Hindenburg Omen (HO) è un indicatore tecnico che si pone come obiettivo di segnalare l'aumento della probabilità di un crollo del mercato azionario. L’indicatore prende il nome dal disastro del dirigibile Hindenburg del 1937.
HO è stato ideato da James R. Miekka nel 2010 e si basa su un confronto tra la percentuale di nuovi massimi e minimi di 52 settimane nei prezzi delle azioni rispetto a una percentuale di riferimento predefinita, tipicamente fissata al 2,2%.
Sebbene questo indicatore sia spesso menzionato come un presagio di imminente pericolo per i mercati, la sua efficacia è stata oggetto di dibattito, specialmente negli ultimi anni. Vediamo quindi insieme di che si tratta e altre informazioni importanti.
Hindenburg Omen, come funziona?
Hindenburg Omen cerca di identificare una deviazione statistica dalle normali condizioni di mercato. Generalmente, si presume che in un mercato rialzista, i nuovi massimi di 52 settimane siano comuni e i nuovi minimi siano rari.
Quando si verificano entrambi simultaneamente, l'indicatore suggerisce che il mercato potrebbe trovarsi in una fase di nervosismo e indecisione, caratteristiche che spesso anticipano un mercato orso o una fase di volatilità a breve termine.
L'indicatore entra in gioco principalmente durante una tendenza rialzista, quando ci si aspetta un aumento continuo e generalizzato dei prezzi delle azioni di un particolare indice azionario. Tuttavia, quando si osservano contemporaneamente nuovi massimi e nuovi minimi, l’indicatore evidenzia una situazione di “warning”, suggerendo che il mercato potrebbe essere a rischio di inversione.
Hindenburg Omen: i quattro criteri principali
L’Hindenburg Omen si attiva quando si verificano quattro criteri principali, che riportiamo di seguito:
- Nuovi massimi e minimi: il numero giornaliero di nuovi massimi e minimi di 52 settimane in un indice di mercato deve superare una soglia prestabilita, solitamente il 2,2% del totale delle azioni negoziate.
- Rapporto tra massimi e minimi: i nuovi massimi non devono superare il doppio dei nuovi minimi, per evitare che il segnale sia influenzato da un semplice picco nei massimi.
- Tendenza del mercato: l'indice di Borsa deve trovarsi in una tendenza rialzista. Questo è confermato dall'utilizzo della media mobile a 10 settimane (SMA a 50 giorni) o del ROC a 50 giorni.
- Oscillatore McClellan: l'oscillatore di McClellan (MCO), un indicatore della variazione del sentiment del mercato, deve essere negativo, segnalando un cambiamento da positivo a negativo nell’andamento dell’indice azionario.
Quando tutti questi criteri sono soddisfatti, L’Hindenburg Omen rimane attivo per 30 giorni di trading (quasi un mese e mezzo di calendario), durante i quali ulteriori segnali devono essere ignorati. Il segnale è confermato se l'oscillatore di McClellan rimane negativo durante questa finestra temporale.
Hindenburg Omen, perplessità e critiche
Nonostante sia un indicatore molto conosciuto all’interno della comunità finanziaria, la sua efficacia come anticipatore di crolli di mercato è stata messa in discussione. Sebbene in passato l'indicatore abbia individuato alcuni momenti chiave di crisi, come il crollo del 1987 e la crisi finanziaria del 2008, nel decennio successivo alla sua creazione ha spesso generato falsi segnali.
Una delle principali ragioni per la diminuzione dell'affidabilità di questo indicatore potrebbe risiedere nei cambiamenti significativi avvenuti nei mercati finanziari dopo la sua creazione. L'adozione diffusa degli ETF ha influenzato l’ampiezza del mercato, rendendo meno efficaci alcuni dei criteri dell'indicatore.
Inoltre, l'ascesa del trading algoritmico e HFT ha cambiato il comportamento del mercato, creando movimenti rapidi e violenti che non accadevano prima. Anche le politiche delle Banche centrali e le condizioni economiche globali hanno avuto un impatto sull'affidabilità dell'indicatore. Le misure adottate per stabilizzare i mercati durante periodi di turbolenza hanno spesso mitigato i segnali che un tempo avrebbero portato a crolli delle Borse.
Hindenburg Omen, da solo non basta
Per quanto sia affascinante cercare di prevedere il prossimo crollo del mercato, l’utilità di questo strumento di analisi tecnica è limitata. Il suo successo dipende dalla combinazione di condizioni di mercato rare e specifiche, che non si verificano spesso e che, anche quando lo fanno, non sempre anticipano un crash dei mercati.
Gli analisti, trader e gli investitori dovrebbero utilizzare le informazioni di questo indicatore con cautela, magari integrandole con altre forme di analisi tecnica e macroeconomica per migliorare la sua affidabilità.