Ieri il Nasdaq ha chiuso un'altra giornata da incubo perdendo 2,3 punti percentuali. Recentemente i sell-off sono stati abbastanza frequenti ed hanno riguardato in particolare quei titoli tecnologici che nell'ultimo anno e mezzo hanno guidato la crescita di Wall Street. Dai massimi di luglio, l'indice americano ha lasciato sul campo circa l'8% di capitalizzazione. Il punto però è che il passivo di un solo giorno è spesso corposo, a testimonianza del fatto che il mercato è mosso da un impeto ribassista quando vengono sollecitati alcuni punti critici.
Tra questi vi è sicuramente il dubbio che
l'intelligenza artificiale sia in grado di produrre ricavi e profitti: le ultime trimestrali delle Big Tech non sono risultate molto confortanti. A parte
Meta Platforms che ha realizzato una crescita importante dei ricavi pubblicitari proprio grazie alla nuova tecnologia,
Alphabet, Microsoft e Amazon hanno deluso su questo fronte (
Trimestrale Amazon: guidance deludente, le azioni crollano). Ci si chiede se gli imponenti investimenti fatti finora, e che le grandi aziende tecnologiche continuano a fare, preparino veramente il terreno per un futuro radioso oppure se si tramuteranno semplicemente in una restrizione dei margini aziendali.
Sarà il tempo a dirlo, esattamente come bisognerà aspettare per sapere come sarà effettivamente l'impatto sull'economia americana dei tassi di interesse tenuti alti a lungo dalla Federal Reserve. Nei giorni scorsi, i mercati hanno festeggiato quando è apparso chiaro che la Banca centrale americana taglierà il costo del denaro a partire da settembre, ma i segnali di un deterioramento del contesto macro preoccupano gli operatori. Una delle ragioni delle vendite al Nasdaq è stata proprio il fatto che i dati di ieri sui sussidi di disoccupazione e sul settore manifatturiero abbiano dato testimonianza di un rallentamento economico serio. In altre parole, se prima i mercati cercavano proprio un raffreddamento dell'economia per convincersi che la Fed tagliasse i tassi e quindi per acquistare le azioni in Borsa, ora invece sono timorosi che venga meno la forza economica degli Stati Uniti che ha in parte guidato il rally.
Alla luce di tutto ciò,
la volatilità si è impennata, con l'indice
VIX Cboe che è balzato a 19,48, livello massimo dal 19 aprile. Questo significa che i mercati sono nervosi e quindi molto suscettibili ai dati macroeconomici e alle risultanze delle trimestrali. A tal riguardo, le indicazioni arrivate poco fa da
tasso di disoccupazione e non-farm payrolls (il primo a luglio è passato dal 4,1 al 4,3%, le seconde sono aumentate di 114 mila unità, circa 60 mila in meno rispetto al consenso) hanno evidenziato un rallentamento del mercato del lavoro superiore al previsto che finisce per inasprire ulteriormente il sentiment degli investitori a Wall Street. A circa 30 minuti dall'avvio degli scambi,
il future sul Nasdaq perde oltre 2 punti percentuali.
Nasdaq: la reazione di analisti e investitori
Chi si aspettava un'estate tranquilla a Wall Street, quindi, finora è rimasto profondamente deluso. Investitori e analisti si stanno cimentando per dare spiegazioni a quanto accade sui mercati.
"Nel complesso, il motivo alla base del sell-off sembra essere che gli investitori sono sempre più preoccupati che l'economia possa rallentare a un ritmo più veloce e che la Fed stia aspettando troppo a lungo per tagliare i tassi", ha affermato Keith Lerner, co-chief investment officer di Truist Advisory Services. "Le micro cap e le small cap sono vendute in quanto più sensibili all'economia e la debolezza dei dati sta superando il potenziale beneficio di tassi più bassi". A suo giudizio, attualmente si sta verificando uno spostamento verso aree di mercato difensive, tipo servizi pubblici, beni di prima necessità e assistenza sanitaria, in quanto meno influenzabili dalle variazioni dell'economia. Inoltre, gli investitori stanno vendendo la tecnologia, perché "hanno capito di avere un'esposizione eccessiva a questo settore e cercano di alleggerirsi", ha aggiunto Lerner.
Kevin Gordon, senior investment strategist di Charles Schwab & Co., osserva che fino al rapporto sull'inflazione di giugno gli indici erano calmi, ma ora iniziano a diventare più volatili "anche nei giorni in cui l'ampiezza potrebbe inclinarsi positivamente". L'esperto prevede che potrebbero esserci ulteriori vendite poiché "il drawdown massimo medio per i membri dell'S&P 500 ha già raggiunto il territorio di correzione quest'anno e si sta avvicinando al -20%".
Alcuni investitori tuttavia invitano alla calma, affermando che i dati potrebbero servire solo come scusa per bloccare i profitti dopo una grande corsa delle quotazioni nel 2024. "Quello che si vede adesso, e probabilmente si vedrà nel prossimo mese o due, è una sorta di consolidamento e un'azione laterale dei prezzi. Ma il trend rialzista più ampio rimane intatto", ha riferito Bill Strazzullo, chief market strategist di Bell Curve Trading.