tesoro e si impegnerà a non destinare gli introiti della cessione alla distribuzione di dividendi. Una volta concluso questo passaggio Aspi verrà quotata in Borsa, a quel punto Atlantia non avrà più del 10%-12% delle azioni.
Tutto quanto dovrà essere ratificato dai CdA di Atlantia e Aspi, ma non sembra che le alternative siano poi molte. Intanto la reazione del titolo Atlantia a Piazza Affari è stata straripante e in questo momento le azioni salgono del 20,5%.
Governo-Atlantia: una trattativa difficile
Alla fine sono state 6 ore di trattativa tra gli esponenti della maggioranza governativa tra attriti, contrapposizioni e colpi bassi. Fonti dell'esecutivo riportano che per ben quattro volte i vertici di Atlantia hanno fatto recapitare negli uffici di Palazzo Chidi lettere con delle proposte, che puntualmente sono state respinte.
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è stato irremovibile, per evitare la revoca si parte da queste condizioni: fuori i Benetton dal capitale di Aspi; taglio delle tariffe autostradali; modifica dell'articolo 35 del decreto Milleproroghe che riduce da 23 a 7 miliardi l’indennizzo in caso di revoca; manleva sulle responsabilità dei funzionari statali riguardo la vicenda della ricostruzione del ponte Morandi.
Nel cuore della notte arriva la notizia tanto attesa: la holding della famiglia Benetton è disposta a farsi da parte. La procedura che prevede lo scorporo di Autostrade per l'Italia avverrebbe nell'arco di un anno e si concretizzerebbe inizialmente con la CDP che, a seguito di un aumento di capitale, acquisisce il 51% di Aspi; poi con la quotazione in Borsa della controllata dei Benetton che a quel punto si trasforebbe in una public company.
In aggiunta a tutto questo ecco snocciolati dall'esecutivo gli altri fardelli a carico della compagnia: misure compensative per 3,4 miliardi di euro, rafforzamento del sistema dei controlli e aumento delle sanzioni qualora il concessionario violi le regole imposte.
Azioni Atlantia: per gli analisti sono da comprare
L'eventuale accordo scongiurerebbe la revoca delle concessioni e questa è una cosa che, almeno stando alle reazioni odierne, il mercato ha molto apprezzato. Gli analisti nel complesso vedono in chiave positiva l'evoluzione della vicenda e scommettono sul titolo in Borsa.
Secondo Banca Imi la notizia rilancia la compagnia anche se due variabili sono ancora da considerare: una riguarda il sistema delle tariffe e quanto esso potrà influire sul valore di mercato di Aspi una volta che verrà quotata in Borsa; un'altra fa riferimento alle responsabilità della compagnia a proposito delle cause di terzi per il crollo del Ponte Morandi. Ad ogni modo la raccomandazione è di mantenere il titolo in portafoglio con target price 13,6.
Ancora più ottimisti sembrano essere gli esperti di Kepler Cheuvreux che vedono il titolo Atlantia a 15,5 euro e ne consigliano l'acquisto. A giudizio della società d'investimento francese, se il patto tra i due contendenti andrà in porto ne guadagneranno entrambi: Atlantia perché scongiurerebbe il default di Aspi e il Governo in quanto eviterebbe di imbattersi in una lunga battaglia legale dall'esito non scontato.
Equita Sim invece fa una distinzione per quanto concerne gli effetti per gli azionisti e per gli obbligazionisti. Nel primo caso l'aumento di capitale con l'ingresso di CDP ridurrebbe in maniera importante il valore di Aspi per Atlantia, quindi sarebbe importante capire quanto effettivamente il capitale verrà diluito. Nel secondo caso la cessione delle quote dei Benetton a fondi istituzionali comporterebbe un introito monetario per la compagnia che servirebbe per ridurre l'indebitamento che ha raggiunto la quota di 5 miliardi di euro. Di conseguenza i bond holders sarebbero avvantaggiati.
L'economista Giulio Sapelli va controcorrente e non vede invece di buon occhio l'ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nel capitale di Aspi. Il paradigma dell'IRI che si vuole prendere a riferimento sarebbe anacronistico, per l'esperto. A suo parere lo Stato non dovrebbe entrare nel capitale azionario ma limitarsi a cambiare le condizioni per renderle più equilibrate a suo favore, però sempre lasciando la concessone ad Atlantia.