I prezzi del petrolio WTI sono in lieve rialzo dopo essere scivolati in apertura, con le aspettative che i maggiori produttori decidano di aumentare l'output a pesare su un umore già fiaccato dai timori di un rallentamento della domanda cinese.
Le attese che l'OPEC+ aumenti la produzione di greggio a partire da aprile stanno gravando sui prezzi. Il gruppo si incontrerà questo giovedì (clicca qui per i market mover della settimana 1-5 marzo 2021) e potrebbe discutere l'immissione sul mercato fino a 1,5 milioni di barili di petrolio al giorno.
La produzione del Cartello è calata a febbraio, con i tagli volontari operati dall'Arabia Saudita che sono andati aggiungersi alle restrizioni concordate sotto il precedente patto OPEC+, ponendo fine a sette mesi consecutivi di crescita. Secondo gli analisti Ing, l'OPEC+ dovrà fare attenzione a evitare di sorprendere gli operatori dei mercati finanziari reintroducendo nel mercato un'offerta eccessiva.
Nel frattempo, l'attività manifatturiera cinese è scesa al minimo da nove mesi, il che potrebbe ridurre la domanda cinese di greggio e mettere pressione sui prezzi, con l'acquisto di petrolio da parte del maggiore importatore mondiale che era già diminuito ultimamente (clicca qui per scoprire i 10 maggiori produttori di petrolio al mondo).
Materie prime, Petrolio WTI: l’analisi tecnica
Le quotazioni del petrolio WTI hanno recentemente toccato i massimi a oltre 13 mesi, superando i 60 dollari al barile, spinte dalle tensioni in Yemen e dalle condizioni climatiche avverse in Texas. A livello tecnico il greggio prosegue quindi il suo trend rialzista di medio periodo, partito dai minimi in area 33,64 dollari.
Dai minimi segnati il 2 novembre, i prezzi hanno infatti dato vita ad un pattern di massimi e minimi crescenti tuttora in corso che solo nelle ultime due ottave ha dato i primi segnali di rallentamento e perdita di momentum.
Nel breve periodo, in particolare dal 16 febbraio scorso, i prezzi del greggio si muovo all’interno di una figura di consolidamento compresa tra i 58,57 e i 63 dollari al barile. La rottura della parte alta o bassa, darebbe il via rispettivamente ad operazioni di matrice long in linea con la tendenza dominante e short di breve che vedrebbero come target area 55 dollari.
Visto il trend fortemente rialzista, malgrado la fisiologica perdita di momentum avvenuta di recente, si potrebbero privilegiare posizioni al rialzo. Per quanto riguarda l’operatività odierna, si potrebbero implementare strategie di matrice long in caso di un breakout dei 60,60 dollari con target identificabile in area 62,10 dollari. Vediamo i livelli e la strategia nel dettaglio.
Materie prime, Petrolio WTI: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
A livello operativo, si potrebbero valutare strategie long da 60,60 dollari. Lo stop loss potrebbe essere localizzato a 60 dollari, mentre l’obiettivo a 62,10 dollari.
Per questo tipo di operatività si presta il Certificato Turbo24 Long di IG con ISIN DE000A22Q9P4, leva 10 e prezzo ask a 6,203 euro. Con il Turbo Calculator vediamo i livelli corrispondenti sul Certificate: prezzo di entrata a 5,833 euro, stop loss a 5,228 euro e target a 7,328 euro. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo che:
- 1 Turbo24 = 0,01 euro a punto
- 10 Turbo24 = 0,10 euro a punto
- 100 Turbo24 = 1 euro a punto
- 1.000 Turbo24 = 10 euro a punto
Ad esempio, pensiamo di comprare 100 pezzi del Certificato Turbo24 con ISIN DE000A22Q9P4 per un controvalore di 618 euro. Se il nostro target venisse raggiunto potremo vendere i prodotti incassando 732,80 euro. Se invece dovesse essere raggiunto lo stop loss si avrebbe la possibilità di vendere i Certificate a 522,80 euro.
L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché accada ciò le quotazioni del petrolio WTI dovranno raggiungere i 55,0222 dollari, dove si trova il Knock-Out del Certificate.
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