Dopo aver raggiunto i massimi dal 7 gennaio 2020, i prezzi del petrolio WTI hanno iniziato a correggere riportandosi al di sotto della soglia psicologica a 60 dollari al barile. Diversi gli elementi che hanno portato l’oro nero a calmare il rally degli scorsi giorni, in primis il miglioramento della situazione atmosferica negli USA, la quale si sta riprendendo dall’ondata di gelo che ha fermato molti impianti di raffinazione e produzione del Paese.
In particolare, gli estrattori Devon Energy e Marathon Oil sono riusciti a far ripartire gli impianti. L’impatto dell'ondata di gelo aveva infatti impedito la raffinazione di 4 milioni di barili e l’estrazione di 1 milione di barili al giorno. È da segnalare anche come vi siano dei segnali di miglioramento nei rapporti tra Stati Uniti e Iran.
Washington ha dichiarato di aver accettato l’invito di Teheran per ripristinare gli accordi sul nucleare. La speranza per il Paese è quella di assistere ad una rimozione delle sanzioni volute dall’Amministrazione Trump, le quali avevano fatto contrarre la produzione di greggio. Infine l’ultimo fattore che penalizza le quotazioni sono le indiscrezioni relative ad un possibile incremento dell’offerta da parte dell’Arabia Saudita.
Petrolio WTI: l'analisi tecnica
Da un punto di vista grafico si evidenzia come le quotazioni del petrolio WTI siano state respinte dalla linea di tendenza che unisce i massimi del 23 aprile 2019 a quelli del 7 gennaio 2020. La candela negativa di ieri evidenzia una certa forza del fronte ribassista, che in caso di violazione del supporto ereditato dai top del 9 febbraio 2021 a 58,48 dollari potrebbe spingersi verso il coriaceo supporto di zona 55 dollari.
Questa zona è particolarmente interessante perché grazie al transito della trendline che unisce i massimi del 10 marzo e 8 giugno 2020 e di quella ottenuta collegando i top del 3 ottobre 2018 e 8 gennaio 2020 costituisce il supporto più importante nel medio periodo.
Petrolio WTI: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
Nel breve periodo è ragionevole pensare ad una prosecuzione della correzione dei prezzi del petrolio WTI. In questo senso si potrebbero valutare strategie di matrice short da 58,67 dollari al barile con stop loss a 62 dollari e obiettivo a 55 dollari.
Per questo tipo di operatività si adatta il Certificato Turbo24 Long di IG con ISIN DE000A221DZ3, leva 4 e prezzo ask a 15,60 euro. Con il Turbo Calculator vediamo i livelli corrispondenti sul Certificate: prezzo di entrata a 16,324 euro, stop loss a 12,999 euro e target a 19,999 euro. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo che:
- 1 Turbo24 = 0,01 euro a punto
- 10 Turbo24 = 0,10 euro a punto
- 100 Turbo24 = 1 euro a punto
- 1.000 Turbo24 = 10 euro a punto
Per fare un esempio, pensiamo di comprare 70 pezzi del Certificato Turbo24 con ISIN DE000A221DZ3 per un controvalore di 1.142,68 euro. Se il nostro target venisse raggiunto potremo vendere i prodotti incassando 1.399,93 euro. Se invece dovesse essere raggiunto lo stop loss si avrebbe la possibilità di vendere i Certificate a 909,93 euro.
L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché accada ciò le quotazioni del cambio principale dovranno raggiungere quota 74,7492 dollari, dove si trova il Knock-Out del Certificate.
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