Wall Street si appresta a chiudere il suo secondo anno consecutivo in rialzo, con l'indice S&P 500 salito da inizio anno di oltre 20 punti percentuali. Quest'anno a comandare il rally sono state le grandi società tecnologiche, che hanno capitalizzato il boom dell'intelligenza artificiale. Ma tutto il contesto ha favorito la Borsa americana, a partire da un'economia statunitense in salute e sostenuta da utili aziendali robusti.
La ciliegina sulla torta è arrivata a novembre, quando le elezioni hanno decretato
Donald Trump prossimo presidente degli Stati Uniti. Gli investitori si sono esaltati all'idea che il leader repubblicano abbasserà le tasse alle società e avvierà una deregolamentazione. Nel contempo la
Federal Reserve a settembre ha iniziato il suo ciclo di tagli ai tassi di interesse, quantunque nell'ultima riunione dell'anno abbia freddato i mercati annunciando per il 2025 un numero di riduzioni inferiore a quello atteso.
Outlook Wall Street: ci sarà il terzo boom nel 2025?
Dopo due anni eccezionali, è difficile immaginare una terza impennata delle azioni della stessa portata. Tuttavia, ci sono alcuni segnali che fanno ben sperare.
Intanto, come rileva Ryan Detrick, Chief market strategist di Carson Group, l'
S&P 500 ha guadagnato in media il 12,3% dopo gli otto casi di guadagni annuali consecutivi del 20% a partire dal 1950. Mentre nello stesso periodo, il guadagno medio del benchmark si è attestato al 9,3%.
In secondo luogo, l'attuale mercato rialzista, iniziato a ottobre 2022, è lungo meno della metà rispetto alla durata media dei 10 precedenti, osserva Keith Lerner, co-Chief investment officer di Truist Advisory Services. In quest'ultima corsa, l'S&P 500 ha guadagnato oltre il 60%, a fronte di un profitto medio del 108% durante quella precedente e del 184% in media nel corso di tutte le altre. "Se si guarda a un tipico mercato rialzista, ancora abbiamo ulteriori guadagni da realizzare", suggerisce Lerner.
In terzo luogo, c'è un sentiment ottimista molto forte ancora a Wall Street, soprattutto in considerazione del fatto che l'economia ha resistito ai rialzi dei tassi della Fed a partire da marzo 2022. Questo sentiment è stato oltremodo rafforzato dall'aspettativa che Trump persegua la sua agenda che include tagli fiscali e deregulation. "Lasciamo il 2024 su basi abbastanza buone e pensiamo che ci sia una certa riaccelerazione nel 2025", ha detto Sameer Samana, senior global market strategist presso Wells Fargo Investment Institute.
I rischi
L'ottimismo generale non deve però far dimenticare i rischi che esistono in generale per l'economia americana e i mercati azionari. Le azioni USA ad esempio hanno valutazioni elevate. L'S&P 500 scambia a quasi 22 volte gli utili attesi nei prossimi 12 mesi, ben oltre la media a lungo termine di 15,8 volte e nei pressi del picco da inizio 2021 raggiunto questo mese a 22,6 volte.
Secondo gli investitori, le valutazioni possono continuare a rimanere alte, ma richiedono una costante crescita degli utili. Il rischio sta nel fatto che una delusione nei dati trimestrali può scatenare una correzione anche abbastanza corposa.
I dazi dell'amministrazione Trump sono un'altra mina vagante. Da un lato rischiano di alimentare le tensioni commerciali soprattutto con la Cina, il che potrebbe danneggiare i profitti aziendali; dall'altro rischiano di rimettere in moto l'inflazione, che ha rappresentato il principale incubo per i mercati azionari nel 2022.
Con i prezzi al consumo nuovamente in crescita, la Fed potrebbe essere molto meno accomodante di quanto si creda. "Quanto in basso riusciremo a far scendere i tassi dipenderà da quanto bassa sarà l'inflazione", ha detto Michael Reynolds, vicepresidente della strategia di investimento di Glenmede. "Se l'inflazione si stabilizzerà nell'intervallo del 3%, pensiamo che la Fed non sarà così aggressiva l'anno prossimo".